Testo di Francesco Bortone
La teoria delle élite. Nel famoso libro L'élite del potere, del 1956, C. Wright Mills sostiene che negli Stati Uniti la politica è dominata da una ristretta e potente élite formata dalle persone che presiedono le maggiori organizzazioni: la burocrazia pubblica, le grandi corporations e le forze armate. Il capitalismo avanzato esige che si prendano decisioni fortemente coordinate e di ampia portata, quindi i dirigenti delle grandi organizzazioni sono costantemente in contatto e spesso assumono in modo informale decisioni di rilievo politico e sociale. Come hanno confermato anche recenti e accurate ricerche, questa élite del potere è composta da persone con un'estrazione sociale molto simile: sono nati in America da genitori americani, provengono da aree urbane, sono in prevalenza protestanti, hanno frequentato gli stessi college, provengono in maggioranza dagli stati dell'Est, si conoscono personalmente e hanno atteggiamenti, valori e interessi molto simili. Con i loro rapporti costituiscono un "direttorio intrecciato" che coordina iniziative e attività. Direttamente sotto questa élite, che opera in modo informale e invisibile, esiste un livello intermedio di gestione del potere, costituito dal settore legislativo, dai gruppi d'interesse e di pressione e dagli opinion leader locali. A un terzo e più basso livello si colloca la massa dei cittadini non organizzati.
Sottoscrivo in pieno.
RispondiEliminaE questo non vale solo per gli USA, ma per tutte le democrazie occidentali.
I cittadini eleggono (liberamente) i politici in carica, convinti che saranno loro a guidare la nazione, ma non è vero.
Le elites economiche decidono, i politici eseguono.
Il testo contrasta con quanto reiteratamente espresso da un Troll insistente e antisemita, che ho ospitato spesso qui, il quale parlava esplicitamente di ebrei.
EliminaMa o sono protestanti, o sono ebrei.
Non si scappa!
Magari sono 'ibridi', come va di moda oggi per le automobili ;-)
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