“Vi ho dato da bere del latte, e non vi ho dato del cibo solido, perché non eravate in grado di assimilarlo, anzi non lo siete neppure ora, perché siete ancora carnali”
I Corinzi, 3:2
Benché ci viva da molti anni - secondo loculo a sinistra - conosco ancora poco il cimitero del mio paese. Infatti, l’altro giorno sono rimasto per un attimo interdetto quando, sulla parete di un muro interno, ho visto questi simboli. Il primo in alto è riconoscibilissimo, ma gli altri non li conosco. L’occhio che tutto vede, iscritto all’interno di un triangolo, ci sta bene in un cimitero, ma il cerchio, le tre linee ondulate verticali e orizzontali, che ricordano le carte Zener, insieme a quella specie di spirale simile al guscio di una chiocciola, non capisco cosa c’entrino con il riposo eterno dei defunti. Ci sarebbe bisogno del dottor Robert Langdon per interpretarli, ma in ogni caso spero che qualcuno di voi possa……illuminarmi.
Volendo fare un discorso generale, i simboli sono scarabocchi sintetici che rimandano a discorsi più ampi: una specie di stenografia. A forza di stenografare, nel corso dei secoli si è finito per rendere conoscibile il loro messaggio solo agli iniziati, mentre tutti gli altri rimanevano esclusi. Il sentimento religioso che ciò non di meno era comune a tutti gli esseri umani, è diventato monopolio di un’élite ristretta, che a un certo punto si è accorta di poterne trarre vantaggio. Sto parlando di sciamani, preti e altri mediatori tra l’uomo e la divinità.
Il gioco apparve redditizio e molti furono gli emuli. Di modo che, oggi, ci ritroviamo con le chiese laiche che ricalcano le orme di quelle religiose d’antica nascita. E così, oltre alla chiesa di Scientology, abbiamo quella degli ufologi, nonché una miriade di sette protestanti o accondiscendenti, orientali o occidentali, insieme a una nutrita serie di caste ciascuna con il suo proprio linguaggio gergale e le sue liturgie. Penso ai politici che parlano il politichese, ai medici che parlano il medichese, ai giudici che parlano il giudichese e ai giornalisti che leccano il culo a tutti.
Al limite, anche animalisti, pacifisti, ecologisti e interisti, per non parlare dei cacciatori e dei militaristi, s’identificano nel loro gruppo, sono animati dallo stesso spirito di corpo e si esprimono tutti con gli stessi luoghi comuni. Sentir parlare un cacciatore una sola volta significa sentirli parlare tutti, ma probabilmente, anche se sentite parlare me una sola volta, è come se aveste sentito parlare tutti gli animalisti. Non posso escluderlo.
Il vantaggio della casta intermediaria tra l’umanità e la divinità non è stato solo di natura economica ma anche in termini di potere. Potere sulle masse: una bella sensazione!
Se i governi non ci hanno ancora detto la verità sugli UFO (e aspettiamo, per questo, la “Disclosure”) è perché vogliono tenerci sulla corda. Se la Chiesa impone da secoli i misteri della fede e le apparizioni mariane si basano principalmente sui segreti di Fatima è perché lasciare all’oscuro i fedeli è il modo migliore per tenerli per le palle. Se i militari (e questo è l’esempio più comprensibile) gestiscono basi segrete sparse in tutto il mondo è per far sì che gli studiosi di complottismo si facciano venire il mal di tesla a forza di spremersi le meningi. Se i massoni hanno scelto la strada del mistero e del segreto è perché hanno voluto imitare la loro grande avversaria, la Chiesa, e perché hanno capito che nell’ombra potevano fare meglio i loro porci comodi.
Paolo Franceschetti sta diventando matto a forza d’inseguire le trame occulte dei delitti massonici e molti di noi stanno uscendo fuori di testa a causa delle scie chimiche, di HAARP e del nuovo ordine mondiale.
