L’altra sera a Udine, aspettando il treno delle 22.07 per
tornare a casa, ho osservato un ubriaco che a mala pena si reggeva in piedi.
Teneva gli occhi chiusi, segno che il suo organismo gli suggeriva di dormire
per smaltire l’intossicazione da alcol, ma lui resisteva e si ostinava a
rimanere in piedi, appoggiato al muro della sala d’aspetto e a sedersi vicino agli altri
passeggeri, per poi rialzarsi e tornare a ridosso del muro.
Una donna, seduta e con un libro in mano, era particolarmente
infastidita e diede un urlo quando l’ubriaco, che le si era avvicinato, stava
per caderle addosso, recuperando l’equilibrio all’ultimo istante. Il suo urlo
fece ridere catarticamente tutti i presenti. La donna, confusa, cambiò posto
mentre l’ubriaco continuava a tenere gli occhi chiusi, barcollando. Un signore
impietosito, a cui l’intossicato aveva chiesto da mangiare, gli diede un panino
e, sempre con gli occhi chiusi per il sonno, l’ubriaco si mise a mangiarlo.
Anche a me aveva chiesto, un attimo prima, qualcosa da
mangiare, ma non gli avevo dato nulla, perché nulla di commestibile avevo con
me. Meno che mai gli avrei dato soldi, che probabilmente sarebbero stati spesi
in alcolici.
Pensavo: se la crisi va avanti così, ne vedremo sempre più
spesso di personaggi del genere. Mi chiedevo anche quali eventi negativi, nella
sua vita passata, lo avevano ridotto in quello stato, paragonabile a una specie
di lento suicidio, ovvero perché si era abbandonato al “cupio dissolvi”,
latente in ciascuno di noi. Una tentazione, quella del degrado di se stessi,
che è un grido di rivolta contro la società, ma anche una richiesta d’aiuto
inconscia e inconfessata.
Non potevo certo intervistare una persona temporaneamente
incapace d’intendere e di volere, ma l’idea di fargli un paio di foto -
confesso – mi è venuta.
Mi hanno sempre attratto i casi umani border line, forse perché mi ci identifico e li considero
empaticamente, anche se non faccio quasi mai l’elemosina a nessuno.
C’è un aspetto che vorrei evidenziare: l’intossicazione da alcol
o da altre sostanze inebrianti fa cadere le inibizioni, riporta chi ne è
soggetto a stati d’esistenza primordiale, animalesca e in molti casi
avviene che la persona si spogli dei suoi abiti, ovvero dei condizionamenti del
vivere civile.
E’ successo anche a me anni fa, durante una sbornia dovuta a
un misto di diverse bevande alcoliche: la sera, a casa della compagna
dell’epoca, mi sono spogliato completamente e, farfugliando, mi sono disteso in
giardino, direttamente sulla nuda terra, sotto i pini. La ragazza mi ha coperto
con un’imbottita e mi ha lasciato dormire lì. Lì mi sono svegliato, indolenzito
e pieno di aghi di pino, la mattina dopo, in un giardino in mezzo alle case.
Il ragazzo belga di 26 anni che tre anni fa è stato
arrestato perché dimostrava aggressività verso gli agenti era completamente
nudo quando è stato malmenato da una squadretta di picchiatori
professionisti ed è morto sotto i loro colpi, dopo essere stato sedato. La sua
non era un’intossicazione da alcolici ma da anfetamine.
Anche la ragazza americana che l’altro giorno faceva
giochi erotici con un pit bull in un
giardino pubblico, in pieno giorno, era completamente nuda e, alla vista degli
agenti, ha dimenato la mano per salutarli amichevolmente, per poi riprendere ad
accarezzare il cane. Anche lei è finita in manette e non si sa se la sua era
un’intossicazione da alcol o da altre sostanze. O la manifestazione di una
malattia mentale.
Il ventottenne rumeno che a mezzanotte si è messo a
correre a piedi in autostrada, venendo travolto e ucciso, era completamente
nudo e probabilmente sotto l’effetto di qualche sostanza psicotropa. Può essere
stato alcol, ma in ogni caso è probabile che inconsciamente cercasse la morte.
Lo fece anche quella donna di Paluzza che partì in macchina
dal suo paese carnico, si diresse verso il mare Adriatico in un giorno
d’inverno, si tolse tutti gli abiti ed entrò in acqua per annegarsi,
esattamente come fanno coloro che entrano nella vasca da bagno piena d'acqua calda, con una lametta
in mano per tagliarsi le vene.
A un certo punto, accettata l’idea di lasciare la vita si
trova naturale lasciare anche i vestiti.
Tuttavia, una cosa è togliersi la vita mentre si è in pieno
possesso delle proprie facoltà mentali - ammesso che la depressione faccia
rientrare l’individuo in tale parametro – ma altra cosa è venire incarcerati e
uccisi dalla polizia, mentre ci sarebbero altre strutture, con personale meno
violento, che potrebbero intervenire in casi di temporanea perdita del senno.
La realtà è che non si tratta mai di sbagli, ma di regole d’ingaggio programmate in anticipo, con agenti di polizia che sono dei veri criminali,
stipendiati con denaro pubblico. Anzi, chi comanda si compiace di lasciar
trapelare certe notizie di pestaggi polizieschi, così da far aumentare nella
gente il timor panico verso le autorità.
Viviamo quindi in una società non solo ipocrita, che da una
parte promuove il consumo di alcol e droghe, ma ci sanziona con violenza nel
momento in cui ne facciamo uso. Da una parte si tende a colpevolizzare
l’individuo che assume sostanze inebrianti, ritirando patenti di guida a tutto
spiano, e dall’altra lo Stato incamera tasse sulle sigarette e sui liquori, per
tacere dei traffici poco noti gestiti dalla CIA e da altri vertici istituzionali
come principali trafficanti di stupefacenti.
I picchiatori in divisa si annoiano e non vedono l’ora di
mettere in pratica ciò che sono stati preparati a fare: picchiare la gente,
specie se giovani momentaneamente fuori controllo. Succede regolarmente e lo
veniamo a sapere solo quando esagerano con le botte, come nel caso del ragazzo
belga e in quello di Stefano Cucchi.
Una volta capito questo, ci si dovrebbe astenere dal dare il
proprio consenso alle istituzioni, considerandole una forma di abuso ai danni
della popolazione. Votare è la peggiore stupidaggine che si possa fare. Stare
alla larga dalle divise e non prestarsi ad alcuna collaborazione sarebbe solo
una questione di legittima difesa. Può capitare anche al più mansueto e
mansuefatto “cittadino onesto” di finire nelle loro grinfie e di uscire con i
piedi in avanti, in una barella, ma a quel punto sarebbe troppo tardi.
Non è solo la casta dei politici che si deve mandare a casa,
ma anche quella dei magistrati e delle forze dell’ordine. Più che fungere da
salvatori sono essi stessi volàno d’ingiustizie. Quando si dice che la società
è criminogena, significa che le forze dell’ordine sono generatrici di
criminalità, unitamente alle ingiustizie sociali palesi o occulte.
Ci sono medici e psichiatri per curare le persone in
difficoltà, anche se possono essere solo di poco più teneri della polizia, ma
se si preferisce lasciare agli sbirri picchiatori la gestione di persone in
difficoltà è perché a deciderlo sono state, a monte, autorità malvagie e
assassine. Come si può cedere al fascino del perbenismo e delle regole ordinate della
società, quando casi di “devianti” malmenati e uccisi si moltiplicano in
continuazione?
La società vuole ucciderci. Gli Illuminati non vedono l’ora
di sterminare milioni di persone. E intanto lasciano che i loro scagnozzi si
divertano a picchiare ragazzi drogati e ragazze con qualche rotella fuori
posto. E quel rumeno che correva nudo di notte in autostrada, se non l’avesse
investito una macchina forse l’avrebbero investito i manganelli degli sbirri.
C’è troppa violenza nella società, a cominciare dalle
istituzioni “legalmente” costituite, che basano il proprio fondamento
ideologico sulla violenza sistematica ai danni degli animali. Quando si capirà
questo semplice concetto, sarà sempre ora.
Mala tempora currunt.
E ancora peggio correranno.
ciao Roberto, scusa l'OT ma questo cartoon di tre minuti ti piacerà.... :-)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=WfGMYdalClU
Grazie Alessandra!
EliminaSemplicemente terribile. Oltre che sintetico.
Starebbe bene come testimonial di questo blog, poiché esprime le stesse cose che diceva Milan Kundera e che si leggono nel frontespizio.
Vedrò con il mio webmaster dove collocarlo (appena impariamo come postare i video direttamente da you tube).
Ciao