mercoledì 17 agosto 2016

Una nuova specie di nocivi protetta dalle leggi



GEMONA DEL FRIULI (Udine) - Esce da casa e nota che c’è qualcuno nell’orto, che fruga tra pomodori, zucchine e melanzane. Poi allunga lo sguardo sulla casa accanto e vede che anche nell’orto della vicina di casa sta accadendo la stessa cosa. Ma chi è che raccoglie quella verdura coltivata con tanta fatica, senza uso di pesticidi, e da mettere in tavola in questi caldi giorni d’estate?


Sono un gruppo di profughi che stanno facendo la “spesa” gratis, a km zero. La signora li affronta e dice loro di andarsene, mentre stanno addentando un dissetante cetriolo, ma loro sembrano non capire. Forse non comprendono la lingua, anche se il linguaggio dei gesti è ben chiaro. Alla fine, con verze e insalata sotta braccio, scappano, perché la donna dice loro che chiamerà il marito e le forze dell’ordine. Al loro arrivo, però, i due orti sono già deserti, un po’ “razziati” e i profughi dileguati. È successo domenica 14 agosto a Gemona del Friuli. Non è la prima volta che i richiedenti asilo vengono scoperti negli appezzamenti coltivati: era accaduto a Tarcento, dove erano stati tollerati fino a un certo punto, e a Udine, di recente, vicino ai campi e alle case con orti adiacenti la caserma Cavarzerani. Nessuno ha sporto mai formale denuncia. 


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