sabato 29 agosto 2015

Schiavi delle banche (e non è semplice retorica)


Da quando non ho più la carta di credito di mia madre, finita tre mesi fa in ospizio, sono entrato mio malgrado in uno stato d'ansia per il futuro, a dispetto degli inviti della filosofia spiritualista che suggerisce di sviluppare il non attaccamento verso le cose materiali, per non parlare di quanti dicono che l'uomo è immortale. Ho dovuto prendere provvedimenti, in attesa che la Serracchiani, dopo aver fatto l'annuncio di istituire in FVG il reddito di cittadinanza, passi dalle parole ai fatti, con il regolamento attuativo. Se sarà un reddito di cittadinanza simile a quello da tempo proposto dai 5 Stelle, dopo tre offerte di lavoro che mi dovessero indicare - e che io dovessi rifiutare - il sussidio mi sarebbe tolto. 

 
Poiché le offerte di lavoro, oggi come oggi, riguardano tornitori, saldatori e venditori porta a porta, è chiaro che li rifiuterei nel modo più assoluto, ma questo è un problema che si presenterà, se si presenterà, a tempo debito. Al momento, vige la legge dell'arrangiarsi, ma ad aprire una piadineria, una rivendita di pizze al taglio o addirittura un ristorante, non ci penso proprio, sebbene sia convinto che nel settore ristorazione ci sarebbero introiti assicurati. Dobbiamo ringraziare la dittatura soft in cui malauguratamente viviamo se nella nostra amata Italia non è possibile aprire una qualsivoglia attività lavorativa. Farlo in Slovenia, in Bosnia o in Polonia, non mi attira, per le difficoltà connesse con la lingua e la burocrazia di quei luoghi, sebbene le tasse siano sicuramente molto inferiori di quelle che i dittatori ci impongono qui.

Indi per cui, per ora non mi resta che sognare, aspettando il colpo di fortuna che mi tolga le preoccupazioni dalla testa e mi faccia lavorare come Dio comanda. Per ora, siccome non posso più permettermi di mantenerla, mi sono limitato a vendere la moto, poco dopo la scadenza dell'assicurazione, considerando anche che non era funzionante al momento della vendita, bensì bisognosa di riparazioni al motorino d'avviamento. Sono stato fortunato. Un amico mi ha messo l'annuncio su internet e dopo 48 ore il cliente è venuto a prenderla da Conegliano fino a Codroipo, con un pick up e con le rampe grazie alle quali l'abbiamo caricata sul cassone. Il signor Martel Fernando si è presentato insieme a suo figlio Daniele. Non ha tirato sul prezzo e mi ha dato quanto chiedevo: 700 euro. L'amico che mi aveva messo l'annuncio, benché io gli dicessi di mettere 1.000, come mi era stato suggerito dal meccanico Roberto Magris, che aveva smontato il motorino di avviamento individuando il guasto, aveva scritto che il prezzo richiesto ammontava a 1.200 euro. Poi, spiegava, c'è sempre il tempo di abbassarlo. Così è stato infatti, in considerazione del lavoro che sarà necessario per rimetterla in funzione.

Giovedì 27 agosto, in mattinata, i Martel padre e figlio si sono presentati sul luogo dell'appuntamento. Prima di recarci in municipio con libretto di circolazione e certificato di proprietà, il ragazzo è stato mandato dal padre a comprare un bollo da 16 euro. E qui già c'è un pizzo da pagare allo stato fascista che ci governa. In municipio non ci hanno fatto problemi: sono bastate le nostre rispettive firme, di me, venditore e del signor Fernando, compratore. I guai sono cominciati dopo e, leggendone il resoconto nei dettagli si capirà perché ho deciso di raccontarvi questa storia.

Per una forma di gentilezza, il signor Martel ha voluto essere presente in banca con me nel momento in cui avrei dovuto incassare il suo assegno. Una prima banca, la Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, non ha voluto cambiarlo perché per loro ero sconosciuto. Ci hanno consigliato di rivolgerci presso la mia banca, dando per scontato che io ne avessi una. Per legge, gli assegni devono essere girati sui conti correnti e fin qui ci può stare. Attraversata la piazza, ho condotto Fernando e Daniele nel Monte dei Paschi di Siena, dove un paio di mesi fa avevo versato la retta mensile per l'ospizio in cui si trova mia madre e dove almeno avevano i miei dati in memoria, benché non fossi loro cliente. Già prima di entrare, il signor Martel aveva avanzato l'ipotesi di chiamare i carabinieri nel caso in cui ci avessero fatto storie. Al che gli avevo risposto che Codroipo è un paese tranquillo e, quasi in tono di supplica, mi auguravo che non facesse una cosa del genere. Fra l'altro, io ho appena finito 13 giorni di arresti domiciliari in cui i carabinieri erano venuti un totale di 17 volte a controllare che fossi in casa e l'idea di trovarmi di nuovo in loro presenza, benché non stessi commettendo alcun reato, non mi sorrideva.

