martedì 21 giugno 2016

La strage degli endemismi



La prima vittima “documentata” del cambiamento climatico causato dall’uomo è un roditore che vive in una piccola isola dello stretto di Torres, nome scientifico melomys, famiglia dei Muridi. La sottospecie che vive a Bramble Cay, un isolotto sabbioso sperduto nel mare tra Papua Nuova Guinea e Australia è stato - informa il Guardian - completamente spazzato via dall’innalzamento globale dei mari. Il roditore in questione, che veniva anche chiamato ratto con la coda a mosaico, viveva soltanto in questa lingua di sabbia lunga 340 metri e larga 150, al largo delle coste del Queensland, e a soli tre metri di altezza dal livello del mare. Considerato un tempo specie endemica nella Grande Barriera Corallina, la cui presenza era documentata fin dal 1845, questo roditore viveva (almeno fino al 2009) in grosse colonie sull’isola. 



Poi le ultime ricerche hanno portato alla conclusione che la specie, un tempo considerata in pericolo, viene ora considerata “estinta”.  Secondo un rapporto dei ricercatori inviati sul posto, la causa principale dell’estinzione è dovuta, appunto, all’innalzamento dei mari. L’isola viene inondata spesso durante l’anno, uccidendo gli animali e l’habitat in cui prosperava. La stessa superficie dell’isola, con l’alta marea, è diminuita da 4 a 2,5 ettari. In termini globali, i mari si sono innalzati di 20 centimetri dal 1901 al 2010, con una velocità che non ha uguali negli ultimi seimila anni. E in particolare, nell’area dello Stretto di Torres, il mare si è innalzato a velocità doppia tra il 1993 e il 2014. Causando, scrivono i ricercatori australiani, la “prima estinzione di un mammifero dovute al cambiamento climatico provocato dall’uomo”. Malgrado la scomparsa di questa specie, l’isola resta però ancora abitata da tartarughe e alcune specie di uccelli marini. In altri casi, erano state cause esterne, come l’importazione di gatti, a causare l’estinzione di animali in remote aree del mondo. Questo è il primo caso in cui ne siamo tutti responsabili.


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