venerdì 30 novembre 2012

Lagomorfi contesi

Probabilmente non sapremo mai se quello mostrato alla stampa – e fatto vedere anche dalla trasmissione “Mistero” di Italia Uno – fosse un aborto di alieno o un coniglio senza pelle, perché Giovanna Podda si è disfatta del reperto. Mossa astuta o semplice leggerezza?
Temo in ogni caso che la signora sarda passerà alla storia come “la pazza del coniglio scuoiato”.
Una cosa è certa: rapimenti di donne terrestri da parte di alieni avvengono da sempre e l’opera di ibridazione della nostra razza dovrebbe ormai essere terminata. Secondo logica.

Non è terminata, invece, la brama di carne degli esseri umani, che hanno approfittato della naturale fecondità del coniglio per trasformarlo in cibo. Lo fanno da secoli, ma solo da qualche decennio lo stanno facendo in maniera industriale, ovvero immobilizzando ogni singolo individuo in spazi dove non si possa muovere e impedendogli l’espletamento delle funzioni comportamentali.  Gli etologi dicono che anche questo è già di per sé un maltrattamento.

A differenza del comune sentire, ritengo che anche i conigli debbano essere lasciati in pace, almeno dalla nostra specie che ne è il principale predatore, e per tale ragione mi sono sempre opposto al loro martirio, nel limite delle mie possibilità.
Purtroppo, quando ci si trova di fronte ad un allevamento intensivo, si deve decidere se liberare solo qualche esemplare, sottraendolo alla sua triste sorte, o farne uscire dalle gabbie il più possibile, sapendo che dopo poche ore saranno recuperati dal loro aguzzino. In altre parole, il dilemma è tra qualità e quantità. Tra il benessere duraturo per pochi o l’alleviamento della sofferenza temporaneo per molti.

mercoledì 28 novembre 2012

Compleanni babilonesi

Sono sicuro che molti dei frequentatori di questo blog vengano qui a dare una sbirciatina nella speranza di trovare indicazioni sul fatidico 21 dicembre 2012 e su ciò che ci aspetta. Ringrazio per la fiducia, ma non penso di avere doti di veggente: esprimo solo alcune intuizioni, metto nero su bianco qualche riflessione e lavoro anche tanto di fantasia.
Esattamente ciò che mi prefiggo con questo articolo. Oggi l’Albania festeggia l’indipendenza dall’impero ottomano, avvenuta il 28 novembre 1912. Il Premier regolarmente eletto ha avuto la pensata di farlo regalando ai suoi sudditi un banchetto costituito da mille agnelli. Sono stati allestiti due lunghi tavoli in una piazza centrale a Tirana e ingaggiati non so quanti macellai.
La gente però, a detta della fonte di tale notizia, Studio Aperto di Italia Uno, ieri, non l’ha presa molto bene e si è sentita a disagio di fronte all’idea di una simile carneficina, tutta in un colpo, e io non so se devo stupirmi più per la proposta del signor Sali Berisha o per i malumori dei destinatari di tanta generosità.

lunedì 26 novembre 2012

Clan dei clandestini





Fino a quattro anni fa non aveva mai portato occhiali. Poi si è messo a lavorare con la fiamma ossidrica e ora non riesce a leggere il Corano senza lenti, né a fare lavori di precisione. Temendo di diventare cieco e di dover andare in giro con il bastoncino bianco, è andato dal medico, che gli ha chiesto:
-       Quanti anni hai?
-       38
-       Che lavoro fai?
-       Saldatore
-       Beh, sai, trentotto anni, può dipendere dall’età
-     E come mai gli occhi mi bruciano e mi lacrimano dal lunedì al venerdì, mentre il sabato e la domenica non mi lacrimano?

