Alessandro Rizzo: Carne fatta in laboratorio, cavallette, grilli.....a noaltri Veneti no ghe serve!
Me: Forse quello che vi serve è una presa di coscienza su come viene prodotta la carne che vi piace tanto, cioè tutta la violenza e l'ingiustizia possibile e immaginabile. Se ne siete fieri, siete ancora più colpevoli, ma se ne siete almeno un po' dispiaciuti, sigifica che un briciolo di coscienza è presente, anche se restate ugualmente colpevoli.
Ho visto che Mauro b. ha commentato, ma il suo commento non compare. Non so perché. Glielo pubblico io.
RispondiElimina"Vox populi vox dei. Bonariamente parlando il vecchio detto "i veneti sono i meridionali del nord" ha un suo fondo di verità. Non solo per le milionate di veneti sparsi per il mondo. Non solo .....Figuriamoci se un rodigino , un padovano, si abbasseranno mai ad ingollare una locusta, un grillo, eccetera. Loro sono speciali. Un attimino vanagloriosi.
Possono bere vino e grappa a gargamella, sono amanti insaziabili, particolarmente versati nei finali della pugna erotica, senza preamboli, sguerguenze, roba da fenoci. Direttamente al bersaglio! Le donne adorano i loro modi ruvidi, ché le smancerie son roba da fotoromanzi.
Due alpini veneti erano aggregati al mio reggimento , e me li hanno spappolati coi loro racconti , con il loro auto incensarsi. Loro sì che erano uomini, valorosi e virili, più marziali dei para' , più baldi dei bersaglieri.
A volte li mandavo sl gas, poi si faceva la pace, una bicchierata in libera uscita . Cedrata per me. Grappa per loro." (Mauro b.)
Il veneto, specie se contadino, era un uomo che indossava gli scarponi al mattino e se li toglieva solo la sera prima di andare a dormire.
Elimina...mah!!..a dire il vero durante l'anno di naia a Udine in un btg del genio,il settanta per cento degli effettivi erano veneti e non ho mai (io terrone)avuto alcunchè problema con loro,anzi visto che a casa scendevo ogni tre mesi,sovente nei fine settimana mi invitavano a casa loro...mi è sempre piaciuto il loro dialetto e tutto sommato conservo un buon ricordo.
RispondiEliminaEnzo
Quando si è giovani, i buoni ricordi sono più abbondanti di quelli cattivi.
EliminaInvecchiando le cose s'invertono.
Anche gli alpini veneti erano miei amici, ci mancherebbe, anche se attiravo più che altro i sudisti. Ce li avevo tutti attorno, a loro piaceva il mio accento toscano, più qualche pacchetto di nazionali esportazione , quelle col veliero nero su pacchetto verde. Non navigavamo nell'oro, io ero il più ricco, ricevevo i vaglia da mia madre. Correva l'anno 1972.
RispondiEliminaDove andiamo Mauri', con l',accento, così mi chiamavano, venivano sempre appresso a me, in libera uscita, altrimenti si offendevano...Un barese, un calabrese, un napoletano, un siciliano delle Madonie, biondo e con gli occhi azzurri, forse di antica origine normanna...
Chissà che fine avranno fatto questi miei compagni di sventura, anche se determinati luoghi di permanenza coatta ti fanno conoscere persone che ti rimangono nell 'anima. A vita.
Ho saputo che il siciliano è mancato diversi anni fa, ancora giovane, stroncato da un brutto male . L'ho scoperto in rete, per caso, un giorno che mi prese un attacco di nostalgia . Diceva che mai mi avrebbe dimenticato, né io, a ben pensarci, mai lo scordai. C'è qualcosa, nelle virili amicizie, che ricorda l'amore. Quello sacro.
Citazione:
Elimina"un siciliano delle Madonie, biondo e con gli occhi azzurri, forse di antica origine normanna"
Anch'io ne ho conosciuto uno!
Biondo e con gli occhi azzurri: si chiamava Lorefice e faceva il caporale.
Correva l'anno 1980 e il luogo: Cassino (Frosinone), 80esimo battaglione fanteria Roma.
Io ero allievo agente di custodia.
Tutti pensavano che fossi raccomandato. Credo perché erano sicuri che mi avrebbero mandato in servizio al nord, vicino casa.
Cosa che infatti avvenne. Carcere di Pordenone.