mercoledì 29 giugno 2016

Efferatezze gastronomiche made in China



Indramayu, Indonesia. Le foto risalgono al 21 giugno scorso. Qui, viene uccisa buona parte degli squali destinati ai mercati di Singapore, Hong Kong, Taiwan e Cina per il pregiato mercato della zuppa di pinne di pescecane, prodotto simbolo di benessere e prosperità economica. Durante il "finning" gli squali di grandi dimensioni sono issati sulle barche, viene loro amputata la pinna dorsale e, ancora vivi, sono rigettati in acqua, dove sono destinati a morire dopo molte ore di agonia. L'associazione Save Shark Indonesia si sta battendo contro l'uccisione degli squali; gli animali appartenenti alle 14 razze uccise per le pinne sono calate in percentuali che variano dal 40 al 99%. Una ciotola di zuppa di pinne di squalo costa in media circa 82 Euro.

 
La sofferenza dei pesci (di qualunque specie siano) è straziante e profonda, non diversa da quella degli animali di terra e di aria. L'essere così diversi morfologicamente da noi, non emettere "suoni", e vivere in un elemento che non è il nostro ha reso la loro sofferenza seconda a quella di altri individui, spesso senza tenere conto della loro lunga e terrificante agonia, che comincia nel momento in cui vengono pescati e termina sui banchi delle pescherie, dimenandosi fuori dall'acqua fino a che non muoiono asfissiati. 

 


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