Tipico caso di medico di m.
Laddove m. non vuol dire mutua, ma menefreghista. Così il mio intervistato si è iscritto alla CGIL. Ha avuto un colloquio con un responsabile del settore metalmeccanici. Gli ha spiegato la situazione e il sindacalista ha fatto una telefonata. La mattina dopo il datore di lavoro gli è andato incontro con una maschera nuova, dotata di vetro schermante più potente, dopo che per quattro anni gli aveva risposto che di più potenti non ce n’erano.

Non so se devo vergognarmi per lui, il padrone dell’azienda sita nella zona industriale di Sedegliano (UD), o se mi devo considerare già in fase di rassegnazione cronica, avendo sentito cose ben peggiori. Dopo che per decenni – noi friulani – ci siamo fatti rispettare come onesti lavoratori in giro per il mondo, adesso che siamo diventati piccoli industriali ci mettiamo a fare i micragnosi (quello lo siamo sempre stati). Ci mettiamo a risparmiare sulle Risorse Umane. E chissenefrega se i nostri operai perdono la vista!

Almeno ci sono i sindacati, che qualcosa di buono – di concreto – fanno, per i lavoratori. Ma tutto il resto del mondo del lavoro è una vera schifezza. Infatti, il mio ospite, prima di fare il saldatore ha lavorato in un cantiere stradale con sede in provincia di Venezia, per undici ore al giorno, senza che gli straordinari gli venissero pagati.

venerdì 23 novembre 2012

Suicidi sui generis

Questo venerdì c’erano tre appuntamenti interessanti, ma io non avevo voglia di uscire di casa. Ho lasciato perdere sia la seconda seduta della commissione comunale di Udine, sul regolamento applicativo della legge regionale sul benessere degli animali, sia la conferenza “L’inganno dell’Energia in Friuli Venezia Giulia”, sempre a Udine, sia, ancora, la presentazione del libro di Giuseppe Liani e Gian Luigi Cecchini “IL COLPO DI STATO”, a Pontebba. Cioè, praticamente in Austria!
Ho preferito starmene al calduccio davanti al computer e buttar giù l’articolo mancato che avrei dovuto scrivere dopo aver conosciuto Maria, a casa di Mauro, ieri sera.
Mauro mi aveva detto: “Ti faccio conoscere un’addotta che abita a Mortegliano”. E’ lo stesso paese dove l’undici febbraio scorso è apparso il fantasma-alieno, alto quattro metri. Sono andato all’appuntamento. Maria si è fatta accompagnare da un’amica, come fanno di solito le ragazze anche quando vanno a pisciare. Dopo un po’ è arrivata anche la moglie di Mauro, quindi il pericolo di stupro era assai remoto, ma è sempre meglio non fidarsi quando si va all’appuntamento con uno sconosciuto che ti vuole intervistare.

lunedì 19 novembre 2012

Il favoloso mondo di Melanie

In principio era il campylobacter. Poi venne l’Homo sapiens, consapevole e responsabile.  Melanie Joy è una donna sapiente, laureata ad Harvard e insegnante all’università del Massachusetts. Ha quarantasei anni ma ne aveva ventitre quando un hamburger le fece il dono di contaminarla con il campylobacter, facendola finire in ospedale attaccata alle flebo di antibiotici.
Provate ad immaginare la più forte influenza intestinale che avete avuto e moltiplicatela per dieci, ha detto alla conferenza di domenica sera, 18 novembre, a Pordenone. Ecco, quella è stata la mia esperienza con il campylobacter, ha concluso. Non avendo mai avuto un’influenza intestinale non posso rendermi conto della gravità della malattia, ma posso immaginarla.
Fu un bene per lei, a conferma del fatto che toccando il fondo si può solo risalire. E non tutti i mali vengono per nuocere. Smise con la carne e le si aprirono gli occhi. Ora gira il mondo tenendo efficaci conferenze, dove riesce perfino a far piangere l’uditorio, in genere già informato su cosa stia dietro l’industria della carne.
Il titolo della conferenza, arricchita da splendide diapositive, infatti era: “Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche”
Concetto valido per noi occidentali, ma non per induisti o musulmani. Siamo noi pasciuti caucasici, fino a ieri dominatori del mondo, ad essere i principali responsabili della morte di miliardi di creature, assassinate per la loro carne. Gli altri, i non occidentali, farebbero la stessa cosa se solo ne avessero i mezzi. Noi facciamo olocausti industriali, mentre loro li fanno a livello artigianale.
Ovunque nel mondo impera lo specismo, che Melanie Joy chiama “ideologia carnista”.