Il segreto è un buon modo per tenerci sulla corda e infatti ci sono tra noi persone che preferiscono affidarsi ciecamente all’ottimismo e credere che con la nostra volontà, con le nostre addestrate eggregore e con il raggiungimento della massa critica, potremo sovvertire tutti i piani di David Rockefeller, di Kissinger e dei loro amici sedicenti Illuminati. Probabilmente, attribuire a noi stessi la forza di cambiare il corso degli eventi, tutt’altro che rosei, è un buon modo per non andare fuori di cervello, cioè per salvaguardare la nostra sanità mentale.
Volendo saperne di più, dopo “Angeli e demoni”, ho deciso di leggere “Il simbolo perduto”, partendo dal presupposto che anche nei romanzi si possono trovare perle di saggezza e sprazzi di luce, ma anche perché se lo fanno i nostri nemici, che sul comodino da notte tengono “1984” e I protocolli dei Savi di Sion, possiamo farlo anche noi. Spero, così facendo, di trarre utili indicazioni su cosa pensano i nostri avversari, al fine di poterli meglio combattere. Mi si conceda questa pia illusione.
E poi è un romanzo sulla massoneria, tema assai di moda oggi. A meno che Dan Brown non sia, anche lui, un fratello massone, siccome non si può chiedere all’oste se il vino è buono, bisogna rivolgersi agli osservatori esterni. Punti rimarchevoli, o almeno che mi hanno stimolato la riflessione, ne ho trovati sette, che è il numero giusto quando si parla di sette. Eccoli, nel dettaglio:
(1) “I misteri sono una torcia che arde e che nelle mani di un maestro può illuminare la strada, ma nelle mani di un pazzo può incenerire la terra” (pag. 517).
Condivisibile, ma fino ad oggi i misteri sono stati usati come un’arma contro di noi, per massacrarci, nella peggiore delle ipotesi, o per prenderci in giro, nella migliore. Per contro, personaggi veramente illuminati come Gandhi dicevano che la verità è la cosa più importate e viene prima di tutte le altre. Di quel personaggio inventato che è conosciuto come Gesù Cristo si dice che abbia detto: “La verità vi renderà liberi” e a riprova del fatto che il cristianesimo è un’operazione mediatica, studiata a tavolino a Nicea, c’è anche questo: la verità che avrebbe dovuto renderci liberi è stata distorta dalla classe clericale che ne ha fatto un guazzabuglio di menzogne e assurdità, sì da contraddire le fondamenta che loro stessi o altri loro colleghi avevano posto. E non mi si venga a dire che una cosa è la figura di Cristo e un’altra sono i sacerdoti che l’hanno tradito, perché ad assemblare Cristo in un’unica persona, fondendo brani di leggende provenienti da varie culture, furono sacerdoti che poi vennero sconfessati dai colleghi venuti dopo di loro.
Sono quasi due millenni che stiamo assistendo a una guerra tra bande, per questioni sia di lana caprina, sia e soprattutto di potere e privilegio. A poco serve l’estrema difesa da parte di Dan Brown nel cercare di salvare capra (quella della lana) e cavoli: il cristianesimo ha fallito nelle sue premesse, ma ha avuto successo nelle conseguenze. Fallimento e successo, due false antinomie.
E forse questo è il destino di quegli ingenui idealisti che si mettono in testa di voler conciliare l’inconciliabile: il mondo dello spirito e quello della materia. Costoro dovrebbero prendere esempio dalle istituzioni laiche che si occupano solo della seconda e lasciano perdere il primo. Tuttavia, anche agenzie prettamente materialiste e improntate alla real politik, come la CIA, ogni tanto escono dai seminati e si tuffano nell’Imponderabile, salvo poi dover fare marcia indietro.
Infatti, (2) “Nel 1995, con lo scandalo Stargate- Scannate era emerso che la CIA stava sperimentando una tecnologia top secret, denominata “remote viewing” per osservare a distanza. Consisteva in una sorta di viaggio telepatico grazie al quale si poteva guardare con l’occhio della mente qualsiasi luogo del pianeta senza essere fisicamente presenti. Nulla di nuovo, in realtà: i mistici la chiamavano proiezione astrale e gli yogin esperienza extracorporea” (pag. 308).
