mercoledì 29 giugno 2011

Le carezze del Potere



“La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare”
Charles Bukowski, “Compagno di sbronze”


Sembra una beffa del destino che il capo della polizia italiana si chiami Manganelli. Non sarà stato messo lì apposta? Nel nome una garanzia. C’è qualcosa di intrinsecamente osceno nelle manganellate delle forze dell’ordine distribuite ad inermi manifestanti, tanto è vero che i poliziotti inglesi – i Bobby - per lungo tempo furono sprovvisti di sfollagente. E lo sono ancora di più le manganellate date ai terremotati abruzzesi. Ma come? Nel 1976, dopo il terremoto del Friuli, ai miei conterranei furono elargiti aiuti economici, mentre a quelli abruzzesi manganellate. Cos’è cambiato, in Italia, in questi ultimi trentacinque anni?

sabato 25 giugno 2011

Santi buoni & santi cattivi



Lo sapevate che San Daniele è il protettore dei prosciutti? E che San Francesco è il protettore degli animali? Li hanno visti parlare insieme, di recente, San Francesco e San Daniele, come Di Pietro e Berlusconi. Chissà cosa si saranno detti? Forse San Francesco cercava pazientemente di spiegare a San Daniele che proteggere la macellazione del maiale a fini gastronomici significa ostacolare il suo lavoro di protezione degli animali, maiali inclusi. O forse San Daniele cercava di convincere San Francesco della bontà delle delicate fettine di prosciutto o gli descriveva l’estasi delle papille gustative nel degustare salame o mortadella. Forse lo invitata a provare, una volta tanto, cosa significa sentirsi sciogliere in bocca un bocconcino di pancetta pepata o di spek affumicato. Chissà!
Siccome quando il superiore entra in contatto con l’inferiore, avviene immancabilmente un livellamento verso il basso, come quando folle di africani si spargono per l’Europa in cerca di fortuna, neutralizzando le conquiste di civiltà da noi faticosamente raggiunte, così tra i due santi sicuramente Daniele ha avuto la meglio su Francesco. E lo stiamo vedendo da sempre: a parole la Chiesa riconosce l’importanza del messaggio olistico di fratellanza con tutte le creature, ma nei fatti approva e incoraggia il consumo di quella povera carne che un tempo apparteneva proprio a quelle creature. Prelati pasciuti e tendenti alla pinguedine sono da sempre tra i primi ad accomodarsi al fastoso e truculento banchetto.

venerdì 24 giugno 2011

Gabbie



“Carneade, chi era costui?”, si domandava, meditabondo, Don Abbondio. Bertiolo, dove si trova Bertiolo? Perché è di un paese che stiamo parlando, vero? Bertiolo è un paese della pianura padana, tra il Tagliamento e l’Isonzo, dunque nel poco conosciuto nord est italiano. E che cos’ha di tanto speciale da dover essere qui menzionato? Niente, è solo che domenica 10 luglio vi si tiene l’annuale sagra venatoria chiamata “Pel e plume”, pelo e piuma, termini estremamente dettagliati usati dai cacciatori per distinguere il tipo di selvaggina, avente cioè il corpo ricoperto di pelo, come le lepri o di piume, come i fagiani. Grandi zoologi, i cacciatori!
Se penso all’articolo di Francesco Lamendola pubblicato qui:
in cui si afferma che tutti gli animali, uomo compreso, possono attingere alla mente universale, conosciuta anche come Libro dell’Akasha, essendo tutti noi dotati della medesima anima, mi prende una tristezza cosmica nel vedere come ancora una parte di umanità tratta i nostri fratellini. Non sto parlando di cinesi che mangiano cani o di spagnoli che torturano tori nelle arene o di danesi che accoltellano globicefali nell’acqua bassa, ma di friulani, veneti e lombardi che catturano, vendono, comprano e rinchiudono uccelli in gabbie e voliere.

martedì 21 giugno 2011

Moloch e i suoi subdoli adoratori


Se foste un fante della prima guerra mondiale andreste all’assalto alla baionetta per conquistare il Monte Tomba? Un nome così sembra una beffa del destino e non occorre essere superstiziosi per accorgersi che, con un nido di mitragliatrici sulla cima, a quei poveri soldati francesi della 37a Divisione, il 30 dicembre 1917, dare l’assalto a quel monte non avrebbe di certo portato fortuna. Infatti, 863 di loro sono tuttora sepolti nel sacrario di Pederobba, in provincia di Treviso.
Per spiegare come oggigiorno giovani guerrieri vengano mandati a combattere in Iraq e Afghanistan, o in altri paesi del Terzo Mondo, nonostante la nostra Costituzione ripudi la guerra, si deve esaminare la cultura e la mentalità dei giovani guerrieri del passato e il contesto sociale in cui sono vissuti. Mi limiterò all’Italia, con particolare riferimento al nord est, teatro di sanguinose battaglie poco meno di un secolo fa.

