mercoledì 31 maggio 2017

Si può chiedere giustizia a un sistema marcio?





Alisa Neathery, la mamma di Bently, ci racconta quello che è accaduto. Quando suo figlio Bently aveva sei mesi, lei lo portò per la comune profilassi vaccinale  nella sua clinica locale, a Fort Worth, in Texas. Lei aveva ritardato la vaccinazione per cui era più tranquilla (sei mesi non sono come due mesi di vita). Il pediatra quel giorno stava raccontando di come le vaccinazioni abbiano salvato innumerevoli vite soprattutto in Africa; quel giorno eravamo in tante ad attendere il nostro turno, ma qui un particolare cambia tutto. All’insaputa di sua madre, Bently quel giorno ha ricevuto l’incredibile quantità  di 13 vaccinazioni tra cui :
  • due dosi di DTap, epatite B, una dose di poliomielite, tre dosi di rotavirus  via orale, e un vaccino contro la polmonite da pneumococco.
Il tutto era compresso in tre uniche e semplici dosi (due iniezioni e una dose orale). Le infermiere ci misero una buona mezz’ora per preparare il tutto. Il pediatra rassicurò la sua mamma dicendo che il bimbo aveva uno stato di salute ottimale, ma Bently morì esattamente 5 giorni dopo il ricevimento dei 13 vaccini, in braccio alla sua mamma Alisa.

 Quando Alisa portò Bently a casa quel giorno, vide una strana irritazione nel bimbo, inoltre non aveva più alcun contatto visivo, e sulla gamba aveva un ponfo enorme e rosso (che era ancora lì  sul suo corpicino prima della cremazione).

Nel 2010, uno studio ha trovato che gli Stati Uniti avevano il più alto tasso di mortalità infantile (6,1 su 1000 nati vivi) rispetto alle 28 nazioni industrializzate ricche. Gli Stati Uniti hanno anche il più alto numero di vaccini somministrati ai bambini.
“Ci sono tanti bambini che sono morti e sono stati danneggiati da vaccini; purtroppo, la storia di Elisa è molto comune", afferma Nancy Babcock, che gestisce un gruppo su social di sostegno per i genitori che hanno figli deceduti dopo la vaccinazione.


“Alisa è un’anima coraggiosa e ,come lei, tanti condividono queste strazianti storie”. Sono sempre più presenti questi gruppi su social di supporto reciproco e sempre più spesso riportano una realtà agghiacciante. Molti i bambini danneggiati, purtroppo. Un altro fatto agghiacciante è che i SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), coincidono con la vaccinazione infantile, e generalmente si verificano successivamente a questa dai 2 a 6 mesi.
  • La Adverse Event Reporting System Vaccine è un sistema di segnalazione del governo statunitense per i danni e le morti vaccino. Raccoglie alcuni dati e notizie sui danneggiati e morti da vaccino. Fin dalla sua nascita, ha assegnato ben 2,5 miliardi di dollari alle famiglie o ai singoli individui, per infortuni e / o decessi causati dalle vaccinazioni.
Allo stesso tempo, piuttosto inspiegabilmente, gli Stati Uniti le agenzie della salute, continuano ad insistere sulla sicurezza di tali vaccini e che non siano in alcun modo legati alla SIDS. La maggior parte dei decessi per SIDS si verificano tra i 2 e i 4 mesi. Tuttavia, la Sanità statunitense continua ad affermare categoricamente che la SIDS non è causata da vaccini. Numerosi però sono gli studi in contrasto con questa affermazione. Sono ormai passati tre anni da quando Alisa ha perso suo figlio, e lei ha finalmente trovato la forza di cominciare a mettere tutto questo in discussione. “I vaccini hanno ucciso mio figlio”, afferma Alisa, senza rabbia, ma anche senza ambiguità. “Sono stata con lui tutto il tempo. Ogni minuto. Nessuno lo sapeva meglio di me. Non c’è alcun dubbio nella mia mente”, anche se è stata riportata la causa ufficiale della morte del piccolo Bently come “morte improvvisa”. Il medico legale ha dichiarato di non essere riuscito a trovare una causa di morte per Bently. “Non c’è alcun motivo per cui non dovrebbe essere vivo”, furono le sue parole ”, racconta Alisa.