Tutti noi abbiamo visto il film “L’uomo che fissa le capre”, testimonianza del fatto che, con i soldi del contribuente, i militari fanno ciò che vogliono. Tuttavia, finché li spendono per aumentare la capacità distruttiva delle loro armi, provocano in noi solo rabbia impotente, ma se si dedicano allo studio di fenomeni extrasensoriali, sempre allo scopo di meglio danneggiare il prossimo, ci sentiamo non solo rabbiosi ma anche presi in giro. E’ già abbastanza scandaloso che vi sia una casta di privilegiati che ci dissangua finanziariamente dopo averci ingannati con lo spauracchio del nemico, ma sapere che indaga nei mondi del paranormale e dell’esoterismo, impalpabili per definizione, c’impedisce di capire se dobbiamo ridere o piangere. Anche l’esistenza di tale potentissima casta, dotata di finanziamenti astronomici, va ascritta sul conto fallimentare delle guide religiose che non avrebbero dovuto permetterne la nascita e la florida esistenza. Se ciò è avvenuto, a me non resta che dedurre che preti e militari sono figure intercambiabili, entrambe gerarchiche e luciferine, che si danno una mano l’una con l’altra, nonché devote a precise liturgie. Due facce della stessa medaglia. E se provare a convincere i seguaci dei militari, della malvagità intrinseca della loro istituzione, è praticamente impossibile, anche cercare di fare la stessa cosa con i fedeli delle organizzazioni religiose è altrettanto arduo. Come estrema deduzione non posso fare quindi a meno di constatare, scoprendo forse l’acqua calda, che il Male, fin dalla notte dei tempi, regola la condotta morale dell’intera umanità. E quando vedo in tivù il mefistofelico La Russa, in giacca o in maglioncino, consegnare la bandiera tricolore ai suoi accoliti, non ho dubbi che a governare le forze armate sia Satana in persona.
Se poi scopro che anche Dan Brown si chiede:
(3) “Non sarà forse che viviamo ancora in un’epoca buia, in cui ci si fa beffe delle forze “mistiche” che non siamo in grado di vedere o capire? Se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che le idee bizzarre di cui ridiamo oggi saranno domani verità conclamate” (pag. 324), penso che farei meglio a rivalutare il campo d’indagine extrasensoriale ed esoterica, altrimenti correrei il rischio di perdermi qualcosa.
A me però sembra che l’affermazione di Dan Brown sia un luogo comune. L’autore si riferiva alle idee fenomeniche applicabili alla scienza, ma di idee bizzarre e frutto solo di fantasia ne sono state partorite a milioni e guai se non le avessimo gettate nella spazzatura. Altrimenti a quest’ora eravamo ancora lì a credere che un gufo sul tetto di casa preannuncia una morte in famiglia, che un gatto nero che attraversa la strada porti sfortuna e che Berlusconi lavori per il bene degli italiani. Meno male che ci siamo sbarazzati di simili idiozie! Con le idee bizzarre di cui parla Brown tocca fare come con i siti complottisti: spurgare il ciarpame e tenere le parti sane, cestinando le fandonie e approfondendo la ricerca sulle ipotesi verosimili. Giacché il nostro compito primario è cercare la verità, sconfiggendo l’ignoranza, perché è proprio di quest’ultima che l’èlite massonica insediatasi nei gangli del potere si è servita per schiavizzare l’umanità, come scrive anche Dan:
(4) “Fin dall’inizio dei tempi, gli ignoranti avevano sempre fatto la voce grossa, trascinando le masse ingenue e piegandole alla propria volontà” (pag. 344).
E io aggiungerei che quelli che hanno fatto la voce grossa non erano solo ignoranti, ma anche prepotenti. E’ con la prepotenza che si sono arricchiti e hanno potuto soggiogare numerose persone, costringendole a servirli. E’ con la diffidenza e l’ostilità verso il prossimo, che si sono formate le prime truppe armate, da cui sarebbero derivati i militari moderni. Dalla concessione dell’onore di morire per il signore del feudo, godendo nel frattempo di svariati privilegi, è nata la casta militare. In tempo di pace l’esercito parassitizza la gente e in tempo di guerra paga il tributo di sangue al signore di turno, che oggi si chiama Patria, Democrazia, lotta al terrorismo o altre astrazioni che si possono facilmente inculcare. E, nel caso dei militari che partono verticali e tornano a casa orizzontali, il termine in-cul-care mi sembra decisamente appropriato.
