sabato 19 novembre 2016

Quando non si vuole tener conto della natura umana



Un violento attacco xenofobo, con lancio di molotov, petardi e sassi ha colpito il campo di rifugiati sull'isola greca di Chios, dove da ieri ci sono proteste contro i migranti. Circa 150 migranti rifugiatisi in Grecia dalla guerra siriana, sono stati costretti a fuggire. Lo scrivono vari media internazionali, fra cui la Bbc. Nell'assalto è rimasto ferito alla testa da una pietra un rifugiato. Distrutte una cinquantina di tende e baracche. Anche due operatori umanitari che lavorano tra i profughi sono stati feriti nel campo di Souda a Chios, che ospita circa 4.000 rifugiati. L'Unhcr, che lo gestisce, fa sapere che fra i tendoni distrutti dai teppisti - che hanno lanciato i loro oggetti contundenti dal muro che circonda il campo - ve ne era uno da 50 posti. «I volontari hanno cercato di sopperire erigendo una piccola tendopoli fuori da Souda e hanno rivolto un appello alla polizia perché sorvegli la zona.




Roland Schoenbauer, operatore dell'Unhcr ha detto alla Bbc che, malgrado ciò, non tutti i migranti avranno un posto asciutto dove trascorrere la notte per il pericolo di nuove scorribande. Secondo i media greci, dietro all'attacco c'è l'estrema destra greca di Alba Dorata, e l'episodio viene messo in relazione con un episodio in cui sono coinvolti quattro migranti (pare tre algerini e un iraniano), che ieri avrebbero svaligiato un negozio di fuochi d'artificio e lanciato petardi in giro per l'isola. Una rappresaglia, quindi. Dei migranti in cerca d'asilo ospitati a Souda, il 60% proviene dalla Siria, il 20% dall'Iraq, il 10% dal Nord Africa e il 10% da altre parti del mondo.

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