venerdì 7 maggio 2021

I tempi erano maturi per un cambiamento epocale


Testo di Rudy Freddi

Siamo circa a 16 milioni di prime dosi inoculate, circa il 25% della popolazione, e già si iniziano a registrare i primi rallentamenti per defezione da entusiasmo. Vedremo cosa si inventeranno per rompere il muro del 50%. La soglia magica è quella oltre il 50%, altrimenti gli rimarrà in mano un paese spaccato a metà in modo irreversibile, dato che chi è vaccinato non può ripensarci ed un paese spaccato a metà equivale ad una belva ferita, molto più pericolosa di una sana e felice. Ormai indietro non si può tornare, i numeri si fanno sempre più importanti e minacciosi e per qualcuno, in ogni caso, chiunque sia, in ogni modo finirà, non potrà che finire male, molto male, anzi malissimo. Tutti noi abbiamo fatto delle scommesse in assenza di certezze scientifiche, dato che la scienza è dilaniata dalle due visioni controverse contrapposte, contaminate in modo irreversibile da componenti che nulla hanno a che fare con la scienza, quindi ognuno di noi ha scommesso la sua sopravvivenza, in base alla propria cultura, al suo vissuto, ai suoi valori personali, alla sua singola percezione del giusto o sbagliato. Lo possiamo definire un esercizio di libero arbitrio per eccellenza, nel momento più buio della nostra storia moderna, di cui non esistono precedenti da cui attingere esperienza pregressa. Siamo chiamati singolarmente a decidere in quale modo riteniamo di dover tutelare le nostre vite, se con vaccino o senza.


Soltanto il futuro potrà decidere chi avrà avuto ragione o torto, con delle evidenze altamente selezionatrici, ed è soltanto da quelle che potranno veramente nascere i nuovi stili di vita. Per il momento, questa emergenza ci sta insegnando che in ogni caso era giunto il bisogno di una selezione sociale, le diverse anime ormai erano incompatibili, impossibilitate a ulteriori mediazioni socio politiche di convivenza tollerante. Ogni limite era stato superato, la soluzione poteva essere soltanto una guerra o una guerra travestita da pandemia.

3 commenti:

  1. "Siamo chiamati singolarmente a decidere in quale modo riteniamo di dover tutelare le nostre vite, se con vaccino o senza."

    Lo scorso anno , a fine marzo , quando si cominciava a capire l'intenzionalità di non curare e di portare al collasso il sistema sanitario , unitamente alle prime rivelazioni di medici coraggiosi che non rispettavano i protocolli e avevano successo nella cura , e ad altri medici coraggiosi che iniziarono a fare autopsie contro le indicazioni del ministero della sanità , maturai la convinzione di di rendermi libero dal sistema sanitario.
    Lo sono sempre stato , in realtà , dal medico di base ci andavo ogni 2 - 3 anni di media , ma da allora ho deciso di fare senza , vada come vada.
    Uniche deroghe le posso concedere ad eventuali traumi o rotture oppure ad un evento che mi porti in uno stato di incoscienza ... ma ho già dato disposizioni di vigilare attentamente ogni passaggio ospedaliero e riferimenti cui rivolgersi per impedire cure "anomale"

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  2. Uno dei segreti della vita è quello di riuscire a scansare i medici. Pure gli avvocati.

    Il mondo è costipato, aveva, ha, bisogno di una purga. Forse. Però non condannate i superstiti a vivere in un villaggio di gnomi, di puffi operosi e felici,come nell'illustrazione del pezzo. Ovvero ad eterni picnic su immensi prati verdi, i raggi del sole, il triangolo divino fra le nubi squarciate, attorniati da leoni ed orsi ammansiti che aspettano di mangiar gli avanzi, il fondo della ciotola del riso freddo alla greca, le briciole del tiramisù.. Che palle!!! Finirebbe tutto in duelli rusticani, magari al primo sangue, combattuti con coltellini e forchettine di plastica, lanci di coppette della nacedonia.....

    Anche lo spirito liberato dal guscio, dal gravame della carne, che aleggia in spazi indefiniti, alla lunga, temo, si romperebbe i co**ioni.... Meglio un sonno, meglio eterno?

    Ma in quale maledetto impiccio siamo capitati?

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    1. Avendo vissuto, illo tempore, l'esperienza dall'interno, ho imparato a diffidare delle immagini caramellose offerte dalle riviste dei Testimoni di Geova.

      Le profezie di Isaia riguardo al leone che mangerà l'erba proprio come il toro, sono nel cuore di tutti gli animalisti, ma sono anche intrinsecamente irrealizzabili.

      Chissà, forse gli scrittori che si sono firmati Isaia, erano un po' animalisti anche loro!

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