Senza mascherina, niente ricettina!

Le linee erano bollenti, ma poi sento una voce umana rispondere. Mi serve una ricetta, per cortesia, dico io. La donna prende nota. Mi chiede il nome del mio medico e quello dei medicinali. Poi, zacchete! Sul più bello (coitus interruptus) cade la linea. Riprenderla non è stato possibile, per le linee bollenti di cui sopra. Così, nel pomeriggio, presente mia figlia appena giunta da Trieste, entro nella struttura. L’impiegata Ingrid (non è un nome di fantasia) scrive i nomi dei medicinali e ci rimanda al giorno dopo per il ritiro della ricetta. Mando mia figlia, dico io. Va bene, dice lei. E aggiunge: per stavolta passi, senza mascherina, ma la prossima deve portarla, come tutti, se no non la faccio entrare. Grazie Ingrid, bengentile. Il giorno dopo, la figlia devota, e mascherinata, sale su e poi torna con in mano un foglietto solo (due erano le medicine, Bisoprololo e Xarelto): ti hanno dato solo una perché il piano sanitario è scaduto e devi fare una visita medica, se vuoi anche l’altra. Gli piace complicare la vita al prossimo! Non ammettono che ci possano essere dei dissenzienti, persone che si rifiutano di sottostare a quell’odioso atto di sottomissione che è il bavaglio sulla bocca. Il mio cuore (e i suoi disordinati battiti) resisterà, ne sono sicuro, perché non voglio dargliela vinta. Io posso anche andare dal mio medico, per lo Xarelto, ma se non mi fa entrare senza mascherina, anche lui può andare dove stanno andando tutti i suoi colleghi vigliacchi: a quel paese!