sabato 15 luglio 2017

Il laboratorio Sardegna


Parlano gli esperti. Esperti che vivono nel mondo dei sogni. Sono tutti concordi nell’affermare che ai migranti va dato un lavoro, magari mettendoli a fare i contadini in quelle terre incolte della Sardegna che i sardi non vogliono lavorare. Anche la farina per il pane, i sardi la devono importare, giacché servirebbero 40.000 ettari di terreno per produrre tutto quel grano, ma non c’è nessuno che lavori la terra. Tra 40 anni i paesini dell’interno dell’isola saranno spopolati e quindi cosa vogliamo fare? Lasciare che le case vuote crollino o metterci a vivere africani desiderosi di integrarsi, di zappare la terra e di allevare pecore? Però attenzione, dice il magistrato esperto intervenuto, ci saranno i soliti razzisti populisti che si opporranno a questo bellissimo progetto, ma ci penseranno le forze dell’ordine a metterli in riga. E se lo dice un giudice, c’è da credergli. Già me li immagino: schiere di giovani negri a cui viene data la zappa e gli si mostra la terra da zappare, loro che erano venuti qui a farsi mantenere.

 

4 commenti:

  1. Questa mia è una profezia e non scherzo,vogliono far diventare la Sardegna il Pakistan italiano.In India terra di antica spiritualità non si è trovato il modo di far convivere gli induisti ed altre religiosità con i mussulmani ed hanno dovuto spostare intere popolazioni da un luogo all'altro e fare praticamente una nazione solo mussulmana (questa è storia).Metteranno gli immigrati in Sardegna i quali si riprodurranno rapidamente e supereranno facilmente in numero la già esangue popolazione sarda.I civilissimi immigrati(clandestini,certo tra loro ci sono anche dei laureati,ma molti li vedo col cappello in mano usati dalle nostre mafie),cominceranno a spadroneggiare grazie alla loro grande umanità e religiosità sugli autoctoni i quali si ribelleranno e per aiutare i clandestini scenderanno in campo le forze dell'ordine(grazie allo ius soli dei clandestini ne faremo dei perfetti sardi ,corredati anche della parlata medesima)sempre seguendo il razzismo all'incontrario ossia contro gli italiani(in questo caso sardi).Saluti sempre più sfiduciati.
    P.S.Che centra la Sardegna col Pakistan,ci sarà certamente qualcuno che me lo domanderà,il parallelo è che lì spostarono popolazioni da un luogo all'altro,scambiandoli di luogo,ma qui si troverà una terra per i Sardi?
    P.P.S(Scusatemi,mi capisco da solo)

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    1. Ipotesi interessante e originale.

      Ma mi vengono in mente due obiezioni:

      1) musulmani e indù avevano vissuto insieme pacificamente in India, finché Gandhi e gli inglesi non si intromisero creando dal nulla lo stato del Pakistan. Potrei anche sbagliarmi ma è questo che ho letto da qualche parte.

      2) la maggior parte dei migranti portati in Sardegna se ne vuole andare nel nord Europa, o comunque sul continente.

      Comunque, staremo a vedere. Qui la situazione diventa vieppiù esplosiva. E non solo in Sardegna.

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  2. Per la prima obiezione io sapevo il contrario,ma cito a memoria per cui potrei sbagliarmi.Per la seconda obiezione,basta praticare degli incentivi,talmente favorevoli agli immigrati tanto da farli desistere dal proposito di voler andare altrove.Se hanno deciso per la sostituzione etnica (Kalergi docet)non ci sono santi che tengano,per farli desistere bisogna impegnarsi in prima persona,visto l'assenza totale dei nostri politici.La Sardegna come primo tassello della sostituzione etnica in verità non mi era venuto in mente,questo sta a significare che lorsignori non dormono la notte per progammare il NWO.Saluti.

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    1. Anch'io non so se posso fidarmi ciecamente della memoria, ma l'Impero Moghul, islamico, permetteva a tutti gli indiani di praticare il credo che volessero. E' passato alla storia per la sua tolleranza religiosa.


      In effetti, se ai migranti si concedono terra e greggi, potrebbero anche sostituire i sardi in quelle che sono le basi dell'economia dell'isola.

      Resta da vedere come reagirebbero i sardi DOC in un simile frangente. A me i sardi, come carattere, hanno sempre dato l'impressione di essere gente tosta.

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