domenica 21 marzo 2021

Siamo cresciuti in tecnologia ma non in spirito


Testo di Andrea Pacini

Mia nonna paterna, passata ad altra vita nel 2003 alla veneranda età di 89 anni, contrasse la spagnola a circa 7 anni, stava molto male, mi raccontava che era pronta a morire, l'unico conforto che aveva era quello di ascendere al paradiso. Sopravvisse, fu una dei pochi bambini a non morire, anche se con gravi sofferenze e una cardiopatia valvolare severa causata dalla malattia. Chissà cosa avrebbe dato suo padre, visto che era orfana di madre, morta dopo il parto, per avere un decimo di quello che abbiamo oggi nella speranza di salvarla. Ho le mie convinzioni, fino a prova contraria, non ciechi dogmi, non mi aggrappo ad esse, né le giudico le uniche panacee per tutti i mali, di una cosa sono però assolutamente certo, ovvero il diritto di poterla pensare liberamente, senza chiamare o considerare idiota chi non la pensa come me e soprattutto rispettare coloro che riescono ad esprimersi in punta dei piedi. Sono tempi duri, ma quello che più mi preoccupa è il fatto che non riusciamo ad imparare niente dalla storia, il progresso tecnologico non è seguito a pari passo da quello Umano, del pensiero. Oggi vige solo lo slogan. Io ho le mie ragioni e tu i tuoi torti. 

1 commento:

  1. La storia non insegna un beneamato....tubo. Mettiamoci/mettetevi l'anima in pace. Argomento recentemente sviscerato, con dotti commenti, anche su questo blog.

    Bisognerebbe, forse, riappropriarsi di tutte le stagioni della vita, acciocché non si fosse troppo vecchi da giovani, né troppo giovani da vecchi. Riappropriarsi della vecchiaia, senza voler reiterare la giovinezza sine die, con il comportamento, con l'abbigliamento, oppure con la pasticchina blu.

    Accettare più o meno ob torto collo la pace dei sensi, per potere dare insegnamento e direzione ai giovani inesperti. Ridare un certo quoziente di autorità agli anziani non ancora rincoglioniti.... Il verso per raddrizzar la barca ci sarebbe, ma.....

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