“Io vorrei conoscere i pensieri di Dio; il resto sono quisquilie”, sembra abbia detto Albert Einstein e qualcuno ha pensato bene di fare di questa frase dei quadretti da appendere al muro, vicino a quelle di Papa Giovanni.
Io vorrei conoscere i pensieri del Bestione che è stato visto sabato 11 febbraio sulla strada provinciale Napoleonica, nel medio Friuli; il resto sono supposizioni. E non potendo conoscere i pensieri né di Dio, come bramava Einstein, né del Bestione, come piacerebbe a me, mi devo limitare a supporre cosa può aver pensato di quelle persone che sono scese dalle macchine, hanno cercato d’informarsi se aveva avuto un incidente e sono poi scappate terrorizzate quando si è alzato in piedi e si è voltato verso di loro.
Siccome quelle persone, compreso Leonard D’andrea che è sopraggiunto subito dopo, sono della mia specie, riesco grosso modo a capire cosa abbiano pensato, ma il Bestione di colore biancastro, alto fra i tre e i quattro metri, non è di sicuro un Homo sapiens e i suoi meccanismi mentali devono essere per forza diversi dai nostri.
Ma non troppo diversi, se consideriamo che il suo aspetto fisico non è strutturalmente molto lontano dal nostro. Cambiano solo le misure, ma a questo ci siamo abituati se pensiamo che anche tra noi e i nostri cugini primati è una questione di misure. Se pensiamo che l’uomo e lo scimpanzè si sono evoluti sullo stesso pianeta e non riescono nemmeno a comunicare, se non a gesti e in rari casi, ci si dovrebbe stupire che gli esseri umani e il Bestione di Mortegliano siano conformati quasi nello stesso modo, con due gambe, due braccia, un busto sormontato da una testa munita d’occhi, ovvero con quella che gli zoologi chiamerebbero una figura antropomorfa. La stessa dello Yeti e del Big Foot, fra l’altro.
Se ipotizziamo che il Bestione sia nato su un altro pianeta, dovremmo poter supporre che la figura antropomorfa sia un leit motiv di tutto l’universo, o almeno di tutta la galassia. E dunque, se così fosse, non andremmo lontano dalla verità immaginando Dio in forma umana, con tanto di barba bianca, come è stato spesso raffigurato da alcune religioni, poiché quella antropomorfa sembra essere molto in voga tra le creature intelligenti.
Non che sia la migliore in assoluto, se pensiamo al mal di schiena che colpisce tre quarti dell’umanità adulta, ma è quella che ci riportano la quasi totalità degli incontri ravvicinati del terzo tipo. E.T. l’aveva, e così i Rettiliani, i Grigi, i Nordici e perfino l’Uomo Falena. Tutte variazioni sullo stesso tema.
Per deambulare e svolgere le normali funzioni vitali utili alla sopravvivenza, su questo e presumibilmente su altri pianeti, vanno bene anche i millepiedi o le lumache, ma quella umanoide, fra gli alieni, è predominante rispetto per esempio alla insettoide.
Il comportamento del Bestione apparso dieci giorni fa non solo a Mortegliano, ma il giorno dopo anche a Oderzo, in provincia di Treviso, lascia un po’ a desiderare e anzi si può dire decisamente inspiegabile. Che non abbia rivolto la parola alle tre persone scese dall’auto, per domandargli se aveva bisogno di aiuto, è comprensibile se pensiamo che nemmeno i nostri entomologi rivolgono la parola ai coleotteri che catturano e spesso infilzano con uno spillo, ma che sia andato a Lestizza e abbia squarciato la rete dell’allevamento di struzzi, non ha alcun senso. O meglio, un senso ce l’ha.
Non ha senso immaginare un alieno animalista che solidarizza con dei condannati a morte, anche loro con due gambe, due braccia trasformate in ali, un busto sormontato da una testa munita di occhi, ma ha senso se si tratta di un alieno scienziato che vuole avvicinare gli abitanti di un altro pianeta. E, come corollario delle mie curiosità, vorrei conoscere i pensieri degli struzzi al cospetto del Bestione, ma posso facilmente immaginare che il sentimento della paura sia stato, in essi, predominante.
Ma poi, se veramente ha squarciato una rete, per motivi che solo lui conosce, perché non ha provato ad aprire le auto ferme sulla
carreggiata, per agguantare qualcuno degli occupanti? Gli era stato vietato di farlo? Si sentiva più attratto dagli struzzi che non dai nanerottoli che si spostano mediante mezzi metallici ingombranti, puzzolenti e rumorosi?
