mercoledì 25 gennaio 2017

Tre superstizioni


L’altro giorno siamo usciti con il cielo che minacciava pioggia. Ero curioso di vedere il ciclone in città, ma Tina era di tutt’altro avviso. Ogni volta che dal cielo scaturiva un lampo, si copriva gli occhi ed era veramente terrorizzata. Aspettando un “tre ruote” Piaggio o un taxi che ci riportasse a casa, le ho sentito dire che tuoni e fulmini sono provocati dagli stregoni, che in tal modo si esercitano in qualche loro nuova stregoneria. Era decisamente convinta di ciò e questa è la prima superstizione.



I cani stanno sparendo a nord di Tulear, nelle vicinanze della strada asfaltata l’anno scorso dai cinesi, perché uccisi e buttati dentro i bidoni di metallo, allo scopo di ricavarne larve commestibili. Che i cinesi uccidano i cani, a differenza dei malgasci che si limitano a tirar loro sassi, non mi stupisce, ma se lo fanno è per mangiarli, non per far crescere sui loro cadaveri le larve che poi mangeranno. Quelle che normalmente crescono sui corpi in putrefazione sono larve di mosca, in Italia chiamate dialettalmente anche “camole” o “bigattini”, ma larve abbastanza grandi che si possano mangiare no, non esistono. E questa è la seconda superstizione.





Gli albini, in Madagascar chiamati “varira” sono sempre stati oggetto di curiosità, com’è normale che sia, ma senza per questo essere sottoposti a maltrattamenti. Da tempo esistono traffici illeciti di parti del corpo umano, soprattutto di ossa dei morti e di organi interni prelevati da viventi. Da quando i cinesi stanno assumendo un ruolo importante nell’economia del Madagascar si è aggiunta anche la diceria che vadano a caccia di albini per portar via loro i diamanti che hanno negli occhi, un diamante per occhio. E questa è la terza superstizione.

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