giovedì 13 febbraio 2014

Da cuccioli li accarezzano, da adulti gli sparano

 

Negli allevamenti in Sudafrica, i cuccioli di leone vengono sfruttati a scopi turistici. C’è gente che paga per “coccolare” un esserino anestetizzato, evidentemente. Quando crescono, questi magnifici animali sono venduti ai cacciatori di trofeo provenienti da tutto il mondo.
Questo tipo di caccia è, se possibile, più vile di sempre perché all’animale è impedito di fuggire sia per vincoli mentali (sono abituati all’uomo) che fisici (sono chiusi in un recinto).
Gli allevamenti offrono il "no kill, no pay", quindi è nell'interesse dei proprietari garantire il raggiungimento dell’obiettivo. Gli animali vengono così drogati o affamati e attirati con del cibo mentre i cacciatori sono in agguato per poi farsi fotografare accanto al “trofeo”.
Esistono meno di 4000 leoni selvaggi in Sud Africa e più di 8.000 in cattività, allevati per essere esposti – cadaveri - in foto da mostrare agli amici. L’allevamento è anche una minaccia per i branchi di selvatici che vengono catturati per introdurre nuove linee di sangue in cattività e vendere le ossa al mercato asiatico.
Questo business esiste a causa del fallimento della politica governativa ed è difeso da interessi economici ingenti.
E’ necessario attivare campagne di sensibilizzazione affinché all’estero si vieti l’importazione dei trofei di caccia e quest’industria cessi di far girare così tanto denaro.
Gli attivisti sudafricani hanno organizzato una marcia internazionale per il prossimo 15 marzo. 

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