giovedì 27 novembre 2014

Polenta e osei contro kebab

 

Testo di Stefania Piras

Lo spiedo sarà vietato nei ristoranti. I prelibati uccellini rosolati sono stati bocciati dall’Europa che ha modificato la legge italiana sulla caccia. I ristoratori bresciani si sentono feriti, anzi, infilzati nell’orgoglio. Lo spiedo bresciano è una specialità gastronomica rinomata tra la Franciacorta, la Valcamonica, e Garda. Ha origini antichissime e si prepara con pezzi di carne di vario tipo come maiale e pollo ma anche uccellini e conigli selvatici. Gli uccellini, però, non mancano mai. Nei paesi di Gussago e Serle lo spiedo è diventato un piatto de.co. ovvero di denominazione comunale di origine. 


La decisione di Bruxelles farà parlare in queste valli. L’Europa ha infatti imposto il divieto di vendere, acquistare, commercializzare uccelli (vivi o morti) allo stato selvatico, anche se vengono dall’estero. Perciò l’unico modo per gustare lo spiedo sarà farselo in casa. Tra i politici è scoppiata la polemica antieuropea. Il consigliere regionale Fabio Rolfi della Lega Nord è insorto: «Scelta stupida e menefreghista del territorio. Per colpa del Governo la tradizione gastronomica bresciana rischia di perdere un pezzo della sua storia a causa della modifica alla legge sulla caccia, fatta dal Parlamento a settembre, che di fatto ha vietato l’utilizzo degli uccelli selvatici, anche d’importazione, nello spiedo». Anche l’assessore regionale Viviana Beccalossi non ci sta e afferma: «Stop allo spiedo e ad altri piatti come polenta e osei, e viva il kebab. Questa è un’invasione di campo che va a stravolgere tradizioni millenarie. Io sarò in prima linea per difendere la nostra identità e la storia che ha contraddistinto i nostri territori».

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