martedì 29 ottobre 2019

Qualcuno soffia sul fuoco delle fake news



Due anni addietro, nella città siriana di Douma, si è consumata una delle stragi più orribili fra le tante della guerra ancora in corso. A rendere nota la storia è stata Alice Assaf, una mamma del luogo, che ha raccontato come i miliziani dell'isis una volta occupata la città, avessero preso sei uomini che lavoravano in una fabbrica di alimentari, per poi gettarli vivi nel forno. Dopo di che si erano messi a sequestrare tutti i bambini: circa 250. Alcuni sono stati decapitati davanti ai loro genitori, la maggior parte invece li hanno buttati vivi nell'impastatrice della stessa azienda, facendoli morire in modo atroce. La più grande di loro, ha detto la donna, aveva 4 anni. Si trattava di bambini cristiani. Le ragazze più grand invece furono vendute come schiave al mercato del sesso. Il figlio della donna che ha raccontato queste terribili storie venne ucciso, dopo essersi rifiutato di cambiare il suo nome, Giorgio, con uno islamico: "non voglio morire con una identità che non sia la mia, voglio morire con il mio nome Giorgio", disse il ragazzo alla madre, prima di essere trucidato. Alla richiesta di nascondersi, il giovane, rifiutando di farlo, rispose: "ci hai insegnato a seguire quello che Cristo ha detto: chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anche io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli".

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