Io so perché l’Homo sapiens ha inventato il Bene e il Male. Anzi, perché di una cosa sola che era all’origine, ne ha fatte diventare due. Anche Dan cade in questo antichissimo dualismo: (5) “Le forze delle Tenebre avevano da tempo adottato il sacrificio di sangue, diventando così potenti che le forze della Luce erano costrette a lottare per tenerle a bada. Presto la Luce sarebbe stata completamente estinta e i cultori delle Tenebre si sarebbero impadroniti della mente dell’uomo” (pag. 379).
Per i nostri antenati la luce era buona perché potevano disperdersi nella savana in cerca di frutta e tuberi (i cacciatori direbbero per cacciare), ma il buio era cattivo perché potevano rimanere vittime della tigre dai denti a sciabola o dell’orso delle caverne. Dovendo rimanere in attesa del giorno, secondo ritmi nictemerali, di notte sentivano strani rumori. Mancando temporaneamente dell’organo più importante, la vista, non riuscivano a interpretarli e li consideravano temibili. Gli altri mammiferi, a differenza di noi, di notte pascolavano o cacciavano, ma non è detto che fiutassero proprio l’ominide rannicchiato nel suo covile: magari era solo un tapiro in perlustrazione, che andava per i fatti suoi. Perciò, se noi abbiamo sviluppato l’importante senso della paura, utile alla sopravvivenza, forse dobbiamo ringraziare i tapiri.
Oltretutto, il nostro cervello e il nostro corpo sono divisi in due parti, in senso longitudinale. E’ per questo che le partite di calcio le facciamo disputare a due squadre. Se avessimo avuto una simmetria pentaradiata, come le stelle marine, a quest’ora giocavamo in cinque squadre! Poveri arbitri!
Fossero solo le partite di calcio ad esser state inventate dal nostro genio. Non ci siamo fatti mancare niente e ci siamo riempiti di sovrastrutture mentali e culturali. Abbiano cominciato osservando le stelle, o meglio, lo hanno fatto quelli che non dovevano osservare la terra da zappare. Erano quegli stessi sacerdoti, parassiti tanto quanto i loro colleghi militari, che pian piano hanno schiavizzato il resto della popolazione, sfruttandola e facendosi servire. Li chiamavano astrologi e magi. Parte del loro mestiere d’imbonitori consisteva nel predire gli eventi: migliaia di animali sono stati sviscerati a causa di quest’insana truffa. Si cimentarono in previsioni sia sulla corta che sulla lunga distanza, ma nulla veniva mai azzeccato.
(6) “Questa profezia di una prossima rivelazione si ritrova praticamente in tutte le tradizioni religiose e filosofiche della terra. Gli induisti la chiamano Krita Yuga, l’età della verità, gli astrologi l’età dell’Acquario, gli ebrei descrivono la venuta del messia, i teosofi la definiscono new age, i cosmologi convergenza armonica, e ne predicono la data esatta” (pag. 430).
Astutamente, i sacerdoti facevano previsioni sulla lunga distanza, sapendo che nessuno sarebbe sopravvissuto per verificarle, mentre sulla breve distanza, cioè di lì a poco tempo, c’erano trucchi per cavarsela. E il volgo veniva, in ogni modo, sempre gabbato. Noi, alle nostre latitudini, siamo stati ingannati con l’età dell’Acquario, che in origine era un portatore d’acqua e da ciò traspare la patria desertica di quel segno zodiacale. Abbiamo bisogno di speranza e i sacerdoti di tutti i tempi lo hanno sempre saputo. Forse abbiamo bisogno di sperare che quel grande ingannatore chiamato futuro, grazie all’era dell’Acquario, sarà meraviglioso, ma non pare anche a voi che, al momento, stiamo vivendo nell’era della Tazza del Cesso, con ascendente Sciacquone?