domenica 18 novembre 2012

Pericolo: caduta massoni

Sono arrivato con tre quarti d’ora d’anticipo e fino alle quattro e mezza mi sono sentito imbarazzato essendo l’unico in camicia bianca in mezzo a un nutrito gruppo di vegliardi in giacca scura. Appena entrato, infatti, ho avuto la malaugurata idea di consegnare il mio giubbotto rosso alla guardarobiera, accorgendomi poi che avrei potuto tenerlo con me in sala. Per fortuna, ad attenuare il mio imbarazzo, a un certo punto sono entrati alcuni giovani con il maglioncino al posto della giacca.
Quando il convegno è cominciato mi sono concentrato su ciò che veniva detto, prendendo appunti, e non mi sono più sentito un pesce fuor d’acqua. Due dei relatori previsti, Cecconi e Cofrancesco, erano assenti giustificati per malattia. Gustavo Raffi, gran maestro, che avrebbe dovuto trarre le conclusioni del convegno, era in quelle ore in volo per l’India, dove si sta tenendo un congresso mondiale massonico in cui prenderà la parola.
Gli assenti hanno però fatto avere uno scritto, letto da altri, o sono stati sostituiti all’ultimo momento. Nel complesso dico subito che sono rimasto piuttosto deluso, ma le mie impressioni le dirò alla fine.

giovedì 15 novembre 2012

La gola a mezzogiorno

Un amico conosciuto su internet è venuto a trovarmi, cioè ha voluto sapere chi c’era materialmente dietro la mia tastiera a più di 500 Km di distanza. Siccome lui fa l’imprenditore e io sono disoccupato, gli ho chiesto se per caso aveva lavoro da offrirmi.
Inaspettatamente mi ha risposto che potrebbe assumermi per contattare clienti, facendo telefonate da casa, e al di là del fatto che tale proposta, di primo acchito, non mi abbia entusiasmato (perché mi fa venire in mente quelle ragazze che per seicento euro al mese lavorano molte ore nei call centers), mi ha almeno fatto venire voglia d’intervistarlo per chiedergli lumi su come mai la sua azienda vada in controtendenza rispetto alla maggioranza delle ditte che in Italia stanno licenziando a tutto spiano.
Fra poco sentiremo le sue risposte,  ma prima è giusto avvisare i lettori che l’intervista, partita con le migliori intenzioni nel voler sondare i problemi dell’economia italiana, in riferimento all’attuale crisi economica, ha poi preso una strada tutta diversa, grazie alle interessanti e oserei dire originali posizioni filosofiche dell’intervistato.
Ne è venuto fuori un animato scambio di battute tra me e lui e, successivamente, una testimonianza degna d’attenzione, anche se ai problemi dell’economia italiana abbiamo fatto solo qualche vago accenno.

