lunedì 4 marzo 2019

Terrorista che vince non si cambia


Siccome l’ISIS è praticamente sconfitto, c’è bisogno di rinnovare la paura del terrorista arabo, poiché gli USA non possono stare senza un nemico da additare all’opinione pubblica, grazie al quale verranno impiegate enormi somme del denaro dei contribuenti. Gli attentati sono organizzati dai servizi segreti occidentali, e su questo non ci piove, utilizzando manodopera araba all’uopo manipolata, balordi che del Corano e dei suoi precetti hanno fatto carta straccia. Tanto è vero che, dandone il rendiconto giornalistico, una volta che la sceneggiata è finita, immancabilmente veniamo a sapere che il terrorista era un balordo già conosciuto dalla polizia del posto. Il più delle volte viene freddato sul posto, così che non possa raccontare le trame nascoste, ovvero come e da chi è stato ingaggiato.


Parallelamente all’esecuzione di attentati dinamitardi, compiuti possibilmente in date cabalisticamente opportune, c’è una campagna di propaganda sostenuta da pensatori all’uopo stipendiati, i quali, nel caso specifico, vedendo che in Siria ormai i russi hanno sconfitto gli ultimi miliziani dell’ISIS, hanno pensato bene di riesumare il fantasma di Bin Laden, nome che ha terrorizzato per anni l’opinione pubblica mondiale. In Occidente c’è un detto: “Il frutto non cade mai troppo lontano dall’albero”. Peccato che Bin Laden sia morto nel dicembre del 2001, per una malattia ai reni e peccato che suo figlio Hamza, oggi trentenne, non abbia nessuna intenzione di seguire le orme paterne, ovvero di fare la stessa fine del padre, manipolato e strumentalizzato come nemico pubblico numero uno. Poiché, oltre ad essere un bel ragazzo, ha anche una faccia sveglia, potrei giurare che sia abbastanza saggio da non voler imbarcarsi in un’operazione destinata a sicuro fallimento. Il bello è che lui non sta facendo niente, se non fare la sua vita da qualche parte in Medio Oriente. Tutto viene fatto da altri: i manipolatori di masse, coloro che ti fanno credere che il bianco sia nero e viceversa, che la guerra sia pace, ecc. Come insegna Giorgio Orwell. E’ chiaro che Hamza è usato come uno strumento per scopi che conosciamo molto bene: mantenere viva la paura negli occidentali e avere sempre nuovi pretesti per combattere il terrorismo, spillando denaro all’erario pubblico. Sta per cominciare una nuova stagione di attentati terroristici, forse stavolta anche in Italia. Loro, gli ebrei a capo di questa organizzazione criminale, si sono portati avanti con il lavoro. Hanno già creato il nemico. Vediamo stavolta quanta gente ci cascherà, rispetto a quando c’era il Bin Laden senior.

Nessun commento:

Posta un commento