domenica 18 giugno 2023

Mea culpa


Poiché era arrivato a cinque, il numero dei pesci che vivevano nell’acquario di 360 litri, ed essendo che le piante di plastica non scambiano l’anidride carbonica con l’ossigeno, era insorta in me la preoccupazione che i cinque ospiti pinnuti incontrassero qualche difficoltà nella respirazione. Quando poi il commerciante di San Vito, che mi ha venduto la pompa per aspirare l’acqua senza berla, mi ha detto che ogni 8 o 10 giorni va cambiata di un terzo, mi sono dato da fare, ma non ho tenuto conto della differenza di temperatura tra l’acqua chtoglievo e quella che subito dopo rimettevo. E questa dimenticanza è stata fatale per i due pulitori, del genere Ancistrustrovati morti il giorno dopo, e per uno dei pesci rossi che si è ammalato di micosi. Che fossero di origine tropicale, in quanto provenienti dal Brasile, e che quindi vivessero in fiumi dalla temperatura più alta rispetto ai nostri, lo avrei dovuto sapere ma, impegnato a fare le cose per bene, e volendo portare a termine l’intera operazione in tempi accettabili, non ho proprio immaginato quali avrebbero potuto essere le conseguenze. E’ stato come succede a certi padri, d’estate, convinti di aver lasciato all’asilo il bambino, mentre in realtà lo hanno dimenticato in macchina. Il bimbo muore per il caldo e anche i miei due pesci pulitori sono morti per lo sbalzo di temperatura, altrimenti detto shock termico.  



L’ho detto oggi al mio vicino di casa, colui che il 24 settembre dell’anno scorso mi aveva regalato i due Ancistrus e lui ha confermato che il cambio brusco della temperatura gli è stato fatale, mentre al pesce rosso ha abbassato le difese immunitarie, rendendolo suscettibile agli attacchi dei funghi. Di fronte a questo mio grave errore, ho due possibilità, per evitare di ripeterlo in futuro: mettere nell’acquario un potente aeratore o cambiare l’acqua una volta al mese, badando che le temperature siano uniformi, tra quella in uscita e quella in entrata. Il vicino tuttavia mi ha consigliato di collocare sul fondo un paio di alghe vere, non di plastica, di quelle fra le specie più resistenti e che non necessitino di troppe cure. L’inferno è lastricato di piccoli pesci morti per sbadataggine.


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