mercoledì 29 novembre 2023

I quattro cavalieri dell'Apoesia!


Testo di Roberto Maria Sassone

Prostituti e prostitute siedono sui banchi del potere,

creature senza forma, viscide e striscianti,

abili soltanto nella mimica insolente,

maestri nello stracciarsi le vesti

con l'ipocrita espressione dello scandalo

dipinta sul volto.

Giornalisti, compiacenti, conduttori che sbavano,

improbabili opinionisti, imbarazzanti esperti,

grufolano nel cortile e nelle stalle

compiaciuti di scampoli di potere

che il padrone dall’alto gli concede.

Ogni tanto qualche osso

è gettato alle star del momento

che sanno sfruttare le tragedie

banchettando sui cadaveri,

cavalcando notorietà improvvise.

In alto, molto in alto, invisibili,

i veri padroni del gioco

se la ridono nei loro paradisi

guardando gli omuncoli che hanno creato

azzuffarsi su misere frattaglie.

In basso, molto in basso, come amebe,

esseri subumani divisi in fazioni

sputano veleno.

Si imbrattano a vicenda.

In appositi recinti altri esseri

che son capaci solo di belare;

restano appiccicati a dei giacigli

dotati di visori colorati

e come morti senzienti

si illudono di vivere.

Un'intera civiltà sta crollando.

Il tempo della falce è maturo.

Alcune cellule radianti appaiono

come organismi primordiali

di un nuovo ecosistema

che passa inosservato.

Su frequenze ancora inesplorate

veleggiano su scale cromatiche

in cui suono e luce coincidono.

Gli oscuri padroni della Terra

su di esse non hanno potere.

Sono vite che appartengono all'alba,

che viaggiano su ottave sconosciute,

avvolte da raggi ultravioletti.

Una nuova Terra è presente

che non conosce morte

perché in essa scorre

la linfa dell'ambrosia.

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