lunedì 26 giugno 2017

Politici arraffoni, avidi, faziosi ma timorosi del pericolo esterno


Alla fine del Duecento, il mercante Dino Compagni viene più volte eletto fra i sei Priori del governo del popolo, a Firenze. Da brava persona qual è, cerca di pacificare gli animi delle fazioni che si combattono fra loro, composte principalmente dai nobili. Si tratta di due visioni del mondo diametralmente opposte: i mercanti si arricchiscono nei periodi di pace, mentre i nobili si arricchiscono con la guerra. Purtroppo, indipendentemente dal fatto che a Firenze comandino i rappresentanti del popolo mercantile o quelli della nobiltà, nessuno si preoccupa di difendere gli interessi della popolazione, ma tutti pensano unicamente a se stessi, ai propri parenti e al proprio partito, nell’ordine. A lungo Dino Compagni cerca di mettere pace fra guelfi e ghibellini, fra guelfi bianchi e guelfi neri, ma alla fine, scrivendo dopo molti anni le cronache di quando svolgeva politica attiva a Firenze, dovrà amaramente constatare che le assemblee pubbliche, le parole, i proclami e i giuramenti erano inutili e si sarebbe dovuto….”arrotare i ferri”. Esattamente ciò che si dovrebbe fare ora, quando sentiamo una parte di italiani parlare di integrazione, quel mito moderno che vorrebbe far andare d’amore e d’accordo etnie, religioni e visioni del mondo troppo diverse tra loro. A un certo punto, constatata l’impossibilità di far vivere in armonia i cittadini fiorentini, Dino Compagni spera che l’arrivo in Italia dell’imperatore Enrico VII possa servire a pacificare i contendenti. Ma è una speranza vana. Questo però mi ricorda l’ipotesi che per far mettere d’accordo le nazioni della terra sia necessaria un’invasione aliena, un pericolo esterno che ci renda tutti affratellati nelle operazioni di difesa. Se gli alieni tardano a invadere la Terra, allora faremo finta che ci invadano. Uno dei possibili modi con cui gli Illuminati potrebbero attuare il NWO. Stiamo in campana! Dalla storia passata, cerchiamo di trarre insegnamenti utili per noi, validi per i nostri tempi.


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