L’intervista
che segue è stata registrata dalla giornalista e ricercatrice Paola Harris (qui in foto). A
parlare è Charles Hall, ex militare ed osservatore meteorologico al poligono di
Indian Springs, sotto la giurisdizione delle base Nellis (Area 51).
L’INTERVISTA
A CHARLES HALL
Quali prove ci sono che gli
Extraterrestri stiano interagendo con gli umani su questo pianeta?
Oltre alle esperienze che ho avuto a
livello personale, le prove migliori che ho consistono in quanto mi è stato
riferito verbalmente dai colleghi con cui ho prestato servizio nell’Aviazione
degli Stati Uniti nel periodo che va da 1965 al 1968. Per conto mio, io non
posseggo alcuna prova fisica, né fotografie, né diari, né rapporti stampati o
manoscritti. Malgrado ciò, negli anni ho visto molte immagini e resoconti
attendibili, pubblicati da altri autori, che riguardano proprio gli alieni alti
e bianchi. Le immagini mostravano anche uno dei loro veicoli da esplorazione.
Uno dei rapporti più interessanti è quello pubblicato da Allen Hyneck, famoso
per il Project Blue Book, in cui egli afferma di aver condotto analisi chimiche
su materiale caduto dal fondo di un UFO.
In
tale rapporto, pubblicato alla fine degli anni ’60 (non ricordo la data
esatta), egli afferma che la composizione chimica del reperto appariva simile a
quella di scorie di alluminio prelevate da una fornace riscaldata a circa 11OO
gradi Fahrenheit (almeno, mi sembra di ricordare, a memoria, che questa fosse
la temperatura esatta.) Egli non si accorse che la composizione chimica di
quelle “scorie di alluminio” era molto simile a quella delle moderne fibre
ottiche portate al punto di fusione.
Le
fibre ottiche hanno un’alta percentuale di alluminio e, se lui si fosse accorto
di questa somiglianza, avrebbe avuto in mano un’importante prova dell’esistenza
degli UFO capace di indirizzarci, oltre tutto, verso la comprensione del loro
sistema di propulsione anti-gravitazionale. Se gli scienziati americani
avessero indagato sulle particelle atomiche che oggi possiamo creare facilmente
in laboratorio (come i mesoni, i barioni etc.) per studiare di quali di esse
sia possibile influenzare il moto mediante le fibre ottiche, il suo lavoro ci
avrebbe condotto ad una delle maggiori scoperte nella fisica di tutti i tempi.
La
fisica alla base della costruzione dei veicoli da esplorazione degli alieni
bianchi alti è descritta approfonditamente nei miei libri e, inoltre, nell’appendice
di “Millennial Ospitality III, la via verso casa”, descrivo la mia teoria
fisica da me chiamata “Teoria Hall sul Fotone”. Ritengo che essa sia in grado
di spiegare perché il sistema di costruzione delle navi aliene permetta loro di
accelerare rapidamente a velocità di gran lunga superiori a quella della luce.
Sì.
La mia serie di tre libri intitolata “Millennial Hospitality” e gli altri miei
scritti correlati descrivono dettagliatamente le mie esperienze personali ad
Indian Springs, in Nevada, e le mie interazioni con extraterrestri alti e
bianchi la cui base è dislocata nelle montagne a nord della stessa Indian
Springs.
Qual era il tuo lavoro e la tua posizione alla Base Nellis? Per favore,
precisami le date.
Mi
sono arruolato nell’Aviazione degli Stati Uniti nel luglio 1964. Dopo aver
terminato il corso base alla Base Aerea di Lackland a San Antonio nel Texas mi
sono specializzato come Osservatore Meteorologico alla scuola meteorologica
dell’Aviazione della Base Aerea di Chanute, nell’Illinois. Durante tutto il mio
servizio nell’Aviazione le mie mansioni sono state di Osservatore
Meteorologico. Alla fine di marzo (o inizio Aprile, non ricordo) del 1965 sono
stato assegnato allo squadrone meteorologico di stanza alla Base Aerea di
Nellis a Las Vegas, nel Nevada.
Sono
rimasto lì dall’inizio della primavera del 1965 fino al maggio del 1967. Nel
periodo trascorso alla Base Nellis in Nevada mi venivano assegnati numerosi
turni di lavoro temporaneo ai Poligoni di Tiro presso Indian Springs. Lavoro
temporaneo significava ricevere degli extra in termini di paghe e benefici per
il mio lavoro ai Poligoni di Tiro, comunque, sia gli ordini che ricevevo, che
il computo degli stipendi, che la mia corrispondenza, dipendevano sempre dalla
base di Nellis. Tra un turno di lavoro temporaneo e l’altro a Indian Springs
potevo tornare di servizio alla base di Nellis per brevi periodi. Per esempio
tornai alla Base di Nellis per le vacanze di Natale del 1965.
Come
ho descritto nel mio primo libro “Millennial Hospitality”, all’inizio i turni
di lavoro temporaneo a Indian Springs erano fatti a rotazione sia da me che da
altri osservatori meteo, ma, alla fine dell’estate del 1965 e almeno altre due
volte all’inizio della primavera del 1966, in incidenti separati, gli
osservatori meteo che mi sostituivano riferirono di essere stati terrorizzati e
spiati mentre si trovavano di servizio ai Poligoni.
Uno
di loro venne gravemente ferito ed ottenne l’esonero medico e altri due, che
lavoravano in squadra, si rifiutarono di andare ai Poligoni perché in passato
vi avevano subito minacce ed aggressioni.
