mercoledì 6 febbraio 2013

Prepariamoci al 2030

Non ci crederete ma nonostante tutti gl’impegni, riesco perfino a finire la lettura dei libri. Ci metto più tempo del solito, da quando lavoro, ma alla fine li concludo. Dell’ultimo ne voglio parlare perché nel finale mi ha rivelato qualcosa che non sapevo e la voglio condividere con voi. Si tratta di “Impronte degli Dei”, di Graham Hancock, e se nelle prime cinquecento pagine non mi ha detto niente di nuovo - niente che non avessero già detto Peter Kolosimo ed Erich Von Daniken - le conclusioni sono state semplicemente stupefacenti.
Anzitutto, Atlantide viene cercata nel posto sbagliato; poi…..adesso toccherà a noi!
Gli atlantidi avevano raggiunto un livello di civiltà tecnologica superiore al nostro. Avevano strumenti atti a neutralizzare la forza di gravità con i quali riuscirono a sollevare massi di decine di tonnellate di peso. E’ così che sono state costruite le piramidi sparse in tutto il mondo, nonché gli altri monumenti megalitici. Non sappiamo se anche ad Atlantide ci fossero piramidi, ma quelle costruite in America centrale e nella piana di Giza in Egitto furono realizzate fuori dai loro territori di pertinenza, in zone abitate da popolazioni primitive. Come effetto collaterale nacquero le religioni. Infatti, gli egizi raccontano che c’era stato un tempo in cui vivevano insieme agli Dei, i Neteru, che altro non erano se non alcuni superstiti del cataclisma atlantideo, che si erano trasferiti in Egitto.
Dall’altra parte dell’Atlantico, altri superstiti presero il posto che si addice ad esseri superiori e lasciarono che gli indios li adorassero.
 
Viracocha fu il nome del Dio principale nelle Ande e Quetzalcoatl quello adorato in Messico. Resta da vedere se questi due, entrambi barbuti, e Ra, Thot, Osiride e compagnia bella in Egitto, fossero discendenti degli Anunnaki, Anunnaki essi stessi o se fossero atlantidi scampati alla catastrofe. Hancock non ne parla e la questione per il momento può essere accantonata.
Di fatto, il motivo per cui questi esseri superiori, Anunnaki di provenienza extraterrestre o atlantidi provenienti dal continente scomparso, decisero di farsi aiutare a costruire imponenti monumenti piramidali fu per lasciare un messaggio ai posteri. E tale messaggio probabilmente è che questo pianeta è soggetto a periodici disastri che ne sconvolgono le condizioni vitali e portano all’estinzione di numerose specie animali.
L’Homo sapiens, essendo un animale come gli altri, solo un po’ più manipolato geneticamente, fa la stessa fine e l’idea che ci siano state già quattro o cinque civiltà sulla Terra, prima della nostra, non è nuova. O comunque non l’ha inventata Hancock.
Thomas Huxley, ancora nel diciannovesimo secolo, formulò la teoria del “pendolo e del martelletto” secondo la quale i movimenti della Terra sono regolari come quelli del pendolo, con precisione astronomicamente calcolabile, ma, come per il pendolo arriva il momento in cui il martelletto batte le ore e magari esce anche il cucù a fare un casino della Madonna, così anche per il pianeta Terra fino a un momento prima era tutto a posto e un momento dopo è tutto un sussultare di terremoti e un soffiare di venti ciclonici. Con sbalzi di temperatura da mettere letteralmente i brividi.

Dunque, l’ultima grande civiltà precedente alla nostra produsse una casta di scienziati che sapeva che il destino di Atlantide era segnato, ma probabilmente non disse nulla al resto della popolazione. Il che apre scenari inquietanti sul nostro attuale presente, con una cupola di Illuminati che sa dell’approssimarsi della prossima fine e attua operazioni come le scie chimiche senza farlo sapere alla gente, ovvero senza spiegarne il motivo.
Gli scienziati di Atlantide sapevano che sarebbe successo un cataclisma che avrebbe ucciso milioni di loro connazionali e si prepararono a partire. Di quel gruppo che si recò in Egitto sappiamo più cose, mentre di quelli che andarono in America ne sappiamo meno. Ad ogni modo, Atlantide non sprofondò sotto il mare, ma fu spostata improvvisamente dalla latitudine temperata in cui si trovava verso il polo sud ed è lì che andrebbero cercati i suoi resti, se solo si sapesse come perforare tre chilometri di ghiacci. Oltretutto, nessuno la cerca lì, perché tutti pensano che sia da qualche parte in fondo all’oceano Atlantico. Addirittura, c’è chi afferma di aver trovato piramidi e altri manufatti in fondo al Golfo del Messico, niente meno che nel Triangolo delle Bermude.