A giudicare da come camminava, secondo quanto riferito da Leonard D’andrea, la sua andatura è in effetti più simile a quella di uno struzzo, che non alla nostra. E anche gli arti inferiori, che sembravano come zampe di gallina, si avvicinano di più a quelli degli struzzi, che non ai nostri, ricoperti di scarpe. Noi, oltretutto, mettiamo un piede avanti l’altro come se stessimo sempre sul punto di cadere, segno che non sono bastati i milioni d’anni di ominazione per renderci sicuri nella deambulazione, mentre un T-rex, per esempio, correndo o camminando dimostrava maggiore sicurezza e inciampava meno di quanto inciampiamo noi.
Tuttavia, anche se il Bestione non aveva né vestiti, né scarpe e nemmeno guanti nonostante la gelida serata, la sua razza deve aver sviluppato qualcosa di simile al nostro pollice opponibile, cioè devono possedere la tecnologia necessaria per fabbricare oggetti. Altrimenti, come è potuto capitare a Mortegliano e a Oderzo? Ci sono tra i due paesi una sessantina di chilometri: si è spostato a piedi o con lo stesso macchinario con cui è giunto sulla Terra?
Poiché certamente non ha usato un deltaplano, una tecnologia necessaria e sufficiente per spostarsi attraverso l’aere, che riesca a vincere la forza di gravità presente in tutto l’universo, deve averla usata di sicuro. Il che significa che la sua razza può aver seguito il nostro percorso creativo e inventivo, con tanto di razzi e aerei a propulsione, oppure può aver seguito un percorso totalmente diverso, con macchine che nemmeno c’immaginiamo o che abbiamo visto solo nei film di fantascienza.
Se la sua tecnologia è complessa, tanto da permettergli viaggi interspaziali, anche il suo senso morale è complesso, ammesso che ne abbia uno? Ed è simile al nostro? In altre parole, lui è venuto solo e si è comportato da imbranato, ma se venissero in tanti, tutti alti fra i tre e i quattro metri, tutti con quel capoccione che somiglia a una palla da rugby, dovremmo temerli? Farebbero i prepotenti come i nostri colonizzatori del passato?
Poiché la nostra tecnologia è complessa ma noi siamo rimasti scimmie assassine, è possibile che sia successa la stessa cosa anche con la sua razza? Se tanto mi dà tanto, dovremmo aspettarci che in caso di un’invasione in massa di quei Bestioni, essi farebbero a noi ciò che noi stiamo facendo agli animali, che per certi versi sono alieni vissuti sulla Terra da molto prima di noi. Questa non è solo l’intuizione di Milan Kundera, ma ha trovato riscontro nelle affermazioni dell’astrofisico Stephen Hawking, quando disse che sarebbe meglio per noi non entrare in contatto con creature di altri mondi.
Che sia già successo è un altro discorso e ci sono molte testimonianze che lo accreditano, ma che debba ancora succedere non in maniera sporadica ma in grande stile, è faccenda che dovrebbe interessarci tutti, sia devoti che materialisti, giacché i primi sarebbero spiazzati e i secondi penserebbero pragmaticamente a sopravvivere. Le persone religiose, in caso d’occupazione militare della Terra da parte di eserciti alieni, resterebbero come imbambolate perché nei loro libri sacri non troverebbero le istruzioni per affrontare la nuova situazione, mentre gli atei o se la farebbero sotto dalla paura o si organizzerebbero per respingere il nemico, nello stile dei partigiani della Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo per noi, una tecnologia che permette l’invasione di un pianeta, deve presumibilmente avere anche i sistemi d’arma che renderebbero nulle le nostre difese. Anzi, volendo far uso di armi atomiche, potrebbe darsi che ai Bestioni non gli faccia un baffo, mentre noi ci arrostiremmo tutti quanti, con le nostre stesse mani.
Tuttavia, scendendo da questi voli pindarici, seppur obbligati, e tornando alla notte dell’undici febbraio, riscontriamo alcuni elementi comuni ad altri contatti ravvicinati del passato. La faccenda dell’elettromagnetismo, per esempio. Le batterie delle auto che si fermano, tranne inspiegabilmente quella di Leonard D’Andrea, i cellulari spenti, senza campo, e i lampioni dell’illuminazione pubblica che lampeggiano. I casi sono due, o il Bestione aveva un campo magnetico fisiologico molto più potente del nostro o nelle vicinanze c’era la sua astronave, magari con il “motore” acceso. Nel primo caso, se quei tre signori di Codroipo, marito, moglie e cognato, che per primi gli si sono avvicinati lo avessero toccato, o lui avesse toccato loro, sarebbero rimasti fulminati. Oppure lì vicino c’era la fonte del campo magnetico e nessuno dei testimoni l’ha notata, tutti ipnotizzati dall’alieno che barcollava in mezzo alla strada come un ubriaco. In ogni caso, le tre persone hanno fatto bene a scappare rifugiandosi in auto.
