Tanto gentile e tanto innocua pare, quando di giorno sul muro
riposa, con l’addome pieno di sangue altrui, cantava il Poeta.
Notti tragiche, aspettando il sol, cantava la Poetessa, durante i
campionati di calcio di qualche anno fa. Ora so perché Maya e
Aztechi sacrificavano vittime umane, estirpando loro il cuore col
coltello di ossidiana, per impetrare il ritorno del sole. Altro che
fertilità della terra e rigogliosità delle messi! Il vero motivo è
che il sole, tornando regolarmente al mattino, metteva a nanna
quell’incubo notturno dotato di apparato succhiatore, silenzioso e
invisibile ai radar dei sensi umani, se non quando passa vicino alle
orecchie. E allora sono manate in faccia, per lo più sulle guance,
ad aggiungere il danno alla beffa: mai che se ne prendesse una!
Dormienti sul muro non viene neanche voglia di appiattirle e passa
ogni sete di vendetta. Sembrano una cosa da nulla, un batuffolo di
polvere, un pulviscolo accartocciato, una scorza vegetale. Ma poi
arriva la sera, l’innocente dottor Jackill si trasforma nel
pericoloso mister Hide. Per causa loro ebbi la malaria. Guarii col
chinino, ma avrei potuto prendere la Dengue e la Cicongugna, giacché
come i camionisti non viaggiano mai a vuoto, così esse, le
Maledette, tolgono e mettono, sottraggono ma al tempo stesso
elargiscono, succhiano sangue e rilasciano virus. Due piccioni con
un’iniezione.