venerdì 14 luglio 2017

Anche l'astronomia accademica ora parla di Nibiru


Fonte: Jeda News

Prove scientifiche confermano che il sole ha un gemello “cattivo”, Nemesis (o Nibiru), considerato il responsabile delle estinzioni di massa sulla terra. Con un sofisticato modello matematico è stato dimostrato che tutte le stelle si formano assieme ad altre sorelle, un processo che ha coinvolto anche il nostro Sole. La scoperta getta nuova luce sull’esistenza di Nemesis, il gemello del Sole che potrebbe essere responsabile delle estinzioni di massa sulla Terra. Una stella mancata, una nana bruna che forma un piccolo sistema planetario. Possiamo chiamarla Nemesis o Nibiru (secondo alcune teorie Nibiru è un pianeta di questa nana bruna, o è la nana bruna stessa) e ciclicamente torna per perturbare le orbite dei pianeti e scagliare, come un flipper impazzito, le comete della nube di Oort nel sistema solare interno. Questa teoria spiega le estinzioni di massa cicliche che il nostro pianeta ha subito nelle ere e si accorda perfettamente con tutti i miti e le profezie di un secondo sole di cui abbiamo ampiamente trattato.


Il Sole ha un gemello ‘cattivo’ e pericoloso: Nemesis torna ogni 27 milioni di anni
Ricercatori dell’Università della California (Berkeley) e dell’Università di Harvard hanno dimostrato con un modello matematico che tutte le stelle nascerebbero in sistemi binari o multipli, di conseguenza anche il nostro Sole dovrebbe aver avuto il suo gemello. Gli studiosi, coordinati dal fisico teorico Steven Stahler e dalla radioastronoma Sarah Sadavoy, che segue Hubble per conto della NASA presso il prestigioso Smithsonian Astrophysical Observatory, hanno in pratica rispolverato la teoria di Nemesis, il gemello ‘cattivo’ del Sole che ciclicamente – ogni 27 milioni di anni – si ripresenterebbe ai margini del Sistema solare.



La stella viene chiamata in questo modo poco lusinghiero poiché, in base ad alcuni studi, molti dei quali condotti verso la fine degli anni ’80, a causa della forza gravitazionale si porterebbe dietro pericolose comete in grado di bersagliare i pianeti del Sistema solare, compresa la nostra Terra. Benché non vi siano evidenze dirette, Nemesis sarebbe responsabile delle estinzioni di massa osservate sul nostro pianeta, che si presentano con un inquietante ciclo periodico. I dinosauri e altri gruppi di animali, 64 milioni di anni fa, nel tardo Cretaceo, sarebbero estinti proprio a causa di un asteroide “trasportato” da Nemesi.

Nemesis a tre giorni luce da noi
Ma torniamo allo studio che ha ridato linfa vitale a questa suggestiva teoria. Gli studiosi hanno determinato la nascita non solitaria delle stelle grazie allo studio della nube molecolare di Perseo, considerata una vera e propria culla per stelle in formazione. Attraverso la missione VANDAM sono state censite diverse giovani stelle di classe 0 (con meno di 500mila anni) e quelle di classe 1 (con meno di un milione di anni) all’interno della nube, che si trova a 600 anni luce da noi. Combinando questi dati con altre osservazioni, i ricercatori hanno individuato 45 stelle solitarie, 19 sistemi binari e 5 sistemi multipli. Dall’analisi delle distanze, delle posizioni e della distribuzione delle stelle, attraverso un modello matematico, Sadavoy e colleghi sono giunti alla conclusione che esse sono nate tutte da sistemi binari o multipli. “Le stelle di tipo solare non sono primordiali – ha sottolineato il professor Stahler – ma sono il risultato della rottura dei sistemi binari”. In base alle stime, attualmente il gemello del Sole dovrebbe trovarsi a una distanza di tre giorni luce, ovvero circa 500UA (unità astronomiche, la distanza tra Terra e Sole), nascosto da qualche parte nel cuore della Via Lattea.



Sebbene venga definito gemello, Nemesis potrebbe essere una debole nana bruna, ridotto in questa situazione proprio dal Sole che, durante le fasi di accrescimento, gli avrebbe strappato la maggior parte di polveri e gas. Le prove della sua esistenza, come specificato, non sono mai state trovare, tuttavia alcuni pensano che possano essere lette nella curiosa orbita del pianeta nano Senda, influenzata dalla forza gravitazionale di un misterioso oggetto celeste. I dettagli della ricerca sono stati divulgati su arXiv.org e sono in attesa di pubblicazione sull’autorevole rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

2 commenti: