giovedì 6 febbraio 2025

Eppur non si muove!


Fonte: Storia & Dintorni

Spesso si associa l’idea della Terra piatta al Medioevo e si sente parlare del terrapiattismo (che è un movimento di quattro gatti ingigantito più del necessario dai media) come di un ritorno ai secoli bui. Ma davvero all’epoca di Carlo Magno, di Dante Alighieri, di Ottone e di San Tommaso d’Aquino tutti credevano alla Terra piatta e dovettero arrivare Cristoforo Colombo, Copernico e Galileo per cambiare le cose? Per rispondere alla domanda, bisogna fare un passo indietro di svariati secoli. Le prime civiltà a noi note (Mesopotamici, Egizi, Cinesi, Indiani) credevano in una Terra piatta. Non possiamo fargliene una colpa: l’esperienza quotidiana ci inganna perché la Terra è talmente grande rispetto a noi che localmente non ne possiamo notare la curvatura. I primi a rendersi conto della sfericità della Terra furono con ogni probabilità i Greci. Forse il primo a capirlo fu Pitagora facendo considerazioni sulla forma della Luna, forse fu Parmenide; sta di fatto che all’epoca di Aristotele, nel IV secolo a.C., l’idea di un mondo rotondo era accettata da molti intellettuali e aveva solide basi scientifiche. Eratostene di Cirene, vissuto nel III secolo a.C., riuscì addirittura a misurare con buona precisione la lunghezza di un meridiano terrestre. La spiegazione di come fece è lunga e magari ne parleremo in un’altra occasione, sta di fatto che con mezzi ai nostri occhi molto primitivi e soprattutto tanta intelligenza calcolò che un meridiano fosse lungo 257000 stadi, ossia 40500 km: un risultato molto vicino ai reali 40075 km della circonferenza terrestre.


Nel I secolo d.C. l’idea di una Terra sferica era ormai patrimonio condiviso dei dotti e Plinio il Vecchio scriveva nel secondo libro della Storia naturale: «C’è per prima cosa la forma, sulla quale decide il consenso. Certo parliamo di forma della Terra e affermiamo che il globo è compreso tra i poli. Infatti non è la forma di un cerchio perfetto in tanta altezza di monti, tanta pianura di campi, ma la sua circonferenza, se tutto è racchiuso in un giro di linee, realizza la forma di un cerchio perfetto». Ma la “consacrazione” definitiva della sfericità terrestre arrivò con il geografo Tolomeo, colui che sviluppò anche i concetti di latitudine e longitudine e sui cui scritti si fondò praticamente tutta la geografia dei millequattrocento anni successivi. Certo, Tolomeo descriveva anche la Terra immobile al centro del cosmo, con il Sole e i pianeti che le giravano attorno, ma non si può pretendere tutto dalla vita. Quanto al Cristianesimo, ci mise poco ad assimilare, fra i tanti concetti di origine greca, anche l’idea della Terra sferica. Ne parlarono Sant’Agostino, Sant’Ambrogio, Boezio, Sant’Isidoro di Siviglia, Beda il Venerabile, e più avanti San Tommaso d’Aquino, Brunetto Latini, Marco Polo, Geoffrey Chaucer, giusto per citare i più famosi.

Tutta la geografia immaginaria dell’Inferno e del Purgatorio di Dante Alighieri è costruita dando per scontato che la Terra sia sferica: l’Inferno è stato scavato dalla caduta di Lucifero dal Paradiso e la terra ritrattasi nell’altro emisfero ha dato vita alla montagna del Purgatorio. E allora, perché ancora oggi molti credono che nel Medioevo la Terra fosse concepita piatta? La “colpa” fu di diversi intellettuali che nell’Ottocento fraintesero (volontariamente? involontariamente? chissà!) le fonti patristiche e medievali e, partendo da testimonianze di terrapiattismo isolate, le presentarono come la norma del pensiero medievale, non come un’eccezione. L’esempio più interessante è quello di Cosma Indicopleuste. In verità questo mercante e cartografo siriaco del VI secolo si chiamava Costantino di Antiochia; ma siccome era un nome troppo facile da ripetere a voce, optò per uno pseudonimo che in greco vuol dire ‘colui che ha viaggiato in India’.