Purtroppo, è accaduto proprio ciò che si temeva. Di fronte all'impiegata del Monte dei Paschi c'era colui che aveva staccato l'assegno e colui che doveva riscuoterlo, cioè il sottoscritto. Al rifiuto di cambiarcelo, il signor Martel – e qui ho capito che forse nel suo caso si può parlare di “nomen omen” - chiese con voce alterata di parlare con il direttore, minacciando di chiamare i carabinieri. Venne la vicedirettrice, a cui, constatata la reiterazione del rifiuto, Fernando chiese le generalità. La donna ovviamente non gliele declinò e il signor Martel mise mano al cellulare chiamando il 112. 

A quel punto mi sono ricordato di avere nel telefonino il numero dei carabinieri di Codroipo. Gliel'ho passato appena ebbe finito di parlare con i poliziotti del 112. Altri clienti, quando Fernando alzò la voce gridando che si stava verificando una violazione dei suoi diritti, brontolarono al suo indirizzo, ma non ho afferrato il senso delle parole. Questo mi fa pensare che se le istituzioni prepotenti possono spadroneggiare è anche perché hanno dalla loro parte un gran numero di pecore belanti, sia detto con il dovuto rispetto per le pecore a quattro zampe, che si schierano dalla parte del più forte e che non hanno la minima solidarietà verso i loro pari grado, nel momento in cui questi dovessero essere vessati da chi comanda.

Chiamati i carabinieri, che sono venuti dopo 5 minuti, la vicedirettrice ci ha invitato a spostarci e lasciare che gli altri sudditi in attesa si avvicendassero allo sportello. I due carabinieri sopraggiunti, affabilmente ci chiesero i documenti, li registrarono e poi andarono a fare altrettanto con la vicedirettrice, che nel frattempo era rientrata nel suo ufficio. Non so cosa è accaduto in quell'ufficio, dato che cane non mangia cane, ma i militi hanno poi spiegato al signor Martel che non trattandosi di reati penali la cosa non li riguardava e che se voleva poteva rivolgersi a un avvocato per far valere le sue ragioni. Il che equivaleva a dire: lasciate perdere e non rompete più le balle. Ai carabinieri il signor Fernando ha spiegato che in Germania le banche cambiavano gli assegni a lui, un italiano e quindi, nella mentalità tedesca, un mafioso, anche se l'assegno era intestato a un'altra banca. Questo infatti è stato il pretesto dei Monte dei Paschi: l'assegno che chiedevamo di cambiare era della Deutsche Bank, che a Codroipo non c'è. Ai carabinieri ho detto che l'indomani sarei andato a Udine a cambiare l'assegno in una delle due filiali ivi presenti. E tutti e cinque ce ne siamo usciti dalla banca.

Il giorno dopo, il funzionario della Deutsche Bank di Udine si è rifiutato di cambiare l'assegno per due motivi: io ero uno sconosciuto e la somma era a suo dire esorbitante. Settecento euro, roba da far fallire la Federal Reserve! Il capoccia, benché avessi ventilato la possibilità che la banca perdesse un affezionato cliente, che già il giorno prima aveva dato in escandescenze, suggerì che solo se la filiale di Conegliano gli avesse mandato una mail avrebbe fatto questa transazione, più che altro come un favore ai colleghi veneti e non certo per un misero cliente coneglianese di cui i banchieri tedeschi non conoscevano neanche l'esistenza e che se anche avesse spostato i risparmi presso un'altra banca, non gli avrebbe fatto né caldo né freddo. Dal tono, mi è sembrato che quel funzionario friulano fosse ben entrato nella parte di bancario teutonico, ragionando come uno di loro, nipotini arroganti di Angela Merkel.