mercoledì 14 novembre 2012

L’animalista mannaro

Essermi trovato alla riunione della commissione comunale  a Palazzo D’aronco mi ha fatto sentire come un alieno che sbarchi sulla Terra e osservi gli strani usi e costumi dei suoi abitanti. Mentre ancora infuriavano le schermaglie tra assessori, nel cercare un titolo per questo articolo continuava a venirmi in mente “Un lupo mannaro americano a Londra”, ma sapevo che sarebbe stato difficile adattarlo a ciò di cui avrei dovuto parlare e ne sarebbe venuto fuori un pastrocchio del tipo “Un animalista mannaro friulano a Udine”.
Francamente non avevo capito bene di cosa quegli alti o medi papaveri avrebbero discusso, perché ero stato invitato a parteciparvi tramite Facebook e sapevo solo che dovevano parlare della recente legge regionale numero 20 che mi permetterebbe di entrare alla COOP con Pupetta.
Bisogna riconoscere che una legge che elimina il divieto d’accesso ai cani nei negozi di alimentare e negli uffici postali, è una piccola rivoluzione e forse può essere fatta rientrare in quel cambiamento di consapevolezza di cui ancora trent’anni fa noi “protezionisti” vagheggiavamo il compiersi e di cui ultimamente su internet si parla con maggiore insistenza, in riferimento al fatidico 2012, anche al di fuori degli ambienti animalisti.

martedì 13 novembre 2012

L’urlo del muto

Quando ho chiesto al mio amico Mauro se mi aiutava con la traduzione dal friulano all’italiano del racconto che lui stesso mi aveva passato, mi ha detto che lo avrebbe fatto solo se avessi pubblicato prima il testo originale nella lingua dell’autore, Don Antonio Bellina, e poi la traduzione.
Gli ho risposto che non potevo impiegare il doppio del tempo per lo stesso articolo, perché se anche io non ho tre figli, una moglie, un lavoro e mille altri impegni come lui, devo anch’io combattere con la mancanza di tempo come tutti i comuni mortali.
Più di dire che Antonio Bellina è stato un prete scomodo, ha tradotto la Bibbia in friulano insieme a Don Francesco Placereani, ha scritto più di trenta libri tra cui “La fabbrica dei preti”, messo all’indice dalla Chiesa, e ha collaborato con il settimanale “La vita cattolica”, non so cosa potrei aggiungere.

domenica 11 novembre 2012

3000

Il sindaco e la giunta hanno emesso un’ordinanza di chiusura, non per motivi etici, ma per la puzza che i residenti non sopportavano più, ma il T.A.R. della Lombardia ha concesso una proroga fino alla fine di questo mese.
Di modo che, il signor De Poli Bellina dovrà anticipare la macellazione dei 3000 visoni del suo allevamento, che normalmente si tiene tra dicembre e gennaio, quando fa freddo e il pelo è più folto. Si deve tener conto delle reazioni fisiologiche se si vuole ottenere il massimo rendimento economico. Infatti, anche i latifondisti della Luisiana conoscevano bene le necessità dei loro schiavi negri.
Entro la fine di questo mese, dunque, tremila visoni saranno assassinati con il monossido di carbonio. Il loro carnefice collegherà il tubo di scappamento del trattore alla cassa chiusa ermeticamente dove metterà quanti più mustelidi possibile. E accenderà il motore. Il gasolio agricolo ha, da sempre, delle agevolazioni fiscali. Recentemente 8.000 conigli sono bruciati vivi a causa di un fulmine in un allevamento vicino Codroipo e il signor Gardisan sicuramente otterrà un finanziamento dalla regione Friuli V.G. in quanto soggetto alle leggi che aiutano i colpiti da calamità naturali.
Sia nel caso dei visoni, che in quello dei conigli, l’iniquità delle leggi, di chi le promulga e di chi le applica, favorisce i carnefici senza chiedermi se sono d’accordo, estorcendomi denaro con le tasse. E finanziare i maledetti allevatori è il male minore.
Partito da Trieste, il Nissan nove posti è passato a Udine a prendermi. Il Tom Tom sul cruscotto era un vero spasso, ha calamitato la mia attenzione per tutto il viaggio e, ogni volta che la signorina con la sua voce metallica suggeriva di “immettersi sulla rotonda, quindi svoltare alla seconda uscita a destra”, mi veniva voglia di ringraziarla e io mi sentivo come uno di quegli aborigeni del Culto del Cargo.