Se non è sprofondata, come ha fatto a finire nell’Antartico? Semplicemente perché nell’undicesimo millennio avanti Cristo l’Antartico era Atlantide, ma si trovava molto più a nord. Tra l’equatore e il Tropico del Cancro. E come ha fatto a scivolare così lontano?
Ecco, questa è la strabiliante tesi di Hancock, ripresa da due sconosciuti autori che si sono messi in contatto con lui, i coniugi canadesi Rand e Rose Flem-Ath, che a loro volta l’avevano ripresa da Charles Hapgood: la teoria dello “Scorrimento della crosta terrestre”.
Se pensiamo che la Deriva dei Continenti sia più un fatto certo che una teoria, allora abbiamo un’idea dell’instabilità delle placche terrestri, che normalmente si spostano di pochi centimetri all’anno, inavvertitamente. E questo sarebbe il famoso “pendolo” di cui parlava Huxley.


Ma se ci spingiamo oltre con l’immaginazione e ipotizziamo che in maniera del tutto repentina intere zolle terrestri, costituite da vasti continenti, vengano trascinate a molti gradi di distanza dal luogo d’origine, possiamo capire che dove un attimo prima c’era sole, verde vegetazione e animali al pascolo, un attimo dopo ci sono 90 gradi sotto zero che congelano all’istante l’erba, gli alberi e perfino i licheni nella bocca dei mammuth. E questo è il “martelletto” del pendolo che si mette in azione scombussolando la pace preesistente. 
C’è da rabbrividire al solo pensarci, anche perché in Siberia e in Alaska sono stati trovati molti mammuth congelati all’istante, con l’erba ancora nel cavo orale. Non so se sono stati trovati anche esseri umani nelle stesse condizioni. A me viene in mente l’Uomo di Similaun trovato sulle Alpi tra l’Italia e l’Austria, ma non vorrei che il periodo a cui viene fatto risalire non c’entri niente con il 10.500 a.C.
Di fatto, se i mammuth siberiani e alaskani costituivano la preda dei Neanderthal - o di qualche altro ominide - ciò che è successo ai pachidermi deve per forza essere successo anche ai nostri sfortunati antenati. E magari prima o poi salterà fuori qualche umano congelato, sempre che non li abbiano già trovati e fatti sparire in qualche cantina di museo.

Gli atlantidi quindi sapevano che ci sarebbe stata un’improvvisa inversione dei poli, o comunque che la loro patria sarebbe finita oltre il circolo polare antartico e, senza avvisare la popolazione perché tutti non li avrebbero potuti salvare, se ne andarono alla chetichella chi verso l’Egitto, chi verso altre mete.
Portarono con sé anche la strumentazione per neutralizzare la forza di gravità, altrimenti non avrebbero potuto spostare massi da parecchie tonnellate. Sapendo che nessun calendario in uso all’epoca sarebbe durato così a lungo da lasciare traccia nel futuro a beneficio di noi posteri, scelsero la precessione degli equinozi come metodo infallibile per segnare il tempo e per farci sapere in che periodo erano vissuti. La costruzione di un enorme monumento di forma leonina, la Sfinge, rappresenta un elemento in più per farci sapere che vissero nell’epoca in cui il sole al mattino sorgeva nella costellazione del Leone. Calcolato che ogni era è di 2600 anni e che tra noi oggi, che stiamo per passare dai Pesci all’Acquario, ci sono state le ere dell’Ariete e del Toro, si arriva all’undicesimo millennio avanti Cristo, ovvero al 10.500 avanti Era Volgare, per dirla all’anglosassone.


Gli studiosi di archeoastronomia sostengono che negli ultimi 80 milioni d’anni lo spostamento dei poli sia avvenuto 170 volte, ma lo “scorrimento della crosta terrestre” è cosa diversa. Nel primo caso la Terra smette di roteare su se stessa, ci sono tre giorni di luce da una parte e tre notti dall’altra, ma poi ricomincia a girare in senso opposto, facendo sorgere il sole a ovest, invece che ad est, o viceversa, mentre nel secondo caso lo scorrimento della crosta terrestre si ha in maniera disordinata e non si può sapere che direzione prenderà lo spostamento. Nel caso di Atlantide il continente è andato verso sud, nel caso della Groenlandia, il cui nome significa “Terra verde”, la zolla si è diretta verso nord. Idem con la Siberia e l’Alaska, un tempo verdeggianti e popolate da erbivori brucatori. Il ritrovamento di ossa fossili d’ippopotamo ed elefante in Sicilia conferma questo quadro generale.

