Il sovranismo è morto, disse la Simona Malpezzi

Testo di Simona Flavia Malpezzi (9 settembre)

Comunque la si pensi, io sono felice che sia finita la stagione della lite continua, quell'idea di Italia sempre in conflitto con se stessa e sempre ferma. Per questo a me sembra che questa foto sia già in bianco e nero, il saluto romano fuori dal Parlamento mi sembra l'ultimo gesto disperato di una destra che ha perso la sfida del sovranismo. La fiducia in questo nuovo governo significa aprire una nuova stagione per il Paese: quella dove non ci sono leader di partito che invocano i pieni poteri, o chiamate alle piazze contro la legittimità delle istituzioni democratiche, quella dove le tasse non aumentano per ingrassare il consenso di questo o di quel politico e dove non si mettono in piedi crisi di governo dalla spiaggia del Papeete per poi dire che è stato tutto un complotto. 

Voltiamo pagina davvero, a cominciare dalla parità di genere che il presidente Conte ha messo tra le priorità nel suo discorso di oggi. Voltiamo pagina e torniamo ad essere il Paese che meritiamo di essere: l'ottava potenza mondiale, al centro dell'Europa, non in perenne litigio con tutti, e mai più così isolati. Un'Italia non appesa ai rubli di qualcuno o ai fili spinati di qualcun altro, ma solo e soltanto il Paese vero che tutti conosciamo, con la sua identità produttiva, energica, creativa e sana. Abbiamo bisogno di ritrovare questa Italia, quella della speranza e non quella della rabbia. E forse è già qui.