sabato 10 novembre 2012

Pirati dell’adrenalina

Sulle strade della mia piccola città mi sposto in bicicletta, per lo più con Pupetta sul cestino davanti e spesso mi capita di rischiare d’essere investito.  La gente ha sempre fretta e le due velocità, quella dell’auto e quella della bicicletta, sembrano incompatibili. Non solo la gente ha fretta ma, una volta seduta in auto, si trasforma, facendo uscire il peggio di se stessa.
Questo è un fenomeno conosciuto, di natura schizofrenica, e non vale la pena soffermarcisi. Ciò che mi preme qui evidenziare è che ci sono giornate particolarmente sfortunate in cui le disgrazie, come diceva Shakespeare, si presentano a legioni o, come dice l’adagio, non arrivano mai sole.
Giovedì 8 novembre è stata una di quelle giornate. Come Fabio De Luigi può interpretare un film che s’intitola “La peggior settimana della mia vita”, così io posso riferirmi a quel giovedì come al peggior giorno della mia prima settimana di novembre. Ho scoperto – perché anche dalle brutte esperienze si può trarre insegnamento – che io sono un potenziale assassino, oltre che un potenziale assassinato.
Gli animalisti in queste ore stanno protestando con Mediaset perché martedì 13 verrà trasmesso quel film in cui si vede il De Luigi gettare per sbaglio un cane in una betoniera in movimento, giacché è una scena altamente diseducativa. Nel mio caso, non ci sarà nessuno che protesterà contro di me, né contro l’automobilista che ha rischiato di mettermi sotto.

giovedì 8 novembre 2012

Il sacro e il profano

Mi è bastato frequentare un paio di volte il carismatico Lino Bottaro, titolare di Stampa Libera, per convincermi, per qualche tempo, che la Chiesa cattolica fosse sotto attacco. Lo scandalo pedofilia l’ha messa in cattiva luce agli occhi di milioni di persone, ammesso e non concesso che l’indigeno dell’Amazzonia e il contadino cinese abbiano tempo, voglia e radiolina a transistors per ascoltare le notizie internazionali.
Il paragone fattomi dal signor Bottaro, che qualcuno ha affettuosamente battezzato Don Lino, è stato quello dell’aristocratico e del suo maggiordomo. Vale a dire, dopo una lunga carriera di servitore, il maggiordomo approfitta del suo padrone decaduto per impadronirsi della magione, mandando alle ortiche lo stereotipo della fedeltà fino alla morte.
Analogamente, dopo che per decenni, per non dire per secoli, i banchieri ebrei sono stati al servizio della Chiesa cattolica, negli ultimi tempi hanno deciso di sferrare un duro attacco alla vecchia decrepita Chiesa, loro ex padrona, per rovinarle definitivamente la reputazione e forse anche per una specie di rivalsa per i soprusi, i roghi e le confische che gli ebrei hanno subito nei secoli passati da parte del clero esoso e banditesco.
Se poi ci mettiamo anche l’antica rivalità tra Chiesa e Massoneria, fittizia o meno che sia tale rivalità, ne emerge un quadro generale in cui le tesi del signor Bottaro risultano convincenti. E magari, sotto sotto, ebrei e massoneria internazionale finiscono per coincidere in tutto o in parte.
Fatto sta che il furto delle carte segrete del Papa, da parte del maggiordomo privato Paolo Gabriele, evento battezzato dai media come Vatileaks, è venuto a dare ulteriore combustibile alle fiamme dello sdegno e dello scandalo internazionali nei confronti di Santa Romana Chiesa, fiamme nei confronti delle quali i fedeli cattolici sembrano ignifughi e refrattari.

