lunedì 20 gennaio 2014

Ciò che non fecero i barbari, fecero i libanesi

 

Testo di Fabio Balocco

C’è una pagina Facebook che non è propriamente adatta a chi è debole di stomaco e/o ha a cuore le sorti della natura. È la pagina contro i crimini venatori che vengono compiuti pressoché impunemente in Libano nei confronti degli uccelli. Essa è stata concepita e realizzata da un coraggioso gruppo di ambientalisti libanesi e tedeschi.
Il Libano è una terra di passo per gli uccelli migratori, che per i loro spostamenti sfruttano le correnti termiche ascensionali. Anzi, attraverso il Libano transita la Flyway Red Sea-Rift Valley, la più importante linea di migrazione del paleartico occidentale, che porta gli uccelli dall’Europa al cuore dell’Africa. I posti dove con certezza è dato sapere essere abbattuti gli uccelli di transito sono le estremità occidentali della catena del Libano, specie a ridosso di Beirut. Anzi, proprio in alcuni quartieri di Beirut, sembrerebbe essere confermata l’azione dei cacciatori locali. Alcuni sparano addirittura dai balconi di casa.


In Libano la caccia è teoricamente vietata dal 1° gennaio 1995, ma si contano lo stesso qualcosa come 600 mila cacciatori, su una popolazione di circa 4,2 milioni di abitanti. Ed anzi le stragi pare si siano intensificate in questi ultimi anni.

Viene ucciso di tutto. Dalle cicogne ai pellicani, ai rapaci, ai piccoli uccelli, e persino i pipistrelli (che non sono di passo e sono mammiferi). Per molte specie tutelate l’Europa tra l’altro spende cifre considerevoli per la loro protezione, ma lo sforzo viene in buona parte vanificato col passaggio sul Libano. Che beffa…

Il tutto avviene nella quasi indifferenza generale, se si considera che addirittura i cacciatori locali si fanno lecito di pubblicare le loro foto con poco gratificanti trofei in rete, come si vede nella pagina di Facebook.

Certo, i soliti troll mi verranno a dire che con la striscia di Gaza, con le stragi in Siria, e quant’altro avviene in Medio Oriente, io mi occupo di uccisione di pennuti. Rispondo che per me non esiste una violenza di serie A ed una di serie B.

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