Cosma scrisse un grosso trattato di geografia e cosmologia, la Topografia cristiana, in cui descriveva una Terra piatta; anzi, una Terra a forma di parallelogramma, circondata da quattro mari, a loro volta circondati da mura che reggono la volta celeste che contiene tutti gli astri. Dietro questa immagine del mondo vi erano ragioni religiose: una Terra piatta era conforme a quanto scritto nella Bibbia e somigliava al Tabernacolo di Mosè, mentre la sfericità era un’idea di origine pagana. Insomma, Cosma era un gran bigotto, ma fortunatamente fu uno dei pochissimi intellettuali medievali a sostenere l’idea di una Terra piatta.

Un altro terrapiattista della tarda antichità fu Lattanzio, che rifiutava la Terra sferica per le solite ragioni religiose. Copernico lo perculò per bene: «Parla in maniera infantile della forma della Terra, mentre deride quelli che sostengono che abbia la forma di una sfera». Cosma, invece, finì invece nel dimenticatoio… fino al XIX secolo. Facciamo dunque un salto in avanti di svariati secoli. Nel 1837 un filosofo inglese, tale William Whewell, presentò gli scritti di Cosma e di Lattanzio nella sua History of the Inductive Sciences come rappresentativi dell’intero pensiero cristiano medievale. A Whewell sfuggiva che erano stati un caso isolato e che nessun altro intellettuale, né contemporaneo né successivo, aveva seguito le loro idee. Ma già qualche anno prima, nel 1834, il francese Jean Antoine Letronne aveva letto a modo suo gli scritti dei Padri della Chiesa concludendo che essi avevano sostenuto l’idea di una Terra piatta. Il colpo di grazia arriva negli anni ’70 dell’Ottocento, quando John William Draper e Andrew Dickson White, pur di mettere in risalto la politica oscurantista della Chiesa e il suo conflitto con la rivoluzione scientifica, esagerarono il numero delle testimonianze terrapiattiste del Medioevo (ricordiamo ancora una volta, minoritarie rispetto ai sostenitori della Terra sferica).

Il mito del Medioevo terrapiattista era servito.

7 commenti:

  1. Mi pare che i terrapiattisti odierni, anche se pochi come dice il post, siano comunque combattivi e determinati.
    Mi piacerebbe sapere se tra loro c'è qualcuno che lavora nel trasporto aereo.

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    1. Sopra l'Antartide ci possono essere temperature di meno 70 gradi, mentre il carburane per aerei congela a meno 47 gradi.

      Cosa accadrebbe se un aereo passeggeri precipitasse sui ghiacci a causa del congelamento del carburante?

      Si può considerare questa interdizione come una misura di sicurezza?

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    2. Ottimo esempio. Non l'avevo mai sentito.

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    3. C'è anche il rischio che si formi ghiaccio sulle ali, mettendo a rischio la stabilità dell'aereo.

      Per quanto riguarda il Polo Nord, leggo che solo agli aerei con un'autonomia di volo di almeno 8.000 miglia è permesso a volte di sorvolarlo.


      Questo video potrebbe fornire spunti interessanti.

      Ora lo guardo.

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  2. A 12000 metri, quota abituale per un volo intercontinentale, già si raggiungono i meno 60!!!! Anche in Africa....

    I serbatoi di ketosene avio sono in ambiente pressurizzato e beneficiano di una sorta di addolcimento meccanico della temperatura...

    I C17 galaxi della Usaf scorazzano in lungo ed in largo nell'area, penso per scambi con esseri oltre la barriera dei ghiacci...

    Ripeto è il piano. Il grande piano, ad essere orizzontale, non serve canzonare, denigrare, a meno che questo argomento non scopra qualche nervo . Usiamo il nostro cervello, non crediamo a quel koglione che misuro' la distanza terra-luna affacciandosi al.pozzo. e poi è poi....

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  3. P.s. un pochino di aeronautica me ne intendo, ero e sono un appassionato, ergo non bisogna bere tutto quello che gli altri dicono.

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    1. Grazie Mauro.

      Ti stavo aspettando!


      Dunque, non è vero che il carburante Avio congela a meno 47 gradi.

      Lo stato di confusione (parlo ovviamente per me) in cui ci troviamo, è dovuto al fatto che per poter governare il popolo si usa normalmente l'inganno e la menzogna.

      Questo, da secoli!

      E poi, come se non bastasse, c'è il segreto militare.
      Sono sicuro che l'informazione dei Galaxi americani che vanno e vengono sopra il Polo Nord a loro piacimento, non filtra nei social, né su internet in genere. E una notizia non riportata da nessuno fa sì che certe realtà non vengono registrate, ed è come se non accadesse niente.

      Dunque, bisogna calcolare un certo margine di mistero, dovuto alle autorità truffaldine e non per colpa nostra.

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