martedì 6 novembre 2012

I cinesi di casa nostra

Si dice che i cinesi mangino tutto ciò che ha quattro gambe, fuorché le sedie. E subito viene in mente che, se ci si riduce a mangiare di tutto fuorché il legno è a causa di un’incoercibile atavica fame, che i cinesi, come anche tutte le popolazioni del mondo, hanno conosciuto molto bene.
Il fattore decisivo sono sempre state le risorse del territorio, di modo che se ci si mette a coltivare la terra vicino al Nilo, si avranno le periodiche inondazioni che renderanno i campi fertili e la fame si sentirà di meno, ma se ci si mette a coltivare la terra in alta montagna, la vita sarà grama e la fame si farà sentire più facilmente.
Con questa elementare premessa, possiamo capire che anche nel territorio italiano, le popolazioni si sono distribuite più facilmente in pianura piuttosto che in montagna, e anche coloro che hanno scelto di stabilirsi sui monti,  hanno preferito abitare nel fondo valle piuttosto che sulla cima delle montagne.
Gli irriducibili o i tendenzialmente misantropi andranno a vivere in posti impossibili, con scarsità di risorse. L’abbrutimento dovuto alla fame renderà tali popolazioni impegnate allo spasimo nella ricerca del cibo, persone ombrose, scontrose e poco acculturate. Sempre che non decidano di migrare in cerca di lavoro, dando una svolta alle proprie esistenze.
In Italia abbiamo un caso eclatante di arroccamento e di isolamento culturale, che si ripercuote anche sulla parlata locale. Il misoneismo e la xenofobia la fanno da padrone, con un pizzico di anarchia e di ribellismo che rende tali enclavi etniche refrattarie all’obbedienza alle leggi dello Stato e, per converso, simpatiche agli anarchici.
Penso che abbiate già capito che sto parlando dei montanari della provincia di Brescia, bracconieri per vocazione, nonché fautori entusiasti della Lega Nord, partito non a caso ostile agli stranieri e allo Stato italiano. Quando penso all’idea platonica di un buzzurro, a me viene facile pensare ad un abitante della  Val Camonica, in cui abitano i discendenti dei Camuni, o della Val Trompia,  abitata dai Trompiuni, costruttori di armi automatiche o della Val Sabbia, abitata dai Sabbiuni.
Vi ho avuto a che fare direttamente poche volte, ma quelle volte sono state esiziali. Affacciandosi fuori della stazione di Brescia, frequentata da centinaia di persone di colore, si ha quasi l’impressione che viga una specie di Nemesi: i bresciani sono xenofobi e allora Dio manda loro gli africani, più o meno come alle ranocchie che volevano un re e a cui Zeus manda un travicello.

giovedì 1 novembre 2012

NWO: c’è chi dice sì!

Mario Draghi non perde occasione per ricordarci che la cosa migliore per uscire dalla crisi economica è la cessione di parti di sovranità, supportato in questo dai massimi esponenti politici italiani,  Monti e Napolitano. Non so cosa stia accadendo nelle altre nazioni europee, ma immagino che succeda la stessa cosa, benché in maniera più blanda, dato che la crisi pare si senta meno da quelle parti.
Non capisco, inoltre,  perché queste manovre d’instaurazione del Nuovo Ordine mondiale debbano cominciare dai paesi mediterranei che furono culla di civiltà per l’Occidente, ma che in tempi recenti hanno fatto molti passi indietro. Qualcuno ha avanzato addirittura l’ipotesi che l’Italia in particolare sia un laboratorio sociale per i piani della massoneria. Come dire: se funziona in Italia, funziona anche nel resto del mondo. Che c’entri qualcosa la presenza del Vaticano?
Finalmente sono riuscito ad intervistare un amico che stimo molto per le sue capacità di ragionamento, cultura ed equilibrio, e l’ho fatto in un momento in cui mi ha veramente preoccupato,  quando cioè l’ho sentito dichiarare che l’instaurazione del New World Order non sarebbe necessariamente un male assoluto.
Per noi studiosi di complotti, abituati a vedere nel NWO una dittatura come non ce n’è mai stata nella storia umana, è quasi una bestemmia.