Però, il fatto che a un certo punto il Bestione sia scappato a piedi attraverso i campi, lascia supporre che la sua eventuale astronave
non fosse poi così tanto vicina e quindi le perturbazioni elettromagnetiche provenivano da lui. Il coraggioso Leonard, ventiquattrenne operaio anche lui di Codroipo, stava tenendo il gigante sotto la luce della torcia, quando dalla direzione opposta è sopraggiunta un’auto. I cui occupanti, invece di accostare in silenzio per vedere di cosa si trattasse, si sono messi a lampeggiare e a suonare il clacson, facendo fuggire il Bestione ad una tale velocità che Leonard non è riuscito a seguirne il percorso di fuga.
A me sembra già abbastanza alieno il comportamento di automobilisti che suonano il clacson in simili frangenti, ma va notato che se poco prima il Bestione sembrava che barcollasse, un attimo dopo è schizzato via con la velocità di un centometrista. Fattore che spazza via una delle ipotesi secondo cui si sia trattato di uno scherzo di carnevale, con qualche buontempone sui trampoli. Il terreno arato nelle vicinanze non gli avrebbe comunque consentito di andare molto lontano.
E in più, tutti i testimoni, ovvero Leonard e uno dei tre anonimi che erano arrivati prima di lui, affermano che camminava benissimo tra le auto ferme in maniera molleggiata ed elastica, come i famosi Velociraptor del film “Jurassic park” all’interno delle cucine, quando inseguivano i ragazzini.
Il Bestione dunque si trovava a suo agio sul nostro pianeta e non aveva problemi di pressione, gravitazione, temperatura e respirazione. Ammesso che respirasse e che fosse fatto di materia solida. Giacché, se per ipotesi non è un essere di un altro mondo ma è di fabbricazione umana, la sua natura non sarebbe necessariamente biologica, ma potrebbe essere meccanica o un misto delle due cose.
Se sulla Terra c’è qualche organizzazione segreta (prendiamo qualcuno a caso: i militari) che da decenni lavora ad un progetto altrettanto segreto per fabbricare robot, golem o altri automi da usarsi preferibilmente su campi di battaglia, allora noi popolazione civile veniamo spaventati, presi in giro e all’occorrenza anche trasformati in poltiglia, come del resto sono soliti fare i militari da che mondo è mondo.
In tal caso, il Bestione non sarebbe un visitatore spaziale ma un gioiello della tecnologia umana fatto circolare per un test di prova in due zone del nord est italiano, in maniera abbastanza stocastica e priva di ragion d’essere. Vorrei resistere alla tentazione di indirizzare i miei sospetti sulla famigerata base di Aviano, che non è molto distante né da Mortegliano, né da Oderzo, ma se il Bestione è stato fatto uscire da qualche parte, una base militare per altro neanche italiana è la candidata migliore per attirare ogni sospetto.
Tutti i testimoni dell’evento quindi, a parte Leonard che non si è lasciato impressionare, sono stati vittime dell’ennesimo scherzo di cattivo gusto da parte della casta di guerrafondai che, in maniera occulta o palese, sta da sempre recando molti danni all’umanità, oggi più che nei secoli passati e sempre grazie allo sviluppo di tecnologie mortifere. Il fatto che il nostro Bestione non abbia manifestato comportamenti aggressivi verso i civili e anzi si sia dato alla fuga per un semplice clacson, non significa che non possegga strumenti adatti a uccidere la gente, anche se Leonard e gli altri testimoni dicono che non avesse nulla in mano, ma che si presentasse nudo e crudo, senza orpelli, nella sua tutina attillata di color avorio.
Nella puntata speciale di lunedì 20, andata in onda su Tele Pordenone, Leonard e l’ufologo Antonio Chiumiento, di Porcia, hanno lanciato un appello agli altri spettatori dell’incredibile evento affinché si facciano avanti. Per il momento, ad avvalorare la testimonianza di Leonard D’Andrea c’è solo la mail inviata da uno dei tre di Codroipo, che però vuole rimanere anonimo.
