mercoledì 25 settembre 2013

Selvaggi ciechi e ottusi, a milioni

Quando vado in Madagascar e vedo la gente che tira sassi ai cani randagi, penso a quanta felicità quei selvaggi si perdono e a quanta emozionante amicizia rinunciano, solo perché nessuno ha spiegato loro che i cani sono persone intelligenti anche se diversamente umane. E lo stesso si potrebbe dire dei gatti, che vengono mangiati da due etnie delle diciassette che vivono sull'isola, i Merina e i Masikoro. E però, avendo avuto due cinghialesse, una incrociata col maiale sardo, e sapendo quanto anche i maiali siano intelligenti e facilmente disposti a fare amicizia con gli esseri umani, devo concludere che i selvaggi sono tra noi. O meglio, che io e pochi altri, qui nel barbaro Occidente, siamo circondati da selvaggi da tutte le parti. Basti pensare ad "Aria di festa", che si tiene a San Daniele del Friuli ogni anno in estate. E non a caso! Oppure, alle migliaia di feste del porco che si organizzano sul suolo italico, per soddisfare stomaci capaci e cuori aridi. Anche al matrimonio di Belen, come ci è stato graziosamente fatto sapere dalla stampa, agli ospiti è stata data salamella (che da vegano non so neanche cosa sia), in grande abbondanza. E questo perché il popolo non è stato educato (al contadino non far sapere....), volutamente. Infatti, finché avremo un Papa che adora l'asado, cioè la carne arrosto argentina, i poveri maiali e tutti gli altri animali da carne, dovranno mettersi il cuore in pace e la testa sotto la ghigliottina.

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