venerdì 17 giugno 2011

Sacrifici di sangue



A noi lasciano solo le briciole! Noi veniamo a sapere solo i nomi di quelli che li hanno stancati. Quelli che li hanno voluti imitare senza le adeguate coperture; senza la loro approvazione. I Bambini di Satana del bolognese Marco Dimitri e le Bestie di Satana di Nicola Sapone erano gruppetti di emulatori metallari che sono caduti in disgrazia presso i veri satanisti e, da questi, sono stati lasciati senza protezione. Lasciati al loro destino, cioè incarcerati, com’era giusto che fosse. Ma loro, quelli veri, altolocati e professionisti seri del satanismo, con doppia vita in stile dottor Jeckill e mister Hide, non saranno mai messi sotto i riflettori dei mass-media e non cadranno mai sotto il giudizio dell’opinione pubblica, giacché la Fratellanza Nera di maghi massoni adoratori del Male troverà sempre il modo di toglierli dai guai. Una mano lava l’altra, specie se è la mano imbalsamata di un impiccato, potentissimo talismano.

mercoledì 15 giugno 2011

Milioni di piccoli Trotski


“I tre cacciatori si misero al lavoro come avevano sempre fatto ovunque: uccidere, uccidere, distruggere la vita persino quando sta appena nascendo. Brandendo mazze fatali, presero a saltare tra i corpi delle partorienti sferrando colpi precisi sulle testoline dei piccoli appena nati. Gli animaletti indifesi emettevano un grido, cadevano inerti, perdendo la vita che avevano posseduto per un solo istante. Uccidere e ancora uccidere! Quanto più rapidamente possibile, tanto meglio! Come in preda a un’inspiegabile follia, gli uomini assestavano mazzate e ammucchiavano i piccoli corpi”.
Francisco Coloane, “Capo Horn”


Si è aperta la caccia ai trotski. Sicari sovietici si aggirano tra i ghiacci armati di piccone. Per tutto l’anno si ubriacano nelle bettole e quando scatta l’ora s’imbarcano su bettoline cigolanti per raggiungere i terreni di caccia. I soldi che il Soviet darà loro verranno spesi in alcol durante il periodo d’inattività. Tipico esempio di dipendenza e devozione di troppa gente a un’invisibile prigione mentale, prima ancora che alcolica. Impossibile, per tali uomini, cambiare stile di vita. Una coazione a reiterare aberrazioni. L’alcol rende pericolosi.

lunedì 13 giugno 2011

La cultura del piagnistereo



“Ma la verità è quella cosa che, per dirla, l’uomo adopera una voce di tristezza e di noia, qualche volta una voce di rabbia”
Francesco Chiesa, “Tempo di marzo”



Le discussioni nei forum di internet sono una specie di ipertesto: si aprono infiniti spiragli di dialogo. La frase incriminata, detta da un utente di Come Don Chisciotte che si firma Faulken, è questa: “Anche questo articolo è figlio della "cultura del piagnisteo" come se il vero problema sia la violenza contro gli animali e non le motivazioni di questa violenza oggi”.
La frase si può trovare qui:
Cultura del piagnisteo, messa tra virgolette. Non sapevo che esistesse. Non ci avevo mai fatto caso. A me fa venire in mente Olodogma, quel sito xenofobo che denuncia come un mantra la truffa della Shoa, in base alla quale da settant’anni gli ebrei, con i campi di sterminio, ci marciano, cioè fanno rendere quella che in effetti è stata un’orribile pagina della storia umana. E’ grazie all’Olocausto che, anche se non sappiamo in che misura si sia manifestato, si è potuto creare dal nulla lo Stato d’Israele e sottoporre l’intero Occidente a quei sensi di colpa verso gli ebrei che tanto comodi si sono rivelati, per loro, dal dopoguerra in qua.

sabato 11 giugno 2011

Imbalsamarte


La mia professoressa di educazione artistica delle medie ci faceva portare in classe dei lombrichi, animaletti non difficili da reperire per noi ragazzini rurali che pescavamo con le canne di bambù. I vermi venivano lavati, uccisi in un bagno di alcol e messi a seccare. Indi incollati su supporto cartaceo così come morte li aveva colti, insieme ad altre macchie di colore, in quella che aveva la pretesa di essere una libera composizione artistica.