Se viviamo nell’era della Kaly-Tazza del Cesso, è perché c’è qualcuno che agisce in tal senso, che si è messo al riparo dal flusso e che non corre il rischio di finire nelle fogne. Si tratta, tanto per cambiare, dell’ennesima casta di privilegiati. Si sono trincerati in una torre d’avorio, con rubinetti d’oro e tazze del cesso d’argento. Da lì dirigono le sorti del genere umano. Da lì decretano la vita e la morte di milioni di persone e, in attesa di fare il grande botto, da lì si dilettano a manipolare le nostre menti, mentendo e sapendo di menta. Dalì Salvador solamente saprebbe dipingerne un quadro esatto, di tanto surreale è la situazione. La menzogna che da lì si diparte è talmente capillare, diffusa, subdola e strisciante che nessun veicolo d’informazione ne è esente. Giornali, televisioni, editoria, film e perfino “Il simbolo perduto” di Dan Brown ne sono complici. Anche Brown porta il suo granello d’incenso, da bruciare sull’altare della disinformazione. Eccolo, alla fine, scoperto:
(7) “Fissata al muro c’era una strampalata raccolta di informazioni: pagine di testi antichi che andavano dalla magia nera alle Sacre Scritture, disegni di simboli e sigilli, stampate di siti sulla teoria del complotto e foto satellitari di Washington scarabocchiate con annotazioni e punti di domanda” (pag. 440).
Te pareva che non poteva fare a meno di mischiare la magia nera con gli studiosi di complottismo! Qui casca l’asino. Alla fine Dan, discendente della tribù di Dan, si rivela per quello che è: un bravo bardo cantor al servizio dell’élite massonica. Del resto, questo romanzo parla di massoneria, no? E come con David Icke e Julian Assange, anche con lui i servomassoni dei servizi servosegreti gli hanno detto ciò che doveva scrivere e ciò che doveva tacere. E lui ha servilmente obbedito, da bravo “gatekeeper”. Il lupo perde il simbolo, ma non il vizio.
Ecco, siamo giunti al termine di questa storia. Già volano i chirotteri, annunciando l’arrivo dell’amica notte. Voi tornate pure alle vostre umane faccende, ché io devo andare a trascinare un po’ di catene in un castello scozzese. Ma poi torno, ve lo prometto. Conoscete la strada per uscire, vero? Non occorre che v’accompagni. Tiratevi dietro il cancello del cimitero quando uscite e non fate caso al cigolio. Lo so, i cardini hanno bisogno di un po’ d’olio santo. Non mi decido mai a ungerli, mannaggia, ma vi giuro che uno di questi secoli lo faccio.
La pace sia con voi.
Si fa per dire!
A me quelli sotto la piramide con l'occhio sembrano i simboli dei 4 elementi.
RispondiEliminaOttima risposta, Guru! Non mi era proprio venuto in mente!
RispondiEliminaOra toglimi un dubbio: posto che il cerchio è la TERRA, le linee ondulate orizzontali sono l'ACQUA, la spirale può essere sia il FUOCO che l'ARIA e così anche le linee verticali. Tuttavia, le linee verticali mi lasciano perplesso: è difficile ravvisare in esse il fuoco, ma anche l'aria non capisco come possa venir raffigurata in quel modo.
Forse la mia premessa iniziale è sbagliata. Tu hai qualche altra interpretazione?
Sì, Dan Brown, è un portavoce della Massoneria. Il suo ruolo è evidente: illudere che si stia per aprire una Nuova era, mentre si apre la voragine.
RispondiEliminaAdoperi gli accorgimenti retorici in modo molto sofisticato ed arguto.
Ciao
Grazie. Ho capito: se volessi avere successo come scrittore dovrei iscrivermi alla massoneria. Finora i miei libri sono stati un fallimento completo. Gli ultimi due li ho stampati a mie spese. Ma gli amici a cui li regalo sono contenti. E' già qualcosa.
RispondiEliminaCiao
Penso che per parlare di simboli dovresti provare ad approfondire un pò di più questo tema, è molto facile sparare dei giudizi sommari che possono essere ben accolti da tutti quelli che in realtà non conoscono la funzione e la forza di un simbolo, l'argomento è ampio, complesso e merita uno studio, fidati.
RispondiEliminaciao
un capolavro questo tuo scritto. Me lo sono copiato, incollato in un "file" tutto suo
RispondiEliminaMonia