sabato 2 dicembre 2017

Non si può cavar sangue da un Papa rapa


Avevamo un Papa laico, una volta, spesso emaciato dai prolungati digiuni, il cui nome era Giacinto, meglio conosciuto come Marco, che per un certo periodo, negli ultimi anni della sua vita, ci fece conoscere i Montagnards e il loro stato di oppressione da parte del Vietnam. Oggi abbiamo un altro sedicente Papa, considerato impostore da molti cattolici ma per nulla emaciato, che ci sta facendo conoscere i Rohingya, a loro volta oppressi dal Myanmar, una volta conosciuto come Birmania. La differenza tra le due etnie oppresse è che i primi sono cristiani e i secondi musulmani. La cosa è di poco conto in un’ottica ecumenica ed evidentemente marco Pannella non era abbastanza ecumenico, o forse per i tempi sarebbe suonato strano che un cristiano non prendesse a cuore, prima, le sorti di altri cristiani oppressi nel mondo, mentre oggi, con un Bergoglio che spinge per la realizzazione del nuovo ordine mondiale, nessuno ci fa caso. Del resto, quelle che a molti cattolici sembrano personali simpatie del Papa argentino per i musulmani, sono, o dovrebbero essere, il messaggio per cui siamo tutti fratelli su questa Terra e musulmani, ebrei e cristiani sono tutt’e tre “genti del Libro”.


A me, queste scuse rivolte a una minoranza islamica oppressa da buddisti, ricordano un libro intitolato “Care bestie, scusate”, scritto da due autori sconosciuti, con la differenza che “le bestie” sono a tutti gli effetti la maggioranza silenziosa più oppressa in assoluto dal genere umano, sia orizzontalmente che verticalmente, ovvero sia a livello planetario, che a livello storico. Anche i Montagnard e i Rohingya, nel loro piccolo, opprimono le bestie, allevandole, macellandole e mangiandosele. E dunque, abbiamo due personaggi politici, Pannella e Bergoglio, che fanno partire la loro compassione da minoranze umane oppresse, dimenticando totalmente la maggioranza non umana degli animali, pur essa oppressa dal tiranno per antonomasia: l’uomo. Una tirannia talmente feroce, diffusa e congenita che sfugge all’attenzione dei più e, d’altra parte, mi stupirei del contrario. Può l’oppressore avere coscienza del proprio stato di oppressore? I sentimenti di compassione e pietà sono la prima cosa che l’aguzzino deve rimuovere dalla sua consapevolezza se vuole continuare ad opprimere le sue vittime. Ne deriva che Pannella e Bergoglio sono due oppressori come tutti gli altri, rigorosamente antropocentrici e pertanto destituiti da ogni autorevolezza. 

Entrambi sono strumenti nelle mani di un potere più forte di loro, l’uno essendosi fatto collettore del malcontento di una frangia di elettori (ruolo oggi occupato dai 5 Stelle), l’altro facendosi campione di quel vomitevole specismo che continua a mettere l’uomo al centro dell’universo e che è stato ed è causa di tutti i mali possibili e immaginabili, sia per gli uomini che per le bestie. Il furbo gesuita sta quindi compiendo un’operazione di maquillage, di cosmesi, evitando accuratamente di intaccare il cuore del problema: l’oppressione millenaria degli esseri umani su quelli non umani. Se non si aggredisce il nostro feroce rapporto con le bestie, non si va da nessuna parte, autori sconosciuti continueranno a chiedere scusa per niente e il Papa di turno continuerà a fare la sua sporca figura, agli occhi dei suoi ipocriti seguaci, con le manine sporche di sangue. Del resto, come dice il proverbio, non si può cavar sangue da un Papa dalla testa di rapa.

2 commenti:

  1. Aggiungiamo che più che un papa che possa accontentare tutti servirebbe un Dio, ma soprattutto rimboccarci le maniche e iniziare a fare la differenza partendo da noi. Così più che citare un papa cito JFK: "Non chiedetevi cosa possa fare l'America per voi, quanto voi possiate fare per l'America....."
    Cambiate il nome del soggetto e avremmo qualcosa di concreto sul quale lavorare invece che criticare con le mani in tasca.

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    1. Io sto già facendo qualcosa e non tengo le mani in tasca: sto divulgando il marcio che c'è in.....Danimarca.

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