Domenica 19 giugno ci sarà un referendum che
riguarderà due comuni: il mio e Camino al Tagliamento. E' da qualche
tempo che se ne sente parlare e, se dovessero vincere i sì alla
fusione dei due comuni e, successivamente, qualcuno dovesse chiedermi
di dove sono, gli risponderei senza esitazione: “Di Codroipo”.
Questo, finché campo. Tuttavia, oggi mi sono fermato ad ascoltare le
motivazioni di quanti sono favorevoli alla fusione, presso un gazebo
dove stazionava una mia conoscenza, Luca Mattiussi, che vediamo in
foto. La carota più seducente è che 2 milioni e 700mila euro
tornerebbero indietro da Roma Ladrona, ed è una bella cifra per un
comune di 13.000 abitanti. Del resto, diceva Luca, sono soldi nostri,
che i codroipesi avevano già versato all'erario. Il bastone è il
Patto economico di Stabilità, voluto da Renzi e che obbliga tutti i
comuni italiani a non spendere il denaro accumulato perché dobbiamo
dimostrare all'Europa che siamo in regola con i conti.
Io personalmente penso che all'Europa
non devo dimostrare un bel niente, ma il servo fiorentino degli Illuminati
esegue gli ordini e stabilisce il tetto massimo delle spese dei
comuni italiani. Questo significa che possono essere garantite solo
le bollette dell'illuminazione pubblica, del riscaldamento e degli
stipendi e non il rimodernamento o la manutenzione del territorio
urbano. Voglio vedere come farà il nuovo sindaco di Roma con le
famose buche delle strade. Un'altra forma di bastone, una specie di
ricatto economico, è che il governo ha stanziato dei soldi per i
comuni che volessero indire questi che in fin dei conti sono solo referendum
consultivi, ma con la scadenza al 31 dicembre. Di modo che, se entro
tale data i comuni non avessero provveduto a indire tali
consultazioni popolari, i fondi verrebbero meno. Mi ricorda il fiume
Sangro in Abruzzo, ancora negli anni Ottanta, quando Pescasseroli
riceveva la promessa di fondi europei per la cementificazione degli
argini, e se non li avesse impiegati li avrebbe persi. Era
chiaramente una forma di ricatto, che oltretutto mette in evidenza
come all'Europa, al di là delle chiacchiere retoriche e delle giornate dell'ambiente, della natura
non interessi niente.
Prima di venir via dal gazebo, ho preso
uno dei volantini, nel quale trovo, tra i vantaggi della fusione:
“Potenziamento dei servizi alle persone e alle famiglie”. Non è
specificato se si tratta di famiglie italiane o di migranti. Ma, a
parte questo, proprio oggi avevo letto su internet che la Patatina
Serracchiani, braccio destro di Renzi, sta tagliando le spese alla
sanità del Friuli Venezia Giulia. Può farlo in quanto governatore
della regione. Un solo sindaco, anziché due e 24 consiglieri
comunali anziché 36 (il comune di Camino al Tagliamento ha 1400
abitanti) con relativa diminuzione di spese, dovrebbe essere un'altra
carotina, come pure la – leggo testualmente - “razionalizzazione
della burocrazia”. Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si fa a
razionalizzare la burocrazia. Fare la fila davanti allo sportello
anagrafe, per esempio, la si deve fare comunque. Anzi, più utenti ci sono, più lunga è
la fila. A meno che non si intenda di permettere ai cittadini di accedere ai documenti via internet, ma così facendo si taglia
tutta quella fetta di utenti non nativi dell'era internettiana, che magari non hanno un Personal Computer. Ma
tanto quelli spariranno, prima o poi! E' fisiologico.
Il clou della mistificazione – e qui
ci vedo lo zampino degli Illuminati – è la frase citata nel
depliant: “Tutela dell'identità delle due comunità”. Applicando
il principio di inversione di Icke, significa proprio il contrario:
gli abitanti dei due comuni perderanno la loro identità, che è
esattamente ciò che si prevede per i sudditi del NWO. Poiché entro
il 2018 le provincie in Italia saranno definitivamente cancellate, per essere
sostituite dagli U.T.I. (Unità Territoriali Intercomunali), il
nostro comune si ritroverà a far parte di un “mostro” composto
da una dozzina di comuni, con un unico sindaco e un numero ristretto
di consiglieri. Da quattro province attualmente esistenti in FVG, si
passerà a 18 U.T.I. e ciascuna di queste unità potrà scegliersi il
nome più adatto. Questa manovra verrà implementata in tutta Italia
e il referendun di domenica prossima a Codroipo e a Camino è solo un
assaggio. Un apripista. Dopo il 2018, l'identità dei bertiolesi, dei
rivignanesi, dei sedeglianesi, dei varmensi e dei flaibanesi verrà
messa a dura prova, perché così ce lo chiede Renzi, a cui glielo ha
chiesto l'Europa, a cui glielo ha chiesto l'oligarchia dei padroni
occulti del mondo.
I vecchi brontoleranno (io già lo faccio), ma i
giovani si abitueranno presto. E questa cosa, della cancellazione
delle identità, è il bastone più nerboruto. Quello che fa più
male. Dopo di che, persa l'identità
territoriale, cancellata la lingua friulana e impoveriti i cittadini
fino al punto di supplicare per un posto di lavoro inesistente, gli
italiani e gli altri abitanti del pianeta saranno maturi per il salto
successivo: la sudditanza sotto la dittatura prossima ventura. Magari
dopo una guerra mondiale e con l'aiuto di un microchip RFID
sottocutaneo. Poiché io sto affidando al siliceo anziché al
cartaceo queste mie fosche previsioni, come faccio sempre con il
blog, nessuno delle future generazioni saprà che nel 2016 c'era
stato qualcuno che aveva previsto tutto questo. Le Cassandre fanno
sempre una brutta fine e, quel che è peggio – nemo propheta in
patria – non vengono ascoltate.
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RispondiEliminaP.S. ERRATA CORRIGE:1)campanilismo. 2) atavico
RispondiEliminaRipeto il commento che ho cancellato dopo l'errata corrige.
RispondiEliminaCaro Roberto, qui non si tratta di identità ma campanilismo. Un Comune non dovrebbe avere meno di 10.000 abitanti (e anche di più). Chi vuole troppi Comuni vuole nel proprio Comune avere una poltroncina per il vizio atavico di poter parcellizzare il terriorio aumentando la spesa pubblica aggredendo più facilmente il territorio per farsi gli affari propri. Io ero federalista )Lega Sarda da me fondata e affiliata alla Lega Nord. Adesso ho capito che anche tutte le Regioni dovrebbero essere abolite. Faccio un esempio: odio la caccia ma ogni Regione si fa la legge sulla caccia a suo arbitrio. La spesa sanitaria, lasciata alle Regioni, è un buco nero dove va a sparire l'80% della spesa pubblica. Bisogna unificare e non diversificare.