Fonte: Secolo d'Italia
Continua ormai da giorni
la marcia di protesta dei migranti ospiti nella base di
Conetta: non si è fermata neppure quando un richiedente asilo, due
notti fa, è stato investito e ucciso mentre stava raggiungendo in
bicicletta i compagni in presidio davanti al municipio di Codevigo.
Continua a dispetto di un clima a dir poco ostile e di una
rivendicazione che ha scatenato la rivolta insostenibile: borse e
valigie al seguito, i richiedenti asilo accolti e ospitati
nella ‘ex base missilistica veneta non vogliono più restare
lì; vogliono rassicurazioni immediate sui tempi della burocrazia
necessari per rispondere alle richieste d’asilo, vogliono case,
lavoro e diritti per tutti. Richieste impossibili e non solo per
loro, come noto.
E così, sordi a qualunque
richiamo all’ordine di pubblica sicurezza come di buon senso, sono
ormai da tre giorni in marcia lungo argini e statali, per campi e
strade, ospitati per la notte in una chiesa, rifocillati dai
volontari disseminati lungo il percorso, monitorati dalle forze
dell’ordine. E tra summit di amministratori locali e prefetti,
l’unico appello al buon senso, disperato quanto accorato, è
arrivato dal sindaco
di Venezia, Luigi Brugnaro, a
margine dell’apertura del ponte votivo per la festa della Madonna
della Salute, ha detto la sua sulla protesta civile dei migranti
di Cona. “Era evidente che la gestione dell’accoglienza dei
profughi in generale, anzi, la non gestione delle frontiere, sarebbe
finita male: l’avevo annunciato da tempo e questa è l’ennesima
situazione”. E ancora: “Io con prefetto e questore sto lavorando
benissimo e teniamo sotto osservazione la situazione – ha poi
affermato - va bene anche che le persone e le parrocchie ospitino
questi migranti, ma la questione è di pura emergenza e non può
essere lasciata sedimentare così”.
E per sedimentare così, il
sindaco intende che non si può continuare ad accogliere e stipare,
temporeggiare e procrastinare. “Non può essere che continuiamo a
non affrontare i problemi veri – ha continuato infatti Brugnaro - qualcuno deve assumersi la
responsabilità di presidiare i confini, che nel nostro caso sono
confini aperti dato che sono in acqua. Bisogna dire alla gente
dell’Africa – ha concluso il sindaco – che qui non si può più
entrare. E che
in Italia, quest’idea che si può fare di tutto, non è più
possibile”. Intanto, però, la marcia e la protesta dei migranti
proseguono inesorabilmente.
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