venerdì 17 marzo 2017

Jasmine ai confini della realtà


Jasmine è una bella ragazza sposata a un italiano, madre di quattro figli avuti da uomini diversi. Il più grande ora sta in Italia con il padre adottivo, Paolo Tartari, che conobbi dieci anni fa a Tulear e con cui feci subito amicizia avendomi detto che era vegetariano. Purtroppo, era di quei vegetariani, molto diffusi nei paesi anglosassoni, che il pesce lo mangiano, facendo una distinzione linguistica tra carne e pesce. Ma non è di lui che voglio parlare, bensì di sua moglie, la quale, da quando suo padre comoriano le ha fatto un brutto scherzo, non è più la stessa. Va detto in premessa che i comoriani sono musulmani e, per un musulmano, avere una figlia che pratica le arti magiche è un disonore. Indi per cui, pensando di fare il bene di sua figlia, oltre che di salvare la sua reputazione, prese tutti gli ammennicoli che Jasmine usava durante le invocazioni agli spiriti, compresi i suoi vestiti da cerimonia, e andò a gettarli in discarica. Per inciso, qualcosa di simile mia madre fece a me quando, ragazzo, ero Testimone di Geova: tornai a casa e non trovai più la mia bibliotechina di “libri Verità”. Seppi che erano stati gettati nelle immondizie e che il camion era già passato. Andai inutilmente a cercarli, con il motorino, nella discarica comunale, l’ago nel pagliaio.




Jasmine non andò a cercare i suoi oggetti magici perché il padre non le disse dove li aveva gettati, ma il trauma psichico fu notevole. Per i razionalisti, si tratta di un caso di malattia mentale a lungo covata e che ha avuto in quel dispiacere la sua causa scatenante, ma per noi che sappiamo dell’esistenza di entità invisibili, provenienti da “Altrove”, si tratta di un caso di possessione da parte di alieni, o spiriti maligni che dir si voglia. Tina mi ha spiegato che la “tromba” (pronuncia ciumba) di Jasmine si è molto arrabbiata con lei. Secondo me avrebbe dovuto arrabbiarsi con suo padre, ma gli spiriti seguono logiche non umane e quindi è verosimile che la ragazza abbia cominciato a dare segni di squilibrio.




Ci sono alcuni elementi che vanno evidenziati:
1) molte coppie miste, bianchi che sposano donne malgasce, hanno esiti che portano alla pazzia;
2) il contesto sociale del Madagascar è improntato alla superstizione e i malgasci sono animisti;
3) storicamente l’umanità è sempre stata infastidita da entità provenienti da “qualche parte là fuori”;
4) le entità possono interferire nella vita umana sia se lo decidono loro (abductions), sia, ancora di più, se le si chiama;
5) nell’Ottocento, in Europa, le si chiamava servendosi di medium, durante le sedute spiritiche, gli sciamani di tutto il mondo lo fanno servendosi di funghi sacri allucinogeni, i malgasci lo fanno senza funghi;
6) Jasmine, come tutte le “tromba” (il termine è intercambiabile sia che si tratti dello spirito possessivo, sia della donna che lo ha adottato) aveva iniziato un percorso di pratiche magiche;
7) benché in buona fede, la grossolanità di un padre fondamentalista musulmano ha provocato l’irreparabile pasticcio.




Radio Babaky, ovvero le comari del quartiere, raccontano che Jasmine, dopo l’incidente, andava in giro mezza nuda e una volta che Sofia, una delle sue figlie, le è corsa dietro per portarle una camicetta, la bambina per tutta risposta si è presa un ceffone. Tina poi dice che Jasmine sputa continuamente, ma il 16 marzo, mentre eravamo a casa sua, non l’ho notato. Ho notato invece che sua madre era ubriaca, che lei aveva uno sguardo perso, benché conservasse ancora la sua bellezza e che qualcuno aveva lasciato un rubinetto aperto, tanto che la casa si stava allagando. Questo non è di per sé sintomo di pazzia, ma di trascuratezza. Ci sono bambini, in quella casa, e una nonna ubriaca, e ci si aspetta che un adulto come Jasmine abbia la situazione sotto controllo, anche nel settore idraulico. Poi, Jasmine è sempre in giro e infatti è uscita con noi, quando ci siamo congedati dalla magrissima Sofia, da Hermes, che ha dimenticato l’italiano e dalla bella Nassira, che l’italiano lo parla perfettamente, come anche sua sorella Sofia. Ferma sul portoncino di casa, con noi e Jasmine già sulla strada, Nassira ha supplicato sua madre: “Mamma, dammi un bacio!”. Jasmine, lentamente, ha eseguito. Forse i bambini si sentono trascurati. Hanno il padre in Italia e una madre che non è mai a casa. Sulla nonna non possono contare.


Arrivati a casa, ho proposto a Tina di far venire le due bambine da noi un giorno, a fare merenda, affinché giochino con Annika, così io ho anche qualcuno con cui parlare in italiano, impedendo che anche le due sorelle lo dimentichino. Tina, istintiva e mezza “tromba” anche lei, mi ha detto che non è una buona idea: poi vengono fuori casini con la madre schizofrenica. I demoni, o alieni che dir si voglia, fanno danni collaterali. Creano dissapori domestici, mettono i figli contro i genitori (il padre di Jasmine se n’è andato di casa), rendono infelici i bambini e acuiscono l’isolamento fra gli esseri umani, condannandoli alla solitudine e a volte anche alla disperazione. Nella foto, un venditore di oggetti destinati agli “ombiasy”, gli stregoni, il corrispettivo maschile delle “tromba”.




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