Aggiungendo la beffa alla tragedia di questa famiglia, alla stessa sono accadute diverse vicende di malasanità per un periodo di 4 mesi. La morte del piccolo ha scosso tutti talmente tanto che nessuno ha voluto far nulla lasciando alla legge il compito di lavorare in maniera saggia. La storia di Alisa ha in realtà un preludio, che ancora non abbiamo raccontato. Pochi anni prima della nascita di Bently, Alisa era incinta del suo primo figlio, Skyler. Al salone dove Alisa lavorava come parrucchiera, una collega ricevette una telefonata devastante. Il suo bambino, che si trovava a casa, non rispondeva più ad alcun comando, nemmeno ai richiami, e del sangue gli fuoriusciva dalle orecchie e dalle narici. La sua morte, a due mesi, è stato etichettata come SIDS.


Alisa ricorda: “Il mio pensiero al momento è stato quello di smettere di lavorare appena fosse nato il bimbo”; appena nato Skyler, Alisa diventò una casalinga. Le nostre agenzie sanitarie hanno madri convinte che la SIDS sia causata dalla posizione errata del materasso e abbia a  che fare col sonno. Questo è errato. Era il 10 aprile 2012, nel tardo pomeriggio. Alisa aveva provveduto alla pulizia della casa per tutta la mattina, ed entrambi i suoi figli erano stati particolarmente tranquilli. “Skyler sedeva con Bently davanti alla TV, giocava con lui  e si divertivano, tutto questo fino all’orario del pranzo”.
Alisa si sentiva assonnata, e si sedette su una sedia reclinabile, prendendo il suo Bently che si addormentò sul petto.


Alisa poco dopo disse al marito che il piccolo non respirava; gli disse di chiamare l’ambulanza perchè il bimbo non respirava più. Un particolare che Alisa ricorda sono le urla; tutti loro si trovavano sul prato a guardare le operazioni dei 12 paramedici e due camion dei pompieri che arrivarono tempestivamente. “Stavo aspettando di sentire piangere”, dichiara Alisa. In ambulanza, le fu detto che suo figlio era cerebralmente morto. Era stato bene solo due ore prima. Erano le 16:15. In ospedale hanno dovuto darmi Thorazine e dopo essermi addormentata mi rendo conto il giorno dopo che era tutto vero,  non era stato un sogno. Alisa stava male; non poteva essere lasciata sola, così il marito ha dovuto lasciare il suo lavoro e rimanere a casa con lei. La Chiesa e le offerte hanno aiutato questa famiglia per i costi del funerale e per la cremazione.
  • Alisa è riuscita a tornare all’ufficio del pediatra, e in stato di shock profondo ha chiesto le cartelle cliniche di Bently, come qualcuno le aveva consigliato di fare.
Era Aprile quando Alisa ha ottenuto le cartelle cliniche di Bently; lì la conferma di aver ricevuto 11 vaccinazioni, in una sola visita. La famiglia nonostante ciò, per tutta una serie di motivi anche economici, non ha perseguito alcuna azione legale. Nel 2014, per allontanarsi da tutti i ricordi dolorosi, si sono trasferiti nel Massachusets, e successivamente a nord dello stato di New York, dove vivono attualmente. Ci stringiamo attorno a questa famiglia ed in particolare ad Alisa.

La morte di Bently, come il decesso di altre creature innocenti, ci fa pensare al sistema marcio che esiste dietro tutto ciò. Non è la nostra salute ad essere tutelata. Non è unica questa testimonianza; purtroppo ha in comune il dolore con moltissime altre storie simili. Chiediamo chiarezza, chiediamo giustizia.

Chissà quando finirà tutto questo?


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