In
seguito a questi episodi venne formata una commissione di ufficiali d’alto
rango dell’Aviazione e del Governo che decisero per la prima volta di rendere
l’osservazione meteorologica ai Poligoni un incarico primario, e tale incarico
venne affidato a me, pur mantenendo la denominazione di Lavoro Temporaneo con i
conseguenti privilegi e la paga extra. Mi vennero dati degli ordini speciali e,
da allora in poi, rimasi quasi sempre di stanza ad Indian Springs con soltanto
brevi periodi di ritorno alla Base Nellis per riposarmi.
Il 7 maggio 1967 venni trasferito dalla
base Nellis alla Base Aerea Binh Thuy nel Vietnam del sud, dove rimasi fino
all’8 maggio 1968. Ero di stanza a Binh Thuy durante la grande offensiva
comunista Tet. Terminato il mio periodo in Vietnam tornai negli Stati Uniti e
fui congedato con onore l’8 maggio 1968 alla Base Travis in California.
Ci sono state altre persone che hanno visto i Bianchi Alti oltre a te?
Sì, gli Extraterrestri Alti e Bianchi
vennero visti ai Poligoni di Indian Springs da molti del personale
dell’Aviazione. Queste persone li hanno incontrati di frequente a distanza
ravvicinata sia dentro che fuori gli edifici dei Poligoni e sia di giorno che
di notte. Per loro l’incontro con questi Extraterrestri Alti e Bianchi era un
tale shock che ne parlavano descrivendoli come fantasmi, angeli o creature
fantastiche. Per esempio, gli Osservatori Meteorologici che li avevano visti
l’uno vicino all’altro riferivano spesso di aver visto un cavallo radioattivo
fluttuante chiamato “Harry del Poligono Quattro”; altro personale della Base
riferì di aver avuto fugaci visioni degli Alti Bianchi a breve distanza e poi
di aver sperimentato un periodo di tempo mancante o di aver fatto strani sogni.
Erano in compagnia di altri militari,
e quando?
Sì,
ho visto spesso gli Extraterrestri Alti e Bianchi accompagnati da generali ed
alti ufficiali dell’Aviazione degli Stati Uniti.
Quale è stato il tuo primo incontro con questi Esseri Bianchi?
E’
accaduto a fine maggio e ad inizio giugno 1965. Tuttavia, mi ci sono voluti
molti mesi per controllare lo shock e il terrore che essi mi ispiravano e per
accettare la realtà delle mie esperienze. Per molti mesi sono vissuto nella
negazione assoluta di ciò che mi accadeva e preferivo attaccarmi a qualunque
altra spiegazione piuttosto che accettare la realtà.
Che messaggio ti ha dato la “Maestra” e come vogliono interagire con noi?
La donna Alta e Bianca che chiama se
stessa “Maestra” mi ha detto chiaramente che loro desiderano solo essere
accettati da noi mentre sono qui.
Pensi che essi siano ancora qui?
Sì,
penso che sono ancora qui perché il loro hangar principale e gli spazi dove
vivevano erano costruzioni permanenti edificate sotto le montagne al confine
nord della Valle di Indian Springs. Gli Alieni vivono sotto terra; l’hangar
principale è scavato nel fianco di una montagna, in un luogo ideale per tale
scopo. Esso ospita la loro nave spaziale che può arrivare facilmente sulla
Terra, atterrare di fronte all’entrata ed entrare e uscire senza essere vista e
senza interferire con i voli civili sulla zona di Las Vegas.
Pensi che ci siano altre razze Aliene sulla Terra e, se sì, dove si trovano?
Sì,
nel mio terzo libro “Millennial Hospitality, la via verso casa” descrivo una
seconda razza di alieni che ho personalmente incontrato e che si trova sulla
Terra. Nel libro li chiamo ”i
Norvegesi”. Credo che giungano qui da una delle stelle più vicine come, per
esempio, la Stella di Barnard, che si trova a circa 5,5 anni luce da noi;
potrebbero anche arrivare dalla stella immediatamente dopo quella di Barnard,
che si trova a 6 anni luce da noi, sempre nella stessa direzione. Io li ho incontrati
in Wisconsin nel 1961 a Cambridge e a Madison, sempre in Wisconsin,
nell’autunno del ’62 e all’inizio della primavera del ’63.
Sembrano
proprio abitanti del sud della Norvegia, ma hanno solo ventiquattro denti e le
dita dei piedi leggermente palmate. I denti di questi alieni hanno le radici
più corte delle nostre e possono essere rimpiazzati in caso di perdita, intendo
dire che i loro denti non crescono solo due volte nella vita, come invece
accade agli umani. Sono sicuro che c’è qualche dentista sia nel Wisconsin che
nell’Europa del nord o in altre zone fredde del pianeta che potrebbe
testimoniare la loro esistenza.
Tra
le altre cose, questi alieni da me personalmente incontrati manifestavano una
calma inusuale e un buon carattere. Sembravano soprattutto desiderosi di essere
bene accetti nella nostra società e di godersi la vita.
Perchè hai scritto “Millennial
Hospitality”?
Ho
scritto la serie “Millennial Hospitalilty” perché volevo che i miei figli ed i
miei nipoti comprendessero come mi sono sentito quando ho incontrato gli
Extraterrestri Alti e Bianchi nella valle di Indian Springs in Nevada.
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