Non so se lo scorrimento improvviso della crosta terrestre, ovvero il rintocco selvaggio del famoso “martelletto” abbia cadenze regolari. E’ probabile che sia un fenomeno imprevedibile, come i terremoti. Ma allora, come fecero gli scienziati atlantidi a prevederlo? Hancock non lo dice, ma lo dà per scontato. Evidentemente, erano giunti ad un livello tecnologico superiore al nostro e non possiamo nemmeno escludere che siano stati capaci di entrare in quel regno descritto dall’ufologia parafisica da cui provengono gli alieni e che anzi una delle razze che ci fa visita sia proprio quella sorta in origine sul continente perduto. Sul perché non prendano contatto con noi e si palesino definitivamente, è un altro discorso, che esula da questo articolo.
Si capisce però che se la teoria dello “scorrimento della crosta terrestre” è valida, vengono meno le conclusioni della scienza ufficiale, secondo cui le glaciazioni periodiche si verificano per ragioni esterne alla Terra, come i brillamenti solari e altre concause. Non è la temperatura che si alza e si abbassa, come il livello dei mari, ma è la superficie terrestre con tutti i suoi 50 Km di crosta che si sposta all’improvviso, ponendo vaste aree in zone a temperatura costantemente glaciale, cioè nei due poli.
Quando dovrebbe succedere di nuovo questo scherzetto? Può succedere in qualsiasi momento, ma la prossima inversione sembra sia stata calcolata.
Lascio rispondere Hancock, a pagina 609: “Gli scienziati prevedono che la prossima inversione dei poli magnetici della Terra avverrà intorno al 2030”.
Gli scienziati in questione sono J. M. Harwood e S. C. R. Malin, che hanno pubblicato tale loro previsione sulla rivista Nature del 12 febbraio 1976.

Magari questa è la volta buona che ci leviamo dalle scatole di questo pianeta una volta per tutte. E se non dovesse funzionare, c’è sempre l'impatto dell’asteroide Apophis previsto per il 13 aprile 2036.
Appuntamento quindi fra diciassette anni.







10 commenti:

  1. Concordo in pieno con le tesi contenute nel libro di Hancock (che ancora non ho letto).
    Magari anche vedendole dal punto di vista di Churchward e del continente del Mu possono offrire ancora più spunti comuni, dato che anche lui parla di sommersione di interi continenti e placche terrestri. Lo conosci il racconto dell'ammiraglio Byrd che sorvolò il Polo Sud...? Gli intrecci allora divengono ancora più affascinanti...
    g

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    1. Sì, lo conosco, ma dallo stile sembra proprio un racconto di fantascienza, di quelli che andavano di moda al suo tempo. Ho sempre sospettato che si tratti di fantasy.

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    2. ...ma parla dell'Antartide come di un continente (ancora?) abitato...
      g

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    3. E la Piramide Sommersa di Yonaguni? Come si spiega la sua esistenza e costruzione?
      g

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    4. L'unica cosa che ti posso dire è che, evidentemente, quando è stata costruita, non c'era il mare.

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    5. ...e solo questo semplice fatto implica molte cose, in quanto il mare lì c'è da più di diecimila anni...
      Ergo...
      g

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  2. cit. "e attua operazioni come le scie chimiche"
    io penso che la tesi che si avvicina di più al perchè delle scie, sia quella esposta in questo articolo: http://www.tankerenemy.com/2013/01/david-keith-pernicioso-geoingegnere.html
    Poi non si escludono anche altri utilizzi, però quella della manipolazione del clima è la più evidente.
    Laura

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  3. @ROBERTO,

    intanto un doveroso COMPLIMENTO per questo interessante ma sopratutto stimolante articolo;
    trattare di antiche CIVILTA' è SEMPRE molto affascinante & coinvolgente,
    un pò meno quando leggo con "ironica" PREOCCUPAZIONE che l' asteroide APOPHIS impatterà la TERRA il 13 aprile 2036,
    quel giorno sarà il mio ennesimo COMPLEANNO e avrei piacere di festeggiarlo come SEMPRE alla grande magari assieme a TUTTI Voi attenti LETTORI/LETTRICI di ROBERTO !!!

    NAMASTE'
    SDEI/Sergio

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    1. Un asteroide di 15 Km di diametro sarebbe un bel regalo di compleanno. Dove lo metteresti, in giardino?

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