mercoledì 19 agosto 2015

Lo stillicidio dimenticato



CHIOGGIA – Lavorava il ferro. Ed era bravo. Due anni fa la mazzata della crisi. E quella condizione da disoccupato che non è riuscito a scrollarsi di dosso. A fine luglio la decisione di abbandonare la casa della famiglia del fratello e di mettersi a fare la vita di strada. «Nessuno ti manda via. Quel poco che c’è lo dividiamo, non ti preoccupare. E ricordati che puoi tornare quando vuoi», è stato il saluto dei parenti. Ieri la tragica scoperta, Sandro Mattiazzi, detto “Puci”, nato e cresciuto a Chioggia, 51 anni compiuti lo scorso 9 giugno, è stato trovato cadavere all’interno di un edificio abbandonato nei pressi della stazione ferroviaria, l’ex dormitorio. Una sorta di rifugio dei disperati, punto di ritrovo di senzatetto, clandestini, tossicodipendenti. A dare l’allarme verso le due del pomeriggio un ciclista che segnalava un odore nauseabondo provenire proprio da quel fabbricato. La macabra conferma quando i vigili del distaccamento cittadino sono entrati: hanno dovuto abbattere uno degli ingressi murati allo scopo di impedire l’intrusione di estranei, e indossare le bombole di ossigeno. Impossibile respirare in quell’ambiente chiuso, senza aria e senza luce, ammorbato dal fetore di morte. L’ipotesi iniziale è che si trattasse di un extracomunitario, di un clandestino. Difficile pensare che il disagio sociale e la povertà possano uccidere un italiano, di più uno del posto, un chioggiotto.

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