giovedì 4 gennaio 2024

La donna anziana in trattamento chemioterapico


Ho dormito male. Ho preso freddo, con le coperte che scappavano da tutte le parti. E soprattutto, la sera a cena ho commesso l’errore di bere mezzo bicchiere di vino bianco e il mio malandato fegato friulano, nato e cresciuto nella terra dei buoni vini, poi, al mattino, me l’ha fatta pagare. Oltre a un ferreo cerchio alla testa, mi ha paralizzato il fianco destro, con una fastidiosa rigidità, manifestandosi nel suo territorio di pertinenza e dandomi un senso di spossatezza generale, di nausea e di capogiri. Per tutto il giorno, mi sono aggirato per casa come uno zombie, ma la sera avevo in programma di andare in pizzeria con figlia e morosa. Mi sono messo a letto, sprofondando in un torpore comatoso, avendo, seduta sulla sponda, la mia compagna che, benché cazzeggiasse col cellulare, mi era in qualche modo di conforto, segno che per i moribondi anche una semplice presenza amica allevia il momento fatale della dipartita. A occhi chiusi, né sveglio, né addormentato, meditavo pensieri suicidi, ma lei, cercando di tirarmi su di morale, ha cominciato a parlarmi di una applicazione particolare che ha sul telefonino. Io l’ascoltavo appena. E mi ha fatto alcune foto. 



Il risultato: Un’anziana donna truccata, malata di cancro, senza capelli e senza parrucca. Uno scimmiotto ridanciano, con enormi orecchie a sventola e l’incredibile Hulk, non verde ma color carnicino, dalla bocca larga e incazzato come il suo solito. Volendo rimanere fedele agli impegni presi, e per non deludere morosa e figlia, benché inizialmente pensassi di mandarle in pizzeria da sole, chiesi alla mia donna se mi faceva il piacere di mescolare, in mezzo bicchiere d’acqua, una bustina di Nimesulide, che è più potente dell’Oki Task e il mal di testa lo fa sparire in una ventina di minuti. Ella eseguì. 



Quando venne l’ora dell’appuntamento mi alzai anch’io, dal letto, barcollando e stetti un po’ a riflettere sul da farsi. Ero tentato. L’antidolorifico aveva fatto bene il suo dovere. Presi la decisione di accompagnarle, ma con un cambio di programma: niente pizzeria, ma ristorante. Dovevamo solo attraversare la strada a piedi, senza usare la macchina. Al ristorante ci divertimmo e ovviamente non bevvi né vino, né birra. Fu lì che la morosa fece una profezia inquietante. Mi disse: “Dovrai rassegnarti ad essere astemio per il resto della vita”. Cosa peggiore non si può dire, a un friulano, nato e cresciuto nella terra dei buoni vini. Senza alcol, che vita è? Ma senza la salute, che vita è? E’ come il dilemma delle donne, comprese quelle anziane in chemioterapia: non si può vivere con loro, ma non si può neanche vivere senza di loro!

2 commenti:

  1. Sono diventato astemio anni fa senza accorgermene. Ho sentito in una trasmissione che anche il vino è cancerogeno. Sono rimasto stupito. Se siamo mammiferi perché mai beviamo alcolci? Si dice che l'alcol può essere benefico perché è un vasodilatatore e prevene l'infarto. Ma rimango dell'idea che il vino no può fare parte della dieta di un mammifero. Al ristorante che cosa ha mangiato? PietroMelis

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    1. Verdure pastellate. Che non si dovrebbero mangiare, perché i fritti, al pari dell'alcol, sono nocivi per il fegato.

      Il vino, nell'Occidente mediterraneo, ha una millenaria tradizione ed è quasi impossibile rinunciarvi. Freeanimals

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