Testo di Monica Gobatto
La prima volta che i greci vedono un gatto, intorno al 3.000 avanti Cristo, ne rimangono estasiati: quella strana bestia è la soluzione perfetta all’annoso problema dei topi che mangiano il grano e danneggiano un’economia totalmente agricola. Fino a quel momento hanno eliminato i topi usando donnole, faine e puzzole, animali selvatici, fastidiosi, spesso maleodoranti; invece questo strano e nuovo animaletto non puzza, si deterge ogni giorno, non è aggressivo con gli uomini, quando non caccia dorme pacifico ed è anche molto elegante da guardare. Gli egizi lo chiamano “Mau” sia per il suo verso sia perché la parola Mau rimanda al vedere e gli egizi credono che il gatto, capace di vedere al buio, possa vedere anche oltre la vita, nel regno delle tenebre.
Mi piacciono queste storie di 5000 anni fa descritte come se fossero successe ieri e verificate di persona dall' autore.
RispondiEliminaEh già, prima del tremila avanti cristo i gatti stavano alla larga dalla Grecia. Si vocifera perché allergici alla feta, yogurt acido, humus di ceci...:-)
RispondiEliminaChe nel Panteon degli dei egizi ci fosse anche la Dea Bastet, con la testa di gatto, è storicamente documentato.
RispondiEliminaPoi, come facessero i greci a difendere i loro raccolti, non so di preciso, ma oltre ai gatti probabilmente si avvalevano anche delle civette, dei barbagianni e dei gufi, come predatori dei topi, tanto è vero che Athene noctua, la civetta, era sacra alla Dea Minerva.
I gatti mi piacciono moltissimo. Il mio l'ho avuto sul grembo fino a mezz'ora fa, poi ha reclamato la sua libertà uscendo all'aperto a godersi la notte.
RispondiEliminaCome nella canzone di Mina.
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