Immagino che questo provochi una certa frustrazione in chi, come il professor Chiumiento, da molti anni studia questo genere di fenomeni, ma dalle parole pronunciate in trasmissione si capiva anche la sua emozione nel trovarsi di fronte ad un caso eccezionale, più unico che raro. Di questo se ne sono accorti anche gli ufologi del resto del mondo, poiché un docente dell’università di Berlino ha inviato a Leonard una cinquantina di identikit di possibili candidati alieni e Leonard è sicuro di averne riconosciuto uno, magro, con la testa a palla di rugby, con le braccia lunghe che gli arrivavano al ginocchio, con occhi piccoli e rossi simili a quelli dell’Uomo Falena e con le zampe da gallina equiparabili a quelle di un dinosauro carnivoro. Il testimone di Oderzo aggiunge che camminava come un satiro.
Infine, tralasciando l’ipotesi extraterrestre più accreditata e ipotizzando trattarsi di una produzione segreta militare (il che potrebbe spiegare le interferenze elettromagnetiche), mi viene fatto di pensare agli scopi di tutto ciò, ovvero al cui prodest. Se Leonard D’Andrea e le altre terrorizzate persone sono stati testimoni di un’operazione militare, programmata o meno che fosse, dobbiamo aspettarci l’intervento dei Man in Black, per caso? Leonard deve aspettarsi di essere contattato dai servizi segreti? Oltre al dileggio degli immancabili superficiali denigratori, dobbiamo temere per la sua persona? Qualche avvertimento, un’intimidazione, un “consiglio” di tipo mafioso a desistere? Magari l’ingiunzione a non partecipare alla trasmissione “I fatti vostri”,di Giancarlo Magalli prevista per giovedì 23 su RAI 2?
Se invece, al di là dei Man in Black dell’omonimo film, la visita del Bestione di Mortegliano è stata prevista e programmata, ci si apre uno scenario inaspettato, un ribaltamento degli stereotipi finora collettivamente acquisiti.
Infatti, nel caso in cui il governo ombra mondiale abbia un piano preciso per uscire allo scoperto ed imporsi, l’avanguardia solitaria dei Bestioni che si è fatta vedere l’undici febbraio rientra nel progetto di un’invasione marziana come catalizzatore del NWO, il Nuovo Ordine Mondiale.
Come tutti voi sapete, esiste la teoria secondo cui l’élite mondialista abbia intenzione di attuare una finta invasione, utilizzando ologrammi di dischi volanti e alieni cattivi, per rendere palese la necessità di un governo unico mondiale, in grado di fronteggiare il presunto attacco. In tal caso, gli Illuminati prenderebbero due piccioni con una fava: l’instaurazione del governo unico mondiale, a cui mirano da tanto tempo, e la riduzione della popolazione mondiale, che è un altro dei loro obiettivi. I dischi volanti sarebbero finti, ma i morti fra la gente sarebbero veri!
Questo concetto non ci è nuovo, in quanto lo abbiamo visto in diversi film Hollywoodiani, ma la domanda è se qualcuno ha avanzato tale ipotesi perché suggestionato dai film, o sono i film che vengono usati dalla cricca mondialista per lanciare messaggi e abituarci a un’eventualità del genere?
Qualunque cosa ci riservi il futuro, dobbiamo partire dai dati di fatto. E cioè che un potere occulto che trama ai danni della popolazione civile esiste, mentre che gli alieni ne siano uno strumento è ancora da verificare. Che sulla rotonda di Mortegliano, la notte dell’undici febbraio, sia capitato un evento straordinario, è un altro dato di fatto indiscutibile, a prescindere dalla sua natura terrestre o extraterrestre. Inviterei pertanto gli ancora troppo numerosi detrattori a smettere di ragionare come struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia, per partire da una base solida di ragionamento e cercare di scoprire cosa realmente stia succedendo. Sempre che alieni e militari si degnino di rendercene edotti. E non ci stiano preparando qualche sgradita sorpresa.
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RispondiEliminaSapevo che saresti stata la prima a commentare!
RispondiEliminaIl premio fedeltà si avvicina sempre più!
Quella di cui parli, che hai visto nel documentario, è la famosa Area 51, dove sarebbero stati portati i resti dell’UFO caduto a Roswell nel 1947.
Ciao.
:-)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaL'Area 51 è in Nevada, ma non ti farebbero entrare.
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Area_51
Bisogna però vedere se l'alieno è disposto a lasciarsi toccare.
