Di clausilidi ce n’è 1300 specie, ma io mi accontento di questa. Se è valido il principio che, citando la specie più comune, ci sono più probabilità di azzeccare quella giusta, allora mi azzardo ad affermare che si tratta della Charpentieria itala. L’ho trovata su una corteccia vicino al cassone dove gli abitanti del mio villaggio, me compreso, portano le ramaglie, prelevate con regolarità da un apposito camion. Era insieme ad alcune piccole limacce e probabilmente avrebbe fatto una brutta fine, schiacciata dalle ruote del mezzo o dalle scarpe delle persone. Portata a casa, in laboratorio, ed utilizzata l’App di Google per il riconoscimento delle specie animali, è saltato fuori che è un clausilide, chiocciola che avevo già incontrato molte altre volte, ma che, non essendo appariscente come le sue gigantesche cugine con o senza nicchio, poiché è lunga poco più di un centimetro, non l’avevo mai presa in considerazione. Eppure, con le 1300 specie, appartiene, fra tutti i molluschi gasteropodi, alla famiglia più numerosa. Non essendo nociva alle coltivazioni, anche i biologi la snobbano e non tutto del suo ciclo vitale è conosciuto. Se ne trovano anche forme fossili, segno che il guscio allungato è stato una formula vincente in un’ottica evolutiva.
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