sabato 6 luglio 2013

La cameriera degli Stati Uniti






Solo una decina di giorni fa è bastato evadere il pagamento dell’IMU per indurre Josefa Idem, il Ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, del governo Letta a dare le dimissioni, adesso qualcosa di incomparabilmente più grave è stato commesso dal Ministro degli esteri Emma Bonino.
Il fatto è noto a tutti (o forse bisognerebbe scrivere “dovrebbe” essere noto a tutti, dato che i principali quotidiani hanno rapidamente fatto passare la notizia in secondo piano), l’aereo presidenziale con a bordo il Presidente della Bolivia Evo Morales si è visto rifiutare il permesso di sorvolo del territorio di Francia, Spagna, Portogallo e anche di quello italiano, nonostante un precedente accordo col quale il nostro Paese aveva invece concesso tale autorizzazione.


La motivazione addotta per il grave gesto è stato il sospetto che a bordo dell’aereo presidenziale si trovasse Edward Snowden, il protagonista dello scandalo Datagate, seguito alla divulgazione di informazioni legate all’attività di spionaggio operata dalla NSA (National Security Agency), l’agenzia per la sicurezza nazionale degli USA, che ha fatto conoscere al mondo intero le attività di spionaggio che il Governo degli Stati Uniti ha operato ai danni sia di comuni cittadini statunitensi, che di esponenti politici e dell’economia di paesi che figurano tra gli alleati.

Ma di fatto il permesso già accordato non poteva essere revocato senza configurare una grave violazione del diritto internazionale e della sicurezza stessa del Presidente boliviano e di tutti i passeggeri e i piloti del volo, come ampiamente spiegato ad esempio sulle pagine del Fatto Quotidiano:

Come sottolineato da alcuni studiosi, negare lo spazio aereo a un aereo presidenziale in precedenza debitamente autorizzato, cozza contro varie norme del diritto internazionale. Innanzitutto contro quelle volte a proteggere le immunità personali e funzionali dei Capi di Stato. 

Che sono norme fondamentali cui si può derogare solo in caso di crimini internazionali che qui ovviamente non sussistono se non, eventualmente, da parte degli Stati Uniti. Infatti Snowden, che peraltro non si trovava sull’aereo presidenziale boliviano, è accusato solo di violazione delle leggi statunitensi. E tale presunta violazione è stata compiuta in omaggio a un superiore principio giuridico per denunciare le gravi illegalità commesse dal governo degli Stati Uniti.

L’onore della comunità internazionale e la salvaguardia dei principi fondamentali del suo diritto sono nelle mani del governo boliviano e degli altri Stati, latinoamericani e non, che hanno giustamente e fortemente protestato contro questa grave violazione del diritto internazionale.

Sulla mancata conferma dell’autorizzazione italiana c’è stata subito confusione, una tardiva comunicazione del Ministro ha cercato di farla passare come un atto automatico, infatti il permesso sarebbe decaduto nel momento in cui l’aereo è atterrato fuori programma (costretto dai divieti, anche quello italiano?) a Vienna.

Stranamente però il governo boliviano convocherà anche l’ambasciatore italiano a La Paz per avere spiegazioni sull’accaduto, come ci fa sapere il Messaggero: “Snowden, giallo sullo stop all’aereo di Morales. La Bolivia convoca ambasciatori d’Italia e Francia“.

Ora si dà il caso che la persona responsabile della nostra politica estera in questo momento sia il Ministro Emma Bonino e che quindi la stessa debba essere chiamata a rispondere della violazione del diritto internazionale che sembra essere avvenuta in questa circostanza, ma va segnalato il fatto che nessun organo d’informazione, neanche quelli che hanno denunciato l’accaduto, chiami alle sue responsabilità il Ministro Bonino, che evidentemente beneficia di un trattamento del tutto particolare se, come ricordato, si fa un paragone con quanto avvenuto solo pochi giorni prima al Ministro Josefa Idem, costretta alle dimissioni per aver aggirato il pagamento dell’IMU.

In precedenza il Ministero presieduto dalla Bonino aveva anche rifiutato di prendere in considerazione la richiesta di asilo politico con la motivazione un po’ pilatesca che la richiesta, essendo stata presentata via fax anziché di persona, non è conforme alle regole vigenti.

Ieri poi finalmente il Ministro ha preso posizione dichiarando che la richiesta non può essere comunque accolta perché “è in gioco la fiducia tra alleati”, come riferisce il Corriere della Sera in un articolo i cui commenti non lasciano dubbi su cosa pensi la gente di queste faccende. Resta il fatto che il Ministro degli esteri sembra applicare la legge in base a personali convenienze, per cui nella vicenda del Presidente Boliviano la Bonino non si fa problemi ad andare contro le regole, salvo poi, nel caso della richiesta di asilo, diventare più scrupolosa di un giurista bizantino e fermarsi di fronte ad un vizio formale.

I motivi per mettere sotto accusa il comportamento del Ministro degli esteri sono forti ed evidenti e sono sia di natura legale che politica, una politica incerta, pasticciata e piena di punti poco chiari, in poche parole incompetente. Ma Emma Bonino è una di quelle figure delle quali è vietato fare anche la più leggera critica, e infatti nessun riferimento al suo ruolo ministeriale è presente anche negli articoli critici verso la condotta italiana nella vicenda Snowden.

Bonino, una specie di santa laica, Bonino l’intoccabile, tanto da non essere neanche nominata dalla stampa più contestatrice. Chi si schiera per la verità sugli abusi delle autorità USA  sia coerente fino in fondo e ne chieda le dimissioni.

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