Testo di Fabrizio
Belloni
In
un crescendo rossiniano abbiamo dovuto sorbirci per giorni l’orgia clericale
che ha celebrato a Roma i suoi saturnalia. Due
papi vivi (oddio, diciamo uno e mezzo, viste le condizioni del tedesco) che
inneggiavano a due papi morti. Né
aiutava il telecomando: sembrava tutta una sola “Telekabul”, come si diceva una
volta. Al massimo cambiava l’angolazione dell’inquadratura, e la faccia del “giornalista”
di turno. <<Inciso: ma l’ordine dei giornalisti, peraltro inutile, non ha
la facoltà di procedere ad esami di cultura almeno da terza media, prima di
rilasciare una tessera?>>.
Quindi
il salvifico zapping era inutile. E, fortuna o incubo, mi è capitato di
ascoltare da un “vaticanista” (ai miei tempi si chiamavano baciapile, ma poi è
arrivato Bruno Vespa che ha sublimato tale professione) una notizia “dal sen
fuggita” che mi ha lasciato di sasso. Il “vaticanista” ha confidato in diretta che
entro il 2014 verrà fatto santo un altro papa, il bergamasco – di Lovere, per la
precisione -, Paolo VI.