Il signor Regera ha 53 anni e sei figli. L’ultimo gli è nato un
paio di settimane fa. Vive a Besely Nord, vicino a Itampolo, ed è
proprietario di molti terreni agricoli, ma da quattro anni non piove
e non può coltivare niente. Essendo stato a pranzo da me ieri, ne ho
approfittato per sapere come fa a tirare avanti, visto che, secondo
la Boldrini, gli africani che arrivano da noi sono portatori di un
modello di vita che presto sarà anche il nostro. Quindi, noi bianchi
pasciuti, abbiamo tutto da imparare riguardo alle tecniche di
sopravvivenza degli africani.
Il signor Regera riceve ogni mese dalla P.A.M. (programme
alimentaire mondiale) un sacco di riso di 25 chili e uno di fagioli
di 10. Il mese successivo riceve un sacco di riso dello stesso peso e
uno di mais e via ricominciando, alternativamente. Fino a poco tempo
fa, i malgasci che vivono nella brousse ricevevano sacchi di riso di
50 chili ogni mese. Interrogata sul perché i sacchi siano stati
ridotti alla metà del peso, Tina mi ha risposto che i funzionari che
si occupano della distribuzione del cibo si intascano il rimanente,
ma a me sembra difficile che ciò possa succedere giacché m’immagino
che l’intera operazione sia controllata da funzionari americani
inviati dalla Nazioni Unite e la mia curiosità se la riduzione sia
stata decisa a Washington o in Madagascar, rimarrà per ora
insoddisfatta.
Non posso escludere che la Massoneria internazionale
che comanda all’ONU, non intenda impoverire ancora di più le
popolazioni del Terzo Mondo, ché tanto è stata già decisa la
riduzione della popolazione mondiale. Non posso escludere nemmeno che
la spiegazione di Tina sia quella più corretta, visto l’alto
tasso di corruzione di politici e funzionari locali.
Riguardo al signore Regera, una domanda che sorge spontanea è:
come fa a mantenere sé, la moglie e sei figli, con 25 chili al mese
di riso e 10 di fagioli. Intanto, bisogna dire che tre dei suoi figli
sono stati affidati ad alcuni parenti in città, ma restano sempre
due adulti e tre minori che devono mangiare ogni giorno. I figli più
piccoli mangiano il latte della madre, ma gli altri che fanno?
Digiunano, è stata la risposta di Tina. Ebbene, io sono 12 anni che
vengo in Madagascar quasi ogni anno, ma di fronte a questo tipo di
situazioni rimango sempre a bocca aperta.
Mentre pranzavamo, ho cercato di spiegare a lui e a Tina che da
almeno mezzo secolo, e forse anche più, esistono tecniche di irrorazione di sostanze che fanno venire la pioggia, cioè che
formano nubi temporalesche. Lo fanno tutti gli agricoltori del Primo
Mondo, ma non quelli poveri del Terzo, perché sono tecniche costose.
Il signor Regera, mentre spiegavo queste cose, mi guardava con uno
sguardo di indulgenza come si guarda un bambino che favoleggia, a cui
si è chiesto cosa farà da grande e che risponde: l’astronauta. Ho
smesso quasi subito di parlare di ioduro d'argento, perché mi sono reso conto
dell’incongruità della situazione. Dovrei essere un mecenate
miliardario per aiutare l’agricoltura del Madagascar, ma non lo
sono. Il signor Regera, a cui prima di pranzo ho comprato anche un
pacchetto di sigarette, se n’è andato con lo stomaco pieno e
sicuramente quello è stato uno dei migliori pranzi che abbia fatto
negli ultimi mesi. Ma il problema rimane.
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