:-)
Chissà da quale oscuro anfratto del multiverso è sbucata questa formidabile creatura: se il fatto è vero, potrebbe significare che sono stati aperti dei ponti tra le dimensioni? Ce ne dovremo dolere o rallegrare?
RispondiEliminaCiao
Ciao Zret! Grazie di essere passato!
RispondiEliminaHo appena parlato con il testimone. Domani è in partenza per Roma, dove giovedì parteciperà alla trasmissione di Magalli.
Le novità sono che non solo a Oderzo è stata vista la creatura, il giorno dopo, ma anche a Udine è stata avvistata, la stessa notte del sabato.
Inoltre, la ragazza di Leonard, passata per la provinciale il giorno dopo, ha visto fermi sul margine della strada due uomini vestiti di nero, di cui uno teneva in mano un tablet, cioè un computer portatile di ultima generazione.
Capisci Zret? I famosi Man in Black!!!
Pazzesco!
Sono esterrefatto: nella regione si trova una base militare e questo è un particolare significativo. Alcuni sostengono che i militari stiano da anni creando dei varchi per consentire ai loro alleati di giungere nella nostra dimensione come rinforzo alle élites. Fantascienza?
RispondiEliminaTi rinnovo le mie lodi per i tuoi cospicui articoli.
Ciao
Grande articolo, Roberto, complimenti.
RispondiEliminaSeguirò fiducioso gli sviluppi futuri della vicenda ;-)
Zret, che i militari stiano mettendo a punto i famosi "Stargates", come nell'omonimo film, mi giunge nuova ma solo perché non sono un assiduo frequentatore di siti ufologici.
RispondiEliminaTi ringrazio per l'informazione.
Ho letto da qualche parte che gli insettoidi collaborano con gli israeliani, i rettiloidi con gli americani, i Vattelapesca con i cinesi e i Nordici con i russi.
Insomma, le grandi potenze si sono spartite le razze aliene. Ti sembra credibile?
Poi, un'altra cosa: come mai i "Man in Black" sono sempre vestiti di nero? Devono tenere in piedi la leggenda? Anche se fossero in mimetica potrebbero svolgere ugualmente le loro funzioni, mi pare.
Ciao
Ciao Jacopo! Benvenuto!
RispondiEliminaSto aspettando che Lino pubblichi l'articolo anche su Stampa Libera, così da fare pubblicità a....Magalli!
Domani, ore 11.00, I Fatti Vostri, ospiti Leonard D'andrea e Antonio Chiumiento.
Più avanti, se raccoglierò altro materiale, farò un secondo articolo su questa faccenda.
Un saluto.
A presto.
ehh... ormai la psicosi dilaga... c'è chi dice che uno struzzo sia fuggito dall'allevamento e qualcuno lo abbia scambiato per un e.t, altri che un e.t abbia liberato uno struzzo. le ipotesi si accavallano. io sono uno gnostico del tema, ma, Roberto lo sa, mi diverto un mondo nel vedere cosa esce fuori ogni giorno da questa storia. Secondo me l'universo ha più confini di quanti ne abbia la fantasia umana. Ognuno sguazzi con la sua astronave... nano nano ; )
RispondiEliminaBeh, almeno tu, Sbilff, non sei uno scettico arrogante e strafottente, come ne sto incontrando su Ufoonline.
RispondiEliminaSe l'allevatore di struzzi, oltre a denunciare il danneggiamento della rete, lamenta anche che qualche struzzo sia scappato, va assolutamente verificato.
E perciò, mi deciderò ad andare a parlare con carabinieri e vigili urbani.
Se viceversa nessuno struzzo è mancato, né scappato, allora come possono i testimoni essersi sbagliati?
Bel articolo complimenti. finalmente qualcuno che non adita tutto come fake avendo il dono dellónnipotenza. La storia è interessante e merita di essere seguita. Poi, chi vivrà vedrà.
RispondiEliminaRay
Olanda
Ray, se si mette subito l'etichetta di falso, ci si preclude la possibilità di indagare oltre. E si perde se non altro la scoperta di come funzionano i meccanismi cerebrali dell'essere umano.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento e benvenuto sul blog.
Ciao.
concordo con hawking (anche se non è una persona che stimo) dovremmo tenerci alla larga dalla vita extraterrestre soprattutto se sviluppata.
RispondiEliminasecondo me ci userebbero come mangime, come topi da laboratorio ecc ecc esattamente come facciamo noi con esseri che (stupidamente) riteniamo inferiori
lelamedispadaccinonero.blogspot.it