mercoledì 20 dicembre 2017

Anche la magistratura, a modo suo, commette femminicidio





"La bambina va sottoposta alle vaccinazioni previste dal vigente piano vaccinale, anche in assenza del consenso della madre". Si chiude con queste parole la sentenza del tribunale civile di Modena, depositata oggi in cancelleria, che risolve una lunga contesa tra due genitori che non stanno più insieme. I giudici hanno accolto le richieste del padre che chiedeva che la figlia, una bimba di 7 anni, fosse sottoposta alle vaccinazioni.

La storia è iniziata già nel 2014. Quando la bambina era nata, nel 2010, i genitori erano d'accordo e avevano firmato una lettera di "obiezione di coscienza" all'obbligo vaccinale. Più avanti, quando già si erano lasciati, il padre ha cambiato idea e ha insistito più volte con la ex di vaccinare. Era appunto il 2014, e la bimba aveva fatto solo l'antitetanica. L'uomo, assistito dall'avvocato Marzia Bondavalli, non voleva andare allo scontro e ha aspettato un po' prima di coinvolgere il giudice tutelare. Questo nel 2016 ha tentato una conciliazione e visto che non è andata a buon fine ha girato tutto al tribunale civile. La donna come consulente aveva portato in aula Stefano Montanari, uno dei punti di riferimento del mondo no-vax, il quale sostiene che i vaccini siano pieni di pericolose nanoparticelle. Ma decisivo nella decisione dei giudici è stato il perito nominato dal tribunale: nella sua relazione, la dottoressa Silvana Cuminale ha spiegato che la bambina è in condizioni tali da non aver problemi con le vaccinazioni.

"La Ctu espletata - scrivono i giudici - ha ritenuto non lesive del diritto alla salute della figlia le ulteriori vaccinazioni, indicando l'insussistenza di controindicazioni alla somministrazione nei riguardi della minore, ritenendo che per ogni vaccinazione succitata il vantaggio consiste nella protezione dalla malattia e dalle sue conseguenze". Il rischio, invece, consiste nell'accadimento a causa del vaccino di effetti, reazioni o eventi che provochino danno irreparabile. Tale danno è estremamente raro, e per estremamente intendo cifre da uno su diecimila a uno su un milione di dosi", scrive la consulente. Il Tribunale ricorda anche che nel corso del giudizio è stata approvata la legge che ha esteso il numero delle vaccinazioni obbligatorie in Italia, imponendole a chi si iscrive a nidi, materne e scuola dell'obbligo. Riguardo all'obiezione di coscienza espressa a suo tempo anche dal padre, questa è sempre revocabile, si dice sempre nel testo depositato. La decisione era attesa ormai da alcuni mesi, tanto che il padre della bambina aveva protestato e scritto anche una lettera al ministero della Salute. I giudici gli hanno dato ragione e adesso la sua ex dovrà accettare che la figlia venga vaccinata.

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