martedì 17 giugno 2014

La macellazione fa maquillage

 

Testo di Laura Lucchini

Nel percorso al contrario con cui si cerca di rendere invisibili  gli animali incontriamo anche l’architetto De Lucchi. La macelleria che ha progettato e che verrà inaugurata a Parigi si chiama L’ Ecorcheur, lo Scuoiatore. Un nome, un programma e una promessa.
La macelleria in questione sarà una vera e propria installazione.  Farà parte di una serie di iniziative economiche ridisegnate secondo un’ottica dedicata per lo più alla cultura  del cibo.

De Lucchi (a sinistra)  spiega che la sfida è quella di "liberare la macelleria dal concetto dell’atto violento sull’animale".
 In uno spazio di 45 metri quadrati si potranno ammirare  ad esempio immagini di sacrifici con animali e acquistare anche opere d’arte, animali-scultura, romanzi dedicati  al mondo animale, illustrazioni e quant’altro. E’ qui che si celebra l’emancipazione dell’uomo dalla violenza primitiva.
Il tutto godibile  insieme con pezzi di animali esposti dietro un bancone, smembrati e ripuliti per non urtare la sensibilità del consumatore.
Si potranno anche gustare quelle stesse dilaniate carni in un apposito spazio dedicato alla cottura a vista, dove sarà possibile portare a termine l’ultimo atto cannibale, al riparo dalla vista di mattatoi, urla strazianti e agonie.

A questo tipo di operazioni appartengono diverse  ‘avventure’ finanziare, persino firmate, che promettono ampliamenti in molti paesi attraverso differenziazioni di volta in volta sempre più ‘originali’.
Il cibo deve essere spiritoso, allegro e soprattutto ‘etico’.  E se per fare questo è necessario nascondere agli sguardi ciò che accade  nella realtà, ben venga!
Designers, architetti, ristoratori e persino droghieri  si ritrovano uniti in un unico corpo collettivo con una missione da portare a termine.

Sempre più si tende ad occultare l’infamità della condizione a cui vengono sottoposti gli animali che finiranno nei nostri piatti  attraverso operazioni  definite culturali  in cui il corpo dell’animale, fatto uscire sublimato dalla porta, possa rientrare dalla finestra in forma di bistecca, cotoletta, salsiccia.
Di fronte all’opera di De Lucchi o chi per lui, in cui ci si presta a valorizzare il prodotto e la confezione, non è difficile comprendere come  la celebrazione dell’architetto  (che nello specifico decreta la fine dell’architettura) e di un mangiar sano, pulito e giusto sia l’obiettivo, alla stregua delle tante iniziative proposte, ad esempio, da Slowfood e Eataly.
E non è difficile comprendere come, ancora una volta, la  subdola finalità sia l’assopimento delle coscienze.
“Perché non si possono contare tutti i morti e non si può dire  l’orrore, quello che scaturisce dal rifiuto da parte  degli assassini, e di tutti gli altri, di immaginarsi al posto delle vittime” (La vita degli animali, J.M.Coetzee).
 

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