Nerone e Bushone

Storie Romane: Il 9 giugno 68 d.C., a trent'anni, moriva Nerone. Dopo l'incendio di Roma del 64 l'imperatore fu costretto ad aumentare le tasse e svalutare la moneta, sia per costruire la città sia per la realizzazione della Domus Aurea. Il governo di Nerone si inasprì, finché – dopo la ribellione di Gaio Giulio Vindice, governatore della Gallia Lugdunense – ordinò a Galba, governatore della Spagna, di suicidarsi. Tuttavia le sue legioni lo acclamarono imperatore e marciò su Roma, col sostegno del senato, mentre ovunque avvenivano atti di ribellione nei confronti dell’imperatore. Si ribellò la legio III Augusta, in Africa, bloccando il rifornimento di grano e anche i pretoriani abbandonarono l’imperatore. Infine anche il senato dichiarò hostis publicus (nemico pubblico) Nerone, che fu costretto a fuggire, avendo perso l’appoggio di chiunque. Infine l’imperatore si suicidò con l’aiuto di un liberto, Epafrodito, sapendo che se fosse stato catturato vivo sarebbe stato trucidato. Svetonio narra che morendo Nerone pronunciò la frase: “quale artista muore con me!”. Il senato ne decretò la damnatio memoriae: furono distrutti tutti i documenti e i riferimenti a Nerone. Fu permesso comunque un funerale privato e le sue ceneri furono deposte nel sepolcro di famiglia, quello dei Domizi, sul Pincio. Nel Medioevo, a causa di un grande monumento sepolcrale sulla via Cassia, nacque la leggenda del trasferimento e della collocazione delle spoglie dell'imperatore in tale luogo, che tuttora si chiama Tomba di Nerone.

Me: Analogia: i cristiani furono accusati dell'incendio come lo sono stati iracheni e afghani della demolizione delle torri gemelle. Nerone fu tenuto all'oscuro come il presidente Bush e a bruciare Roma fu il "Deep state" dell'epoca, come a far crollare le torri fu sempre il "Deep state" moderno. Niente di nuovo sotto il sole!