Se a quell’epoca quel genere di professoresse era frequente nelle scuole medie, nei licei artistici e magari anche nelle accademie di belle arti, non mi stupisco se nell’anno di grazia 2011 sedicenti artisti come Maurizio Cattelan espongono alla Biennale d’arte di Venezia duemila piccioni imbalsamati, immobili su cornicioni e sporgenze delle strutture espositive, quasi una specie di surreale spettacolo di artisti di strada, con statue viventi che viventi più non sono.

mercoledì 8 giugno 2011

Carlini complottisti



Non ho saputo resistere alla tentazione! Sono uscito di casa sotto la pioggia appositamente per comprarlo. Eppure, non sono un fanatico di fumetti. Di recente ho letto solo la serie erotica di Milo Manara, prestatami da un amico. Anni fa, se capitava, anche qualche Martin Mystere. Ma stavolta non ho potuto farne a meno: quasi un gesto compulsivo.
Cos’hanno di tanto attraente le teorie cospirazioniste? Perché mi sento addosso una specie di smania per volerne sapere sempre di più? Come mai non riesco a stare lontano dal computer per più di qualche ora? Perché anche di notte, quando tutti dormono e la casa è sprofondata nel silenzio, mi sveglio è mi riempio la testa di questo genere d’informazioni? Non ci sarà un che di patologico in questa cosa che assomiglia a un’ossessione?

martedì 7 giugno 2011

Accadueo


In linea di principio bisognerebbe votare SI’ al referendum sull’acqua, se non fosse che si tratta di una pura perdita di tempo e dell’ennesimo spreco di denaro dei contribuenti. I referendum rientrano nell’illusione di contare qualcosa e ci fanno dimenticare, insieme alle votazioni periodiche, che le decisioni importanti vengono prese durante le riunioni del Club Bilderberg e in altri ristretti consessi a cui partecipano solo Very Important Person. Della serie: “Io sono io e voi non siete un c….”, come disse Alberto Sordi nel “Marchese del Grillo”. I referendum abrogativi mi ricordano i Decreti Delegati che, volendo democratizzare la scuola, istituirono i rappresentanti dei genitori degli alunni a cui fu data la gravosa responsabilità di decidere dove portare i bambini in gita o quanti rotoli di carta igienica comprare. Negli anni Settanta si parlava anche di caserme democratiche, con tanto di soldati di leva attivisti, salvo poi accorgersi che certe istituzioni, per loro natura, non sono suscettibili di democratizzazione, in quanto intrinsecamente piramidali e gerarchiche. Ma perché dovrebbe essere diverso nella società in cui viviamo? Non è il mondo un immenso carcere o un’immensa caserma? Non ci sono quelli che comandano e quelli che ubbidiscono, oltre a quelli che cercano di fare i furbi destreggiandosi?

domenica 5 giugno 2011

Giocando a nascondino tra le nubi


Quando un uomo indossa una divisa diviene il tutore stipendiato dell’ordine vigente. E’ pagato per far sì che nulla cambi. Se a te va bene come stanno le cose, allora tutti i poliziotti sono buoni. Se invece non ti piace come stanno le cose, allora per te sono tutti cattivi.

Charles Bukowski


La principale obiezione dell’uomo della strada, quando si parla di scie chimiche, è che in realtà si tratta di scie di condensa, giacché a 10.000 metri d’altezza ci sono meno cinquanta gradi centigradi di temperatura e gli aerei rilasciano scie di vapor acqueo insieme ai normali gas di scarico dei motori a reazione. Un lettore del Gazzettino una volta arrivò perfino ad affermare che gli aerei a reazione come quelli della Pattuglia Acrobatica Nazionale rilasciano nell’aria vasellina purissima!

mercoledì 1 giugno 2011

Cervelli: cotti e mangiati


Due miei conoscenti sono morti per un tumore al cervello. Diego C. aveva 48 anni. Luigi S. ne aveva 54. Il primo ebbe una vita irreprensibile, attivista ACLI, insegnante, pacifista: fumava poco. Il secondo ebbe una vita sregolata di tossicodipendente e spacciatore, finendo poi per mettere la testa a posto e farsi assumere dal Comune come spazzino. Paragonando le loro vite e sapendo che sono morti dello stesso male, non posso che farmi venire in mente il vangelo di Matteo, capitolo 24 versetti 40 e 41, laddove dice: “Allora di due uomini che si troveranno nel campo, uno sarà preso e l’altro lasciato. Di due donne che saranno a macinare alla mola, una sarà presa e l’altra lasciata ”.