mercoledì 24 aprile 2019

Dialogo con una adoratrice della Pasqua


Me: La cosa più importante sarebbe quella di passare oltre il carnivorismo e smettere di mangiare agnello, ma non succederà purtroppo.

Teresa Occhiuto: Se smettessimo di mangiare agnello e agnellini, cambierebbe poco o niente, quindi non mi sembra sia la cosa più importante. Sono ben altre le cose importanti che dovremmo fare, o non fare, a secondo dei casi e che continueremo a fare e a non fare, purtroppo. Essere "sensibili" solo verso una categoria di esseri viventi mi sembra una sorta di "pericolosa" schizofrenia.

Me: Smettere di mangiare carne significa rifiutarsi di obbedire alle istruzioni di Dio, il che ha una portata notevole. Significherebbe dire ai nostri creatori che non ci piacciono e non siamo più disposti ad obbedirgli. Sarebbe un gesto prometeico.



Teresa Occhiuto: Ai nostri creatori!? Non smetto di mangiare carne per fare dispetto a Dio, ma solo se decidessi di mia volontà di farlo, soprattutto per motivi di salute, e per questo motivo ne ho limitato il consumo, ma la mangio perché mi piace. Ti assicuro che, secondo me, se mangiamo carne o meno, non credo gli interessi più di tanto. Non è certo mangiare un determinato cibo che ci rende graditi a Lui. Il progresso dell'umanità (evviva Iddio) è consistito proprio in questo, si avanza per gradi e si migliora rispetto alle condizioni precedenti. Su queste basi di "conoscenza" le nostre condizioni di vita sono sempre migliorate. Ora, il consumo di carne non mi sembra abbia ostacolato questo progresso, fino a che l'uomo ha cominciato ad abusarne: gli allevamenti intensivi non rispettano più "equilibri" ai quali dovremmo ritornare, la cui perdita stiamo pagando, fra l'altro, anche in termini di salute. Gli eccessi sono sempre sbagliati. Non vedo altre basi sulle quali impostare la questione. Prometeico sarebbe fare scelte che non tornino a nostro svantaggio, tutto qui. Poi, se non ti piace la carne, nessuno ti obbliga a mangiarla, tanto meno Dio.

Me: Elohim è parola plurale. In origine esisteva il politeismo, mentre il monoteismo è arrivato molto tardi nella storia dell'umanità. Secondo il nostro Testo Sacro, gli Dei avevano bisogno dei sacrifici animali per calmarsi, perché nel fumo c'era una sostanza rilassante per essi. Poi, non è escluso che si nutrissero anche delle vibrazioni del dolore in quanto vampiri energetici. Poiché non fanno differenza tra uomini e bestie, si nutrono anche del nostro dolore, il che spiega l'esistenza del male sulla Terra. Da tutto ciò si deduce che il Dio unico e buono che ci è stato propinato, non esiste. Fa parte dell'inganno per tenerci buoni.

Teresa Occhiuto: Fa parte dell'inganno per tenerci buoni? Mi sa che non ci sono riusciti.  Allora, mi sembra tu faccia un po' di confusione sul politeismo e il conseguente monoteismo. Ma sorvoliamo. Molto "fantasiose", come sempre, le tue interpretazioni. Mi rifiuto (e non c'è nessun riscontro oggettivo per non farlo) di credere a delle divinità "sadiche" che hanno bisogno di sacrifici animali per calmarsi. La mitologia è molto affascinante, sotto certi aspetti, ma lasciamola al passato. Che si possa ancora credere a delle divinità che si nutrono del nostro dolore, credo equivalga a credere che i fulmini siano le saette che Dio ci manda quando è un tantinello arrabbiato, o essendo sadico, tanto per divertirsi un po'. Suvvia siamo seri. Ridimensionando il tutto, cercando soprattutto di rimanere coi piedi per terra, credo che Dio si "inebri" solo delle cose buone che riusciamo a fare alla luce della "conoscenza" (checché se ne dica) senza continuare a essere causa di sofferenza per noi stessi e per tutti gli altri esseri viventi, che siano umani o no. Questo significa per me credere in Dio, credere nella vita così com'è e difenderla. La fantasia riserviamola ad un ambito artistico, e lì, più ce n'è e meglio è. Ti faccio brevemente un esempio. Una più consona traduzione della Genesi ci permetterebbe di non sconfinare in assurde interpretazioni come quella che hai citato. La sorprendente enunciazione biblica "All'inizio Dio creò il cielo e la terra" è errata. La prima creazione non fu il mondo fisico, ma la sapienza. Sappiamo che la parola iniziale della Bibbia è stata tradotta dal greco in latino, e ovviamente precedentemente, dall'ebraico in greco. Quindi deriva da una successione di tre traduzioni, e non dovrebbe sorprendere che la traduzione definitiva sia arrivata sbagliata. Quello che voglio dire, non essere certo di cose improbabili e assurde, tanto che mi sembra tu le dia per scontate. Ritornando alla traduzione, quella giusta è: "Con sapienza Dio creò il cielo e la terra", quindi, la prima creazione, la sapienza, è metafisica, proprio come "dovrebbe essere" quella cosa che chiamiamo Dio, di cui ogni concetto è approssimativo, una specie di balbettio, come ha sottolineato il rabbino Jonas (se ricordo bene). Pare l'abbia donata anche a noi (la sapienza) sarei propensa a credere ciò del tutto opinabile dato che ancora oggi ci lasciamo trasportare dalle fantasie, e abbiamo abbondantemente dimostrato che non sempre (quasi mai?) riusciamo a farne buon uso.


Me: Se Dio ha dato agli uomini un libro che per secoli è stato definito "la parola di Dio", ma che è oscuro e incomprensibile, come può essere ancora definito "la parola di Dio"? Chiamiamolo per quello che è: una congerie di mitologie e pertanto è del tutto inutile servirsene. Non ha alcun valore pratico. Siamo perciò senza guida, lasciati a noi stessi nel caos più totale, allo sbaraglio nell'oceano delle ideologie e le tue idee valgono quanto le mie.


Teresa Occhiuto: È incomprensibile se vogliamo attribuirgli significati e scopi che non ha. Impariamo a prenderla per quello che è, senza lasciarci andare a fantasiose ricostruzioni. Non voglio ripetermi sull'uso del buon senso che dovremmo aver imparato, già da tempo, ad applicare. Non si sta parlando di idee personali, e non ci piove che le tue valgono quanto le mie, ma di fatti che abbiano riscontri nella realtà. Il mondo "reale" funziona così.

Me: Significati e scopi che non ha = relativismo. prenderla per quello che è = relativismo. fantasiose ricostruzioni = relativismo. l'uso del buon senso = relativismo. idee personali = relativismo al 100 %. Come se ne esce?

2 commenti:

  1. Entrambi partite dal concetto di "Dio" esterno , un'entità creatrice che ha potere sugli esseri umani , da lui creati.
    Provate a pensare , invece , che il "Dio" di cui parlate sia l'unione di tutti gli esseri che , a loro volta , dentro di se hanno la divinità interiore che li connette al tutto , all'universo intero , allora si comprenderà che tutto è collegato , che ogni azione ha una causa e produce un effetto e tutto si equilibra tramite la compensazione.

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    1. L'una visione non esclude l'altra.

      E' vero che ogni essere vivente è un'anima connessa a tutte le altre e alla fonte del Tutto, ma è anche vero che molto tempo fa qualcuno scese su questo pianeta e decise di fare manipolazioni genetiche su ominidi già presenti sul posto.

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