martedì 28 gennaio 2014

Buoni steccati fanno buoni vicini

 

L’intervista che segue è stata registrata dalla giornalista e ricercatrice Paola Harris (qui in foto). A parlare è Charles Hall, ex militare ed osservatore meteorologico al poligono di Indian Springs, sotto la giurisdizione delle base Nellis (Area 51).
L’INTERVISTA A CHARLES HALL

Quali prove ci sono che gli Extraterrestri stiano interagendo con gli umani su questo pianeta?
 Oltre alle esperienze che ho avuto a livello personale, le prove migliori che ho consistono in quanto mi è stato riferito verbalmente dai colleghi con cui ho prestato servizio nell’Aviazione degli Stati Uniti nel periodo che va da 1965 al 1968. Per conto mio, io non posseggo alcuna prova fisica, né fotografie, né diari, né rapporti stampati o manoscritti. Malgrado ciò, negli anni ho visto molte immagini e resoconti attendibili, pubblicati da altri autori, che riguardano proprio gli alieni alti e bianchi. Le immagini mostravano anche uno dei loro veicoli da esplorazione. Uno dei rapporti più interessanti è quello pubblicato da Allen Hyneck, famoso per il Project Blue Book, in cui egli afferma di aver condotto analisi chimiche su materiale caduto dal fondo di un UFO.


In tale rapporto, pubblicato alla fine degli anni ’60 (non ricordo la data esatta), egli afferma che la composizione chimica del reperto appariva simile a quella di scorie di alluminio prelevate da una fornace riscaldata a circa 11OO gradi Fahrenheit (almeno, mi sembra di ricordare, a memoria, che questa fosse la temperatura esatta.) Egli non si accorse che la composizione chimica di quelle “scorie di alluminio” era molto simile a quella delle moderne fibre ottiche portate al punto di fusione.
Le fibre ottiche hanno un’alta percentuale di alluminio e, se lui si fosse accorto di questa somiglianza, avrebbe avuto in mano un’importante prova dell’esistenza degli UFO capace di indirizzarci, oltre tutto, verso la comprensione del loro sistema di propulsione anti-gravitazionale. Se gli scienziati americani avessero indagato sulle particelle atomiche che oggi possiamo creare facilmente in laboratorio (come i mesoni, i barioni etc.) per studiare di quali di esse sia possibile influenzare il moto mediante le fibre ottiche, il suo lavoro ci avrebbe condotto ad una delle maggiori scoperte nella fisica di tutti i tempi.
La fisica alla base della costruzione dei veicoli da esplorazione degli alieni bianchi alti è descritta approfonditamente nei miei libri e, inoltre, nell’appendice di “Millennial Ospitality III, la via verso casa”, descrivo la mia teoria fisica da me chiamata “Teoria Hall sul Fotone”. Ritengo che essa sia in grado di spiegare perché il sistema di costruzione delle navi aliene permetta loro di accelerare rapidamente a velocità di gran lunga superiori a quella della luce.


Puoi parlare per esperienza personale?
Sì. La mia serie di tre libri intitolata “Millennial Hospitality” e gli altri miei scritti correlati descrivono dettagliatamente le mie esperienze personali ad Indian Springs, in Nevada, e le mie interazioni con extraterrestri alti e bianchi la cui base è dislocata nelle montagne a nord della stessa Indian Springs.

Qual era il tuo lavoro e la tua posizione alla Base Nellis? Per favore, precisami le date.
Mi sono arruolato nell’Aviazione degli Stati Uniti nel luglio 1964. Dopo aver terminato il corso base alla Base Aerea di Lackland a San Antonio nel Texas mi sono specializzato come Osservatore Meteorologico alla scuola meteorologica dell’Aviazione della Base Aerea di Chanute, nell’Illinois. Durante tutto il mio servizio nell’Aviazione le mie mansioni sono state di Osservatore Meteorologico. Alla fine di marzo (o inizio Aprile, non ricordo) del 1965 sono stato assegnato allo squadrone meteorologico di stanza alla Base Aerea di Nellis a Las Vegas, nel Nevada.
Sono rimasto lì dall’inizio della primavera del 1965 fino al maggio del 1967. Nel periodo trascorso alla Base Nellis in Nevada mi venivano assegnati numerosi turni di lavoro temporaneo ai Poligoni di Tiro presso Indian Springs. Lavoro temporaneo significava ricevere degli extra in termini di paghe e benefici per il mio lavoro ai Poligoni di Tiro, comunque, sia gli ordini che ricevevo, che il computo degli stipendi, che la mia corrispondenza, dipendevano sempre dalla base di Nellis. Tra un turno di lavoro temporaneo e l’altro a Indian Springs potevo tornare di servizio alla base di Nellis per brevi periodi. Per esempio tornai alla Base di Nellis per le vacanze di Natale del 1965.
Come ho descritto nel mio primo libro “Millennial Hospitality”, all’inizio i turni di lavoro temporaneo a Indian Springs erano fatti a rotazione sia da me che da altri osservatori meteo, ma, alla fine dell’estate del 1965 e almeno altre due volte all’inizio della primavera del 1966, in incidenti separati, gli osservatori meteo che mi sostituivano riferirono di essere stati terrorizzati e spiati mentre si trovavano di servizio ai Poligoni.

