sabato 23 aprile 2016

Ai demoni piace il colore nero



Mi chiamavo Ayham Hussein e avevo 15 anni. Non ho mai ben capito né saputo perché non potevo avere sogni, desideri e una vita come quella di tutti i ragazzi al di là del mare. Ma pare che avere sogni fosse proibito, così come desiderare e ascoltare musica. Quelli che hanno deciso così hanno detto che “la musica e le canzoni sono proibite dall'Islam perché impediscono di pensare a Dio e al Corano, e diventano una tentazione e una corruzione del cuore”. Una corruzione del cuore. Come può essere, se il mio cuore era così contento quando mettevo le cuffie e ascoltavo quelle canzoni inglesi che parlavano di amore? Come può essere, se Dio vuole che siamo felici e non soli, umiliati e tristi? Non ho mai avuto molto, né mi interessava averlo. Mi piaceva fare compagnia a mio padre nel suo negozio e giocare un po’ a pallone nel cortile accanto a casa, tra la polvere. In Iraq si vive come si vive. La gente si adegua, ha paura, forse, e non cambia, non spera.


 

Io sapevo poco del mondo, ma mi sarebbe piaciuto molto studiare, viaggiare, conoscerlo. Una volta, uno zio mi ha detto che tanti uomini e donne e bambini innocenti erano stati uccisi e bruciati tutti insieme, la chiamava Olocausto questa cosa, e mi disse pure che tutto il mondo aveva promesso che nulla di simile sarebbe accaduto mai più. Nulla di simile. Mi chiamavo Ayham Hussein e avevo 15 anni quando, in una piazza piena di gente, mi hanno tagliato la testa portandosi via la mia vita e i miei sogni. Mi chiamavo Ayham Hussein e avevo 15 anni quando ho capito che le promesse, spesso, non vengono mantenute. 
 
(Ayham Hussein è stato giustiziato a Mosul, in Iraq, il 19.02.2016 dai jihadisti, dopo essere stato trascinato via mentre ascoltava musica pop nel negozio di suo padre)

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