Raggiunto telefonicamente al cellulare e spiegatogli la situazione, Fernando Martel è andato immediatamente presso la sede di Conegliano e da lì ha fatto partire la mail alla filiale di Udine. L'impiegata che materialmente mi ha fatto firmare le ricevute e mi ha, alla fine, dato il denaro in contante, aveva recuperato il bon ton e la falsa cortesia che tutti i funzionari usano nei confronti dei clienti, mentre, solo mezzora prima, lei e il suo capo mi avevano fatto sentire come un criminale che mirava a imbrogliarli. A me, queste persone dalla doppia faccia, creano un po' di fastidio e io non potrei mai fare il bancario, come non potrei fare tanti altri mestieri. La cosa inquietante però è un'altra. Il funzionario simil-teutonico, mentre mi diceva che non poteva assolutamente cambiare l'assegno, anche se intestato alla sua stessa banca, si era lasciato sfuggire una frase sibillina, che conferma le nostre teorie complottiste: “Il contante è stato abolito. Non li sente i telegiornali?”. Ha detto proprio “E' stato abolito”! Stavo per chiedergli: “E allora cosa sono questi pezzi di carta colorata che ho nel portafoglio?”, ma mi sono accorto che sarebbe stata un'inutile polemica e me ne sono stato zitto.

Uscito dalla banca e avviatomi verso la stazione per prendere il treno, ho chiamato Fernando Martel per dirgli che tutto era andato a buon fine. Le banche stanno scoraggiando l'uso degli assegni per spingere i propri clienti a usare la carta di credito, ma allora, tanto vale che li tolgano del tutto dalla circolazione. Nei piani della Massoneria bancaria sionista, tutti devono essere loro clienti. Con la scusa delle leggi antiriciclaggio, tutte le transazioni, anche di poco conto, dovranno essere fatte sotto il loro controllo e quando i contanti saranno eliminati definitivamente, mi chiedo come pagherò la spesa al supermercato e come comprerò il pane in panetteria, io che per motivi filosofici non voglio essere cliente di nessuna banca. Quando poi anche le carte di credito saranno tolte e diventerà obbligatorio avere il microchip sottocutaneo, allora sarà giunto il momento di mettere mano al kalashnikov, ma a quell'ora, io e molti altri dissidenti, sarò già stato suicidato. A meno che nel frattempo non sia andato a vivere in una grotta himalayana. Qualcuno vuole una guerra civile e comunque vadano a finire le cose, ci aspettano tempi interessanti.

13 commenti:

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    1. Ancora non hai capito, Monia (o sedicente tale), che i tuoi commenti sono insulsi?

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  2. La soluzione roberto al problema come fare la spesa quando tolgono il contante, l'hai forse già postata tu?

    http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2015/08/qualcuno-raggiunge-le-vette-piu-alte.html



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  3. E' per questo che a me i "tedeschi" dalla mentalità "tedesca" e simpatizzanti e aspiranti tali non mi piacciono, sono dei robot, non sono elastici di mente e mancano di empatia (a parte eccezioni naturalmente).
    E tutta questa odissea per settecento euro!!!

    nessuno

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    1. Il peggiore è stato un friulano che lavora per la famosa banca germanica.
      Più realista del re, come si dice in questi casi.

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  4. Non preoccupatevi, fin quando esisteranno politici, puttane e "camminanti" esisteranno i contanti, Francesco

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    1. Chi sarebbero i camminanti?

      I Caminantes, una sottoetnia dei Rom?

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    2. https://it.wikipedia.org/wiki/Camminanti

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    3. Grazie Elyah, avevo visto giusto.

      Ricordo che proprio in Sicilia nel Medioevo ci fu una strage di Camminanti durante un episodio di peste. Il carrozzone passava di lì per caso, ma gli fu attribuita la responsabilità del contagio. Si trattava, se non ricordo male, di una compagnia di guitti.

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  5. Purtroppo vedo solo una Grande Dittatura che ci vuol fare allontanare dalle "cose concrete", cioè dalla natura...facendoci schiavi...cioè Avatar virtuali. Vergogna e ribrezzo. Billy pagáno the Kid

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    1. Bisogna cercare di sopravvivere anche sotto le dittature.

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    2. Eh lo so Roberto...anzi...non "sopravvivere"...ma cercare di VIVERE pienamente, come esseri umani... Quello che Loro ci vorrebbero impedire...e che alla fine noi stessi ci persuadiamo non sia più possibile... Billy pagàno the Kid

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