Uno di loro venne gravemente ferito ed ottenne l’esonero medico e altri due, che lavoravano in squadra, si rifiutarono di andare ai Poligoni perché in passato vi avevano subito minacce ed aggressioni.
In seguito a questi episodi venne formata una commissione di ufficiali d’alto rango dell’Aviazione e del Governo che decisero per la prima volta di rendere l’osservazione meteorologica ai Poligoni un incarico primario, e tale incarico venne affidato a me, pur mantenendo la denominazione di Lavoro Temporaneo con i conseguenti privilegi e la paga extra. Mi vennero dati degli ordini speciali e, da allora in poi, rimasi quasi sempre di stanza ad Indian Springs con soltanto brevi periodi di ritorno alla Base Nellis per riposarmi.
 Il 7 maggio 1967 venni trasferito dalla base Nellis alla Base Aerea Binh Thuy nel Vietnam del sud, dove rimasi fino all’8 maggio 1968. Ero di stanza a Binh Thuy durante la grande offensiva comunista Tet. Terminato il mio periodo in Vietnam tornai negli Stati Uniti e fui congedato con onore l’8 maggio 1968 alla Base Travis in California.

Ci sono state altre persone che hanno visto i Bianchi Alti oltre a te?
 Sì, gli Extraterrestri Alti e Bianchi vennero visti ai Poligoni di Indian Springs da molti del personale dell’Aviazione. Queste persone li hanno incontrati di frequente a distanza ravvicinata sia dentro che fuori gli edifici dei Poligoni e sia di giorno che di notte. Per loro l’incontro con questi Extraterrestri Alti e Bianchi era un tale shock che ne parlavano descrivendoli come fantasmi, angeli o creature fantastiche. Per esempio, gli Osservatori Meteorologici che li avevano visti l’uno vicino all’altro riferivano spesso di aver visto un cavallo radioattivo fluttuante chiamato “Harry del Poligono Quattro”; altro personale della Base riferì di aver avuto fugaci visioni degli Alti Bianchi a breve distanza e poi di aver sperimentato un periodo di tempo mancante o di aver fatto strani sogni.

Erano in compagnia di altri militari, e quando?
Sì, ho visto spesso gli Extraterrestri Alti e Bianchi accompagnati da generali ed alti ufficiali dell’Aviazione degli Stati Uniti.

Quale è stato il tuo primo incontro con questi Esseri Bianchi?
E’ accaduto a fine maggio e ad inizio giugno 1965. Tuttavia, mi ci sono voluti molti mesi per controllare lo shock e il terrore che essi mi ispiravano e per accettare la realtà delle mie esperienze. Per molti mesi sono vissuto nella negazione assoluta di ciò che mi accadeva e preferivo attaccarmi a qualunque altra spiegazione piuttosto che accettare la realtà.

Che messaggio ti ha dato la “Maestra” e come vogliono interagire con noi?
 La donna Alta e Bianca che chiama se stessa “Maestra” mi ha detto chiaramente che loro desiderano solo essere accettati da noi mentre sono qui.

Pensi che essi siano ancora qui?
Sì, penso che sono ancora qui perché il loro hangar principale e gli spazi dove vivevano erano costruzioni permanenti edificate sotto le montagne al confine nord della Valle di Indian Springs. Gli Alieni vivono sotto terra; l’hangar principale è scavato nel fianco di una montagna, in un luogo ideale per tale scopo. Esso ospita la loro nave spaziale che può arrivare facilmente sulla Terra, atterrare di fronte all’entrata ed entrare e uscire senza essere vista e senza interferire con i voli civili sulla zona di Las Vegas.
                                                                                                                                                                 

Pensi che ci siano altre razze Aliene sulla Terra e, se sì, dove si trovano?
Sì, nel mio terzo libro “Millennial Hospitality, la via verso casa” descrivo una seconda razza di alieni che ho personalmente incontrato e che si trova sulla Terra.  Nel libro li chiamo ”i Norvegesi”. Credo che giungano qui da una delle stelle più vicine come, per esempio, la Stella di Barnard, che si trova a circa 5,5 anni luce da noi; potrebbero anche arrivare dalla stella immediatamente dopo quella di Barnard, che si trova a 6 anni luce da noi, sempre nella stessa direzione. Io li ho incontrati in Wisconsin nel 1961 a Cambridge e a Madison, sempre in Wisconsin, nell’autunno del ’62 e all’inizio della primavera del ’63.
Sembrano proprio abitanti del sud della Norvegia, ma hanno solo ventiquattro denti e le dita dei piedi leggermente palmate. I denti di questi alieni hanno le radici più corte delle nostre e possono essere rimpiazzati in caso di perdita, intendo dire che i loro denti non crescono solo due volte nella vita, come invece accade agli umani. Sono sicuro che c’è qualche dentista sia nel Wisconsin che nell’Europa del nord o in altre zone fredde del pianeta che potrebbe testimoniare la loro esistenza.
Tra le altre cose, questi alieni da me personalmente incontrati manifestavano una calma inusuale e un buon carattere. Sembravano soprattutto desiderosi di essere bene accetti nella nostra società e di godersi la vita.

Perchè hai scritto “Millennial Hospitality”?
Ho scritto la serie “Millennial Hospitalilty” perché volevo che i miei figli ed i miei nipoti comprendessero come mi sono sentito quando ho incontrato gli Extraterrestri Alti e Bianchi nella valle